Lunedì 6 gennaio l’esercito israeliano è entrato nella città palestinese di Gerico. Quel che c’è di particolare però in uno dei tanti raid compiuti delle Forze di difesa israeliane (Idf), è che in questo caso l’unità era composta da più donne che uomini.
Il raid a Gerico e l’unità a maggioranza femminile
È durante le ore notturne che un battaglione israeliano ha fatto irruzione nel campo profughi di Aqabat-Jabr a sud della città palestinese di Gerico, nella Cisgiordania occupata. Nel frattempo altri soldati hanno bloccato gli ingressi al campo e hanno posizionato cecchini sulle montagne circostanti. Secondo l’Idf vi si trovava una cellula terroristica di Hamas. Nello scontro avvenuto sono morti cinque palestinesi di età compresa tra 21 e 28 anni.
L’unità che ha messo a ferro e a fuoco il campo profughi palestinese ha una peculiarità, quella di essere composta da 30 soldati, 15 dei quali donne regolarmente arruolate. Il battaglione si chiama Leone della Valle e svela una storia di integrazione di genere quasi unica nel Medio Oriente e le sue sfide sociali.
L’unità è un battaglione di fanteria composto da uomini e donne ed è la quarta unità mista ad essere istituito nelle Forze di difesa israeliane. Il battaglione vede la luce all’inizio del 2016. Attualmente è ancora in fase di assemblaggio e la sua funzione è quella di presidiare il confine con i territori occupati palestinesi, precisamente nella parte orientale di Israele al confine con la Cisgiordania. È alle dipendenze della Brigata Valley che comprende anche i Leoni del Battaglione della Valle del Giordano, altra unità al femminile dell’Idf.
Il ruolo delle donne nell’Idf e lo scontro con una società patriarcale ortodossa
L’Idf è tra gli unici eserciti del mondo occidentale che prevede la leva obbligatoria anche per le donne. Infatti già dall’anno della sua fondazione nel 1948 le donne hanno sin da subito prestato servizio militare. All’inizio ricoprivano ruoli amministrativi o diventavano istruttrici. Gradualmente sono salite di ruolo e sono state spostate in posizioni operative di combattimento. Un importante passo è stato raggiunto nel 1995, quando l’Alta corte di giustizia israeliana ha stabilito che le donne hanno diritto all’uguaglianza nel servizio militare sancendo quindi un’apertura senza precedenti.
Alle donne è stato aperto il mondo dell’aeronautica e dei battaglioni da combattimento. Nell’ultimo decennio la loro presenza è più che raddoppiata, basti pensare che nel 2012 solo il 3% di loro serviva in posizioni di combattimento, nel 2018 invece ha raggiunto il 7% e da quel momento il numero è in continuo aumento. Parallelamente all’espansione e alla diversificazione delle donne nell’Idf è aumentato anche il numero di uomini ortodossi all’interno dell’esercito che si rifiutano di servire al fianco delle donne.
L’Idf ha tentato di regolamentare per la prima volta il servizio congiunto di ambo i sessi nel 2002 in un ordinamento sulla “corretta integrazione“. Esso stabilisce regole per un comportamento modesto una sistemazione separata per uomini e stabilisce vari privilegi per i soldati religiosi.
L’ordinamento ha però portato a più discriminazione con denunce di semi-segregazione come il caso delle soldatesse obbligate a spostarsi in un complesso recintato e blindato durante la celebrazione di una festività ebraica di soli uomini. Altre sono state oggetto di offese sul loro abbigliamento. In pratica al posto di garantire un servizio dignitoso per ambo i sessi, l’ordinamento è stato applicato in conformità con la legge religiosa ebraica (halakha) basato sul “proteggere” i soldati ortodossi. Il regolamento è stato poi rivisto nel 2016.