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Questo articolo è la traduzione italiana di un articolo apparso sul ventesimo numero del magazine inglese di Inside Over, “The Perfect Storm”, dedicato alle conseguenze di un anno di guerra in Ucraina. Il magazine intero è leggibile a questo link, l’articolo in inglese è invece disponibile qui.

Inizialmente, l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte del Cremlino, lanciata il 24 febbraio dello scorso anno, avrebbe dovuto avere vita breve e si sarebbe dovuta concludere con la rapida conquista di Kiev. Tuttavia, ad un anno di distanza, quel piano è fallito: le forze ucraine hanno respinto con successo le truppe russe grazie ad una combinazione di determinazione e supporto dei Paesi occidentali.

Il conflitto ha avuto un impatto di ampia portata, rimodellando le nostre conoscenze in vari ambiti, tra cui operazioni e strategie militari, diplomazia, servizi segreti, sicurezza nazionale ed energetica, governance economica, e molti altri. In occasione del primo anniversario di questo conflitto che ancora imperversa, è fondamentale riflettere sulle sue lezioni chiavi da imparare.

Innanzitutto, del regine di Putin non ci si può fidare

Gli ultimi sei mesi della campagna militare russa contro l’Ucraina, insieme alle ripetute invasioni degli Stati confinanti e alla recente guerra ibrida contro l’Occidente, hanno dimostrato come gli accordi con il regime di Putin siano inaffidabili e possano rivelarsi anche deleteri. Nel 2014 la Russia invase l’Ucraina benché si fosse impegnata con il Memorandum di Budapest a rispettarne la sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Più recentemente, nonostante anni di trattative nell’ambito del Formato Normandia e del Protocollo di Minsk, il Cremlino ha conquistato un quinto del territorio ucraino. Azioni che evidenziano come qualsivoglia accordo stipulato con il governo russo andrebbe approcciato con cautela.

Il governo russo ha manifestato costantemente la propria inosservanza verso il diritto internazionale, le istituzioni liberali e vari accordi a livello globale, sia nei confronti dei propri alleati che dei propri rivali. Coinvolto in crimini contro l’umanità in Ucraina, violazione del principio di libera navigazione, militarizzazione alimentare e ricatto energetico, il regime di Putin costituisce una significativa minaccia per il futuro della nazione ucraina e le regole dell’ordine mondiale.

L’approccio della pacificazione, del dialogo e del compromesso con un aggressore si è rivelato inefficace in passato. Per raggiungere la pace nella regione è necessario che l’Occidente adotti una posizione forte e dura, in quanto è l’unica lingua a cui risponde il regime di Putin.

La vittoria del conflitto dipende dalle persone, non soltanto dagli armamenti

Nel 2021 la Russia stanziò per le spese di difesa circa 65 miliardi di dollari, una cifra dieci volte più grande di quella dello stanziamento ucraino. Nonostante il significativo investimento in attrezzature, il risultato del conflitto non ha però soddisfatto le aspettative russe. Il divario nella performance militare evidenzia l’impatto della leadership e dell’addestramento sull’esito del campo di battaglia.

Con un retaggio militare condiviso risalente ai tempi della Russia imperiale, i risultati contrastanti del conflitto offrono interessanti spunti di riflessione. Dal 1933 l’Ucraina ha preso parte al National Guard’s State Partnership Program, sottoponendosi ad addestramenti sul modello statunitense: un approccio che promuove l’emancipazione di giovani ufficiali e sottufficiali con ordini tattici, chiare spiegazioni delle intenzioni del comandante, e l’abilità di prendere decisioni in tempo reale sulla base di sviluppi situazionali. Attraverso esercitazioni realistiche, l’Ucraina ha coltivato una mentalità bellica che favorisce l’iniziativa individuale ed incoraggia una rigorosa valutazione, e tali pratiche hanno contribuito al morale elevato e alle prestazioni efficaci dei suoi combattenti.

In confronto, le forze armate russe fanno in larga parte affidamento su reclute e soffrono della mancanza di plotoni di sottufficiali professionisti, il che disincentiva sia l’iniziativa che i riscontri; le decisioni rimangono estremamente centralizzate e l’autonomia è limitata ai soli superiori. L’approccio bellico adottato dalla Russia è caratterizzato dall’assenza di flessibilità e da uno scarso livello di morale davanti a condizioni sfavorevoli sul campo di battaglia.

L’Ucraina è una lezione chiave nelle insidie del pensiero lineare

Inizialmente si pensava che un attacco russo ai danni dell’Ucraina si sarebbe concluso con la vittoria di Mosca. Tuttavia, in seguito alla sconfitta russa nella battaglia di Kiev, ci è voluto del tempo affinché gli esperti riconoscessero che i fallimenti iniziali non erano soltanto temporanei e che in questa guerra la Russia stava in realtà avendo la peggio.

Secondo un’altra ricorrente previsione, il conflitto avrebbe raggiunto un punto morto, simile a quello della Prima Guerra Mondiale, con le forze ucraine e russe entrambe barricate in trincea ed incapaci di compiere significativi passi in avanti. Tale previsione è stata smentita dalle varie controffensive ucraine, ma così come non è saggio presumere che tali controffensive perdureranno in futuro, è plausibile che questa guerra possa condurre a degli sviluppi imprevisti anziché protrarre gli stessi schemi.

La guerra ha dimostrato che il cyberspazio è un settore di conflitto a tutti gli effetti

Gli ultimi avvenimenti in Ucraina, tra cui l’invasione da parte della Russia, hanno dato vita ad un nuovo ruolo per il settore privato nei conflitti cyber, in quanto le aziende stanno partecipando attivamente ad operazioni cyber dirette. Ovviamente l’Ucraina dispone di un team competente per la difesa della cybersicurezza e che ha sventato con successo diversi attacchi, ma i loro sforzi hanno potuto contare sul sostegno di aziende private che hanno collaborato con il governo ucraino per incrementare il livello di cybersecurity del Paese.

Aziende leader nel settore tech quali Microsoft e Cisco hanno pubblicato dei report sul loro impegno difensivo, e anche aziende europee di cybersicurezza quali ESET sono state coinvolte.

È fondamentale che gli Stati Uniti, la NATO e i Paesi democratici della regione Indo-Pacifica instaurino collaborazioni efficienti con membri di rilievo del settore privato per assicurare operazioni nel cyberspazio senza interruzioni nel caso di un conflitto armato. Il National Cyber Security Centre del Regno Unito e la Joint Cyber Defense statunitense sono iniziative encomiabili,  ma non dispongono delle capacità per fare fronte alle sfide poste da scenari bellici su vasta scala. Un lezione importante, che ha insegnato al mondo come sia essenziale pianificare ed implementare meccanismi operativi all’altezza di tale sfida.

Imparare dalle lezioni

L’invasione ucraina ha fornito un’opportunità unica per valutare le capacità delle forze armate russe e l’impatto di varie tecnologie e strategie militari per la guerra moderna. Questo resoconto ha lo scopo di fare luce sulle lezioni chiave da trarre da questo conflitto, ma andrebbe anche tenuto a mente che, trattandosi di un conflitto in corso, impareremo altre lezioni negli anni a venire. Tra un anno esatto potremmo senza dubbio comprendere molto di più di ciò che si può imparare da questo conflitto.

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