Domenica 21 maggio i combattenti di Hezbollah hanno condotto un’esercitazione militare nei pressi di Mlita, nel sud del Libano, a pochi giorni dai festeggiamenti per il Giorno della Resistenza e della Liberazione, che Beirut celebra il 25 maggio. Il partito ha convocato media locali, regionali e internazionali ad assistere alla dimostrazione.
La prova di forza
Le esercitazioni per celebrare il 23esimo anniversario della liberazione del sud del Libano dall’occupazione israeliana hanno attirato diverse centinaia di spettatori tra le bandiere giallo-verdi con lo stemma del partito e quelle libanesi, la milizia ha mostrato al pubblico vicino e lontano la propria artiglieria, che include mortai, armi anticarro e droni. I combattenti hanno sfilato davanti agli spettatori su veicoli corazzati fuoristrada e motociclette, dando l’impressione di un esercito regolare. Hanno inscenato un attacco ad una città israeliana, facendo saltare in aria veicoli e sparando munizioni vere a manichini bardati della stella di David, e hanno concluso la dimostrazione con dei combattimenti corpo a corpo.
Il presidente del consiglio esecutivo di Hezbollah, Sayyed Hashem Safieddine, ha parlato ai giornalisti presenti: “Vogliamo comunicare al premier Benjamin Netanyahu e al suo incapace team che abbiamo osservato le loro capacità, e che sappiamo che non sono in grado di cambiare la situazione sul campo”.
Rivolgendosi ai combattenti, Safieddine li ha spronati dicendo loro che le armi che imbracciano “rimarranno nelle loro mani fino a che la vittoria promessa da Hassan Nasrallah (segretario generale di Hezbollah) non sarà raggiunta”. Rivolgendosi a tutti i libanesi, Safieddine li ha chiamati alla calma: “Non c’è da aver paura, perché la resistenza è qui, pronta a proteggere il Libano e la sua sovranità”.
L’anniversario della liberazione incompleta
L’esercito israeliano ha abbandonato l’area meridionale del Libano il 24 maggio del 2000 dopo 22 anni di occupazione finiti con la prima vera sconfitta militare per le truppe di Tel Aviv. Nel Paese dei cedri questa è una data di festa, che celebra l’orgoglio e l’identità nazionale dei libanesi. Tuttavia, per Hezbollah la liberazione dall’occupante è ancora incompleta. I militari israeliani devono ancora ritirarsi dalle fattorie di Sheb’a – aree agricole che si trovano a sud della città di Sheb’a, sulle pendici occidentali del monte Hermon, al confine con Siria e Israele – occupate durante la guerra arabo-israeliana del giugno 1967, e anche dalle alture del Kfar Shuba e la parte nord del villaggio di Ghajar.
La risposta israeliana
Già il giorno seguente all’esercitazione è giunta da oltre il confine la risposta del capo di stato maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi. Nel corso di una conferenza sulla sicurezza nazionale all’Istituto di policy e strategia dell’Università Reichman di Tel Aviv – alla quale ha preso parte anche il ministro della Difesa Yoav Gallant – ha avvisato che uno scontro aperto sarebbe “settanta volte più duro per il Libano, e ancor di più per Hezbollah” di quanto lo sarebbe per Israele. Il commento è giunto in seguito ad un’altra, simile minaccia fatta dal capo della direzione d’intelligence militare delle Israeli Defence Forces, Aharon Haliva. Il generale Haliva ha messo in Nasrallah, dicendo che è “sul punto di fare un errore che potrebbe precipitare la regione in una grande guerra”.
In alcuni commenti in arabo inoltrati su Twitter dal portavoce dell’esercito israeliano, il generale Haliva minaccia esplicitamente il partito sciita: “Hezbollah è scoraggiato dal cominciare una guerra contro Israele. Crede di aver inteso il nostro modo di ragionare e pensa di avere l’audacia di affrontarci, convinto che questo non porterebbe ad una guerra. Questo ci dà l’opportunità di sorprenderli. Siamo pronti sul fronte settentrionale”
L’ipotesi di un conflitto regionale
Nei suoi commenti all’esercitazione – esibizione di Hezbollah, Aharon Haliva ha sottolineato che con queste manifestazioni Nasrallah è “sul punto di fare un grosso errore” che potrebbe scatenare una guerra regionale: “Il rischio di un’escalation che potrebbe degenerare in una guerra non è trascurabile. È meglio che facciano attenzione, siamo pronti a usare tutta la forza di cui disponiamo, e faremo tutto ciò che è possibile e necessario per ristabilire la calma”.
Dalla liberazione del 2000, l’ultimo grande scontro tra Israele e Hezbollah è stata la guerra del 2006, costata la vita a oltre 1200 uomini da parte libanese (la maggior parte delle quali erano civili) e 160 da parte israeliana (principalmente soldati). La demarcazione tra Libano e Israele, conosciuta come “linea blu” è presidiata dalla Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil), formata nel 1978 per prevenire la violenza tra le parti e da allora sempre rinnovata.