Premessa: Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito, libro scritto dal legionario italiano Danilo Pagliaro, non parla di guerra. O meglio: ne parla in maniera accidentale, perché per un militare, come ovvio, la guerra fa parte del mestiere. In realtà Mai avere paura è un inno d’amore alla Legione Straniera. Tutto qui. Pagliaro, a un certo punto della sua vita, ha deciso di abbandonare gli abiti “civili”, ha preso la macchina e si è diretto ad Aubagne, il quartier generale della Legione. È stato scartato una prima volta, ma poi è tornato alla carica ed è riuscito ad entrare nel corpo militare d’élite più ambito al mondo. La Legione rappresenta un’eccezione in tutto il mondo militare. Qui non conta il colore della tua pelle o il tuo credo. Conta solamente la tua voglia di entrare in questa grande famiglia. O Patria in miniatura (ma con la P maiuscola), come recita il motto: Legio Patria Nostra.Perché si entra in Legione?Ci sono innumerevoli ragioni e ognuno ha le sue. Ci tengo però a precisare una cosa: non puoi arruolarti per scappare dalla Legge. Non puoi uccidere qualcuno e venire qui a nasconderti. Se il crimine da cui stai scappando è grave allora la Legione ti consegna alle forze di polizia. Questo deve essere chiaro.Quali sono i requisiti per essere arruolarsi?Bisogna essere perfettamente sani e solidi sia fisicamente che psicologicamente. Siamo in un corpo d’élite, se hai l’asma o le allergie non puoi entrare. Per scherzare, spesso dico: per arruolarsi in Legione non bisogna avere tutte le rotelle a posto. Scherzi a parte, bisogna essere psicologicamente solidi: non puoi essere uno che dice che ha freddo e poi non fai nulla per scaldarsi. In Legione bisogna non voler subire. E tutto questo è ironico perché da noi c’è una disciplina ferrea. [Best_Wordpress_Gallery id=”89″ gal_title=”Danilo Pagliaro”]Cosa cambia quando si entra in Legione?Una volta che sei entrato nella Legione incontri amici, camerati che diventano la tua famiglia e che non vuoi deludere. Bisogna fare un esercizio. Loro ce la fanno e tu no. Ma devi riprovarci perché loro si aspettano che anche tu ce la faccia. Perché anche tu, come loro, hai fame e freddo e sei stanco. Questo però avviene una volta che sei arruolato.Nel tuo libro hai parole molto dure contro i “legionari da tastiera”, quelli che sul web si dicono pronti a partire da un momento all’altro ma che poi non arrivano mai ad Aubagne…C’è chi dice che parlo contro l’Italia, ma non è vero. Perché questa gente si ferma all’apparenza? Perché tanta gente dice di essere quello che in realtà non è? In Francia c’è il mito sessuale degli uomini in divisa: il legionario e il pompiere. Tanta gente si fa passare per legionario per questo motivo. Poi ci sono gli insoddisfatti che si sono creati una vita parallela. Qualsiasi persona che si spaccia per legionario e che non vuole fornire la sua matricola sta mentendo. Non siamo dei servizi segreti, siamo solo obbligati alla discrezione come ogni militare. Poi ci sono quelli che vengono e che si accorgono che la nostra vita è diversa da quella dei film. Tutti vogliono fare gli addestramenti, le marce e andare oltre i propri limiti. In tv sembra duro. Nella realtà è duro. Alla fine hai le spalle che sanguinano, lo zaino ti lima la schiena. Quando la gente si accorge che la Legione è sangue, sudore e botte allora scappa.E poi ci sono i disertori…La totalità degli italiani che hanno prestato servizio tra il 2001 e il 2007 nel mio reggimento ha abbandonato. La colpa non è mia, è di chi diserta. Non ho statistiche precise, quello che è sicuro – e questa è una verità – è che una percentuale così alta è raggiunta solo dagli italiani. In Legione c’era un sottufficiale della Marina italiana che si lamentava dell’eccessivo lavoro. Quando un italiano arriva a Aubagne ci pensano dieci volte prima di prenderlo perché sanno che molto probabilmente se ne andrà.Quali sono i valori della Legione? Oggi come si concretizzano?Quando mi sono arruolato prendevo un terzo in meno dello stipendio minimo garantito in Francia. Non c’erano soldi e rimanevamo sempre in caserma. Eravamo una vera e propria famiglia. Oggi un legionario prende di più, può uscire, ma il senso di cameratismo è rimasto. Famiglia e cameratismo, questi sono i valori più importanti della Legione. I valori di base della nostra società si stanno sgretolando. Io li ho ritrovati nella Legione.Ad ottobre scorso sei stato invitato dalla Folgore per commemorare la battaglia di El Alamein. Cosa pensi dei parà italiani?Sono splendidi. Quei ragazzi mi hanno emozionato fino alle lacrime e li ringrazio ancora per avermi dato la possibilità di conoscere la parte migliore d’Italia. Il nostro Paese ha ancora una speranza fino a quando ci saranno questi uomini disposti a morire per quel benedetto tricolore. Sono una forza d’élite che ha gli stessi valori della Legione. Io voglio ringraziare i ragazzi con il basco amaranto davanti a tutta l’Italia: è stata una scoperta incredibile.
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