Alle ore 15:11 Utc, le 17:11 in Italia e le 18:11 ora di Mosca, il tracciato radar del volo E35L, un Embraer Legacy 600 decollato da Mosca/Sheremetyevo meno di 15 minuti prima (registrato con codice RA02795), si interrompe quando il velivolo è a circa 8500 metri di altitudine a sudovest della città di Tver, situata a 160 chilometri di distanza a nordovest del centro della capitale russa.
Da dati ricavabili da un’applicazione open source di monitoraggio globale del traffico aereo, si può notare che nell’ultimo minuto del volo l’aeromobile effettua una brusca accelerazione passando da 750 km/h a 950, ultima velocità rispetto al suolo registrata, facendo registrare un modesto guadagno di quota, corrispondente a circa 300 metri.
L’aeromobile risulterà essere precipitato, come testimoniano alcuni video amatoriali apparsi in rete, e uno in particolare mostra l’Embraer scendere in vite privo di una semiala, probabilmente la destra. A bordo ci sono 10 persone: tre membri dell’equipaggio e sette passeggeri, e tra questi ultimi le autorità aeronautiche russe hanno riferito la presenza di Evgenij Prigozhin e Dmitry Utkin, rispettivamente leader e fondatore della Pmc (Private Military Company) russa “Wagner”. Insieme a loro, anche Sergei Propustin, Evgenij Makaryan, Aleksandr Totmin, Valeriy Chekalov e Nikolay Matuseev.
Chekalov, un amico di lunga data di Prigohzin, si crede che fosse a capo del suo impero economico e si pensa che avesse gestito alcune delle attività commerciali dello “chef di Putin” in Siria. Makaryan è un comandante veterano della Wagner, una sorta di luogotenente di Prigozhin, mentre gli altri passeggeri sarebbero membri della sua guardia di sicurezza personale.
Il leader della più famosa Pmc russa era in volo verso San Pietroburgo e il giorno prima era tornato a Mosca dall’Africa, dove era riapparso in video dopo settimane di assenza. Nel filmato, probabilmente girato in Niger o in Mali, Prigozhin afferma che “il gruppo Wagner conduce attività di ricognizione e ricerca. Rende la Russia ancora più grande in tutti i continenti! E l’Africa ancora più libera. Giustizia e felicità per i popoli africani. L’incubo di Isis, Al-Qaeda e altri gangster”.
Nel momento in cui stiamo scrivendo, la presenza di Prigozhin e Utkin a bordo è data solo dalle comunicazioni ufficiali russe e da prove circostanziali come il ritrovamento di un telefono cellulare che apparterrebbe al leader della Wagner. Un elemento che potrebbe portare all’identificazione del cadavere di Prigozhin è la mancanza di una falange a un dito.
Le due piste principali
L’Fsb, l’ente federale di sicurezza interna, riferisce che si è trattato di un attentato – lasciando intendere la possibile presenza di una bomba – ma la tesi più accreditata in questo momento è che il velivolo sia stato abbattuto da un missile terra-aria.
La possibilità della bomba a bordo potrebbe essere considerabile dato il danno visibile prima dell’impatto a terra: il suo posizionamento nel vano del carrello posteriore destro, da parte di qualcuno camuffato da personale di terra sulla pista dell’aeroporto, è compatibile col distacco della semiala. Testimoni a terra riferiscono di una prima esplosione (quindi in aria) e di una seconda (a terra).
Altre immagini giunte da osservatori casuali invece farebbero propendere per l’abbattimento tramite missile terra-aria: nei primissimi secondi del filmato che mostra il velivolo precipitare, si può notare una corta scia bianca in cielo che sembra avere tutte le caratteristiche di quella lasciata da un vettore nel momento in cui colpisce il suo bersaglio. Inoltre, immagini del relitto, mostrerebbero danni su parti della fusoliera che possono essere ricondotti all’esplosione di una testata a frammentazione dotata di spoletta di prossimità.
Per completare le possibilità, è doveroso annoverare anche l’ipotesi dell’abbattimento da parte di un cacciabombardiere, ma nessun testimone a terra ha osservato o udito un altro velivolo sebbene si debba ricordare che un missile tipo Bvr (Beyond Visual Range) tipo R-77 possa colpire a distanze così elevate dal bersaglio che si avrebbe lo stesso effetto, pur considerando che la presenza di traffico aereo nell’area rende questa possibilità poco probabile in quanto il radar del missile avrebbe potuto agganciare un altro bersaglio.
Le altre opzioni
Possiamo invece escludere che si sia trattato di un Manpads (Man Portable Air Defence System) tipo “Igla” o similari: la quota di volo a cui avviene l’esplosione (8500 metri) è notevolmente più alta di quella raggiungibile da qualsiasi tipo di sistema terra aria spalleggiabile esistente al mondo. Da escludere anche il lancio di vettore terra-aria da difesa aerea da un’unità navale militare nel Mar Baltico: la distanza dal luogo dello schianto (circa 590 chilometri) è troppo grande per qualsiasi tipo di sistema imbarcato conosciuto. Anche il lancio di un missile terra-aria dal territorio bielorusso (o dei Paesi Baltici) è da escludere per lo stesso motivo (più di 300 chilometri).
Probabilmente per abbattere l’aereo è stato usato un sistema mobile da difesa aerea tipo Tor-M o Buk, entrambi facilmente occultabili nelle foreste presenti nella zona dello schianto e capaci di raggiungere ampiamente l’altitudine a cui volava l’Embraer.
Vendetta o messinscena?
Occorre ora chiedersi il perché di un tale atto, a che pro eliminare Prigozhin (e Utkin), e anche se si sia trattato di una messa in scena. Cominciamo da quest’ultima ipotesi: la “sparizione” di Prigozhin dall’arena pubblica, fingendone la morte, permetterebbe al Cremlino di individuare gli elementi più oltranzisti rimasti all’interno del Gruppo Wagner dopo la ribellione dello scorso 24 giugno e di eliminarli, normalizzando quello che resta della Pmc che è ancora utile a Mosca per il suo ruolo all’estero. Un “esilio dorato” a Prigozhin sarebbe anche spiegabile come compromesso per il suo ritiro dalla scena politica del Paese a un anno dalle prossime elezioni, il cui esito oggi appare incerto, stante la notorietà che il leader della Wagner aveva acquisito durante il conflitto soprattutto per la sua aspra critica ai vertici militari, rei, secondo lui, di aver tenuto un comportamento criminale per non aver salvaguardato le vite dei soldati russi con una condotta della guerra troppo “tenera”.
Inoltre non bisogna dimenticare che la storia passata di Prigozhin è legata strettamente a quella del presidente Putin, e la sua effettiva eliminazione fisica potrebbe far uscire qualche retroscena poco piacevole per il leader russo, qualora Prigozhin abbia preso precauzioni in tal senso.
Per quanto riguarda la possibilità che effettivamente l’ex capo della Wagner sia morto nell’incidente, la sua eliminazione fisica in questo momento si porrebbe come la vendetta per la ribellione di giugno: Putin, in quella occasione, aveva infatti parlato di “tradimento” e il presidente della Federazione russa ha sempre dichiarato di non perdonare questo tipo di comportamento, dimostrandolo anche più volte nel corso della storia (vedasi caso Skripal).
La longa manus del Cremlino è quindi arrivata ai traditori della Wagner? In realtà Prigozhin è ancora vivo e passerà il resto della sua vita in un esilio dorato restando nascosto? Finché non sarà effettuato il test del Dna sui cadaveri recuperati nel luogo dello schianto del velivolo non possiamo dare una risposta definitiva.