Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rivelato che i primi carri armati M1A1 Abrams arriveranno in Ucraina la prossima settimana.
L’annuncio è arrivato nella giornata di giovedì 21 settembre dopo l’incontro al vertice col presidente ucraino Volodymyr Zelensky e contestualmente all’approvazione del prossimo pacchetto di aiuti militari per Kiev che comprende missili di difesa aerea, munizioni per lanciarazzi di precisione Himars, armi anticarro e proiettili di artiglieria tra cui anche quelli con munizionamento a grappolo.
Washington non ha incluso in questo lotto di armamenti i missili Atacms a lungo raggio – utilizzabili dagli Himars – nonostante Kiev li abbia piĂą volte richiesti per colpire piĂą in profonditĂ le linee logistiche russe e nonostante il parere positivo del Congresso Usa e delle agenzie di sicurezza statunitensi insieme al Pentagono, evidenziando così come questa decisione sia ascrivibile esclusivamente all’ufficio della presidenza.
“La prossima settimana, i primi carri armati americani Abrams saranno consegnati in Ucraina”, ha detto Biden alla Casa Bianca, insieme a Zelensky, durante la sua seconda visita negli Stati Uniti dall’invasione russa nel febbraio 2022.
A metà agosto il Pentagono aveva reso noto che il corso di addestramento sui carri armati di fabbricazione statunitense per la prima aliquota di soldati ucraini era terminato dopo 12 settimane di formazione intensiva, che aveva coinvolto circa 200 militari dell’esercito di Kiev.
Il personale ucraino in quest’ultimo mese era però rimasto in Germania, presso la base dell’Us Army di Grafenwoehr in Baviera, per ricevere un ulteriore addestramento a quanto pare dietro espressa richiesta dello Stato maggiore di Kiev.
Sappiamo che gli Stati Uniti consegneranno 31 M1A1 ricondizionati all’Ucraina, dopo che da essi è stato tolto il materiale “sensibile”: si ritiene che sia stata eliminata, ad esempio, la particolare corazzatura composita in uranio impoverito che avvolge le parti vitali dello scafo e delle torretta.
La formazione dei soldati ucraini è cominciata a maggio, e gli istruttori statunitensi presenti a Grafenwoehr hanno insegnato alle loro controparti a utilizzare la piattaforma a 360 gradi: dal tiro di base alle tattiche force-on-force a livello di battaglione.
Gli Abrams sono carri armati molto diversi rispetto a quelli usati dall’Ucraina e dagli eserciti occidentali (e in ultima analisi da tutti gli altri) in quanto sono propulsi da un motore a turbina di derivazione aeronautica, pertanto richiedono particolari accorgimenti manutentivi e una filiera logistica idonea al loro sostentamento. Da quest’ultimo punto di vista esiste infatti la possibilitĂ che l’Ucraina possa avere difficoltĂ a far fronte alla logistica necessaria per l’Abrams, ad esempio per l’ottenimento di pezzi di ricambio, lo stoccaggio e la manutenzione generale, in quanto il carro armato non è molto diffuso in Europa (solo la Polonia, oltre agli Usa lo utilizza nel continente europeo). Inoltre bisogna considerare che i consumi di carburante di questo Mbt (Main Battle Tank) sono maggiori rispetto a uno propulso da un classico motore a pistoni proprio per via del suo propulsore a turbina, quindi sarĂ necessario una linea di rifornimento piĂą costante.
I 31 Abrams, però, arriveranno in Ucraina in un momento decisivo per il decorso della controffensiva, che si sta sviluppando maggiormente nella parte meridionale del fronte (tra Zaporizhzhia e Donetsk), che è caratterizzato da un territorio pianeggiante ideale per i carri armati. Ma la Russia ha trascorso mesi a costruire complesse fortificazioni difensive che comprendono profonde trincee, campi minati molto estesi, bunker rinforzati e ostacoli anticarro.
Fortificazioni che hanno rallentato la velocitĂ della controffensiva ucraina insieme alla decisione dello Stato maggiore di Kiev di non concentrare le nuove forze (consistenti in 6 o 7 brigate meccanizzate/corazzate) ma di disperderle lungo tutta la linea del fronte, compreso quello orientale dove l’esercito ucraino ha ottenuto qualche successo a sud di Bakhmut.
Questa decisione riflette l’assunzione di una tattica “enemy oriented”, ovvero volta a consumare le risorse del nemico nella sua interezza piuttosto che puntare a ottenere importanti guadagni territoriali, che nel caso di uno sfondamento nel fronte meridionale potrebbero portare a trattative di cessate il fuoco da posizioni di forza.
Tornando brevemente alla situazione dal fronte meridionale, l’Institute for the Study of War (Isw) riferisce che gli ucraini sembra siano avanzati oltre i fossati anticarro russi e gli ostacoli a dente di drago che fanno parte delle prime due delle tre linee difensive nella regione, ma non si tratta di uno sfondamento in grande stile piuttosto di lenti progressi in precisi settori del fronte. La tattica ucraina, infatti, è quella di penetrare le linee e poi consolidare le proprie posizioni allargandosi ai lati, in modo da evitare che i russi contrattaccando possano tagliare il saliente così formato.