Settimana nera per Elon Musk. La pubblicazione della sua biografia scritta da Walter Isaacson – l’autore che prima di dedicarsi all’eccentrico miliardario ha raccontato la storia di Leonardo da Vinci, Einstein e Steve Jobs – ha rivelato retroscena sull’intervento del fondatore di Tesla nella guerra in Ucraina sollevando le proteste di Kiev e il plauso di Mosca. L’imprenditore, non pago del suo ruolo in un conflitto in corso, ha espresso poi la sua opinione sulla questione di Taiwan e su quello che potrebbe presto diventare un altro fronte caldo scatenando l’immediata reazione del governo di Taipei.
Tutto è cominciato giĂ alla vigilia dell’uscita del libro di Isaacson quando su alcuni siti di quotidiani sono apparsi degli estratti dedicati alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Secondo le anticipazioni l’anno scorso Musk avrebbe ordinato ai suoi ingegneri di “spegnere” la rete di comunicazioni satellitari Starlink vicino la costa della Crimea per fermare un attacco ucraino contro la flotta di Mosca. L’imprenditore avrebbe agito così per impedire che una “piccola Pearl Harbour” nella penisola occupata potesse scatenare un contrattacco nucleare da parte di Vladimir Putin.
Musk ha poi precisato sul “suo” social X di non aver disattivato nulla ma di aver risposto in modo negativo ad una richiesta d’emergenza del governo ucraino per attivare Starlink nell’area del porto di Sebastopoli. Ha quindi difeso la sua decisione perchè “l’obiettivo era affondare gran parte della flotta russa lì all’à ncora. Se avessi acconsentito, SpaceX sarebbe stata complice di un atto di guerra e di un’escalation nel conflitto”. Kiev ha reagito accusandolo di “fare del male e incoraggiare dell’altro male” consentendo alle navi nemiche di colpire le cittĂ ucraine con i missili Kalibr. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, lo ha liquidato come “un cocktail di ignoranza ed ego ipertrofico”. Putin invece nel corso di una recente intervista ha definito Musk un “imprenditore di talento” e “una persona eccezionale”.
“Come ho fatto a finire in questa guerra?” si domanda Elon confessando al suo biografo che tra gli obiettivi di Starlink c’era il permettere alle persone di “guardare Netflix” e non farsi coinvolgere in conflitti. L’intervento del miliardario è cominciato in realtĂ quando, prima dello scoppio delle ostilitĂ , la Russia aveva neutralizzato i sistemi di comunicazione ucraini. Musk aveva quindi fornito migliaia di terminali Starlink necessari a garantire le connessioni internet nel Paese che sono tutt’oggi indispensabili per lo svolgimento delle operazioni militari di Kiev.
Nonostante gli interrogativi confessati ad Isaacson, nell’ottobre del 2022 Musk si era ritrovato invischiato nel conflitto nell’Europa dell’est proponendo anche un piano di pace basato su un referendum nei territori occupati che avrebbe dovuto stabilire la loro assegnazione alla Russia o all’Ucraina e riconoscere l’annessione della Crimea. Tale iniziativa aveva suscitato forti perplessitĂ a Kiev mostrando una certa ambiguitĂ nei confronti di Mosca.
L’altra grana per il miliardario di origini sudafricane è esplosa nelle ultime ore quando durante un suo intervento ad un incontro tech ha parlato di Taiwan dichiarando che da un certo punto di vista l’isola ribelle è un po’ come le Hawaii per gli Stati Uniti, “una parte integrante della Cina” la cui riunificazione è stata impedita dalla flotta americana nel Pacifico. Non si è fatta attendere la risposta di Joseph Wu, ministro degli esteri di Taiwan, il quale, dopo aver rigettato la visione di Musk, lo ha invitato con tono ironico a chiedere a Pechino di permettere in Cina l’utilizzo del social X.
Alcuni analisti prevedono che nel futuro del visionario patron di SpaceX e Tesla ci possa essere spazio per un impegno in politica ai più alti livelli. Di fatto Musk ha già poteri simili a quelli di un capo di Stato ed è diventato una figura che non è possibile ignorare. Piaccia o non piaccia, le sorti della guerra in Ucraina dipendono anche da lui.