Il danno collaterale è tragicamente inevitabile in qualsiasi guerra, ma quando negli attacchi militari qualcosa va storto e vengono uccisi solo civili, senza colpire i designati nemici miliziani, si apre la porta a un’ampia gamma di domande. Una tale incresciosa situazione si è verificata di recente in Afghanistan, dove oltre 30 coltivatori di pinoli sono stati uccisi da un drone dell’agenzia centrale di intelligence (Cia). L’attacco del 19 settembre ha sconvolto questa nazione mediorientale. Pur non essendo estraneo alla guerra, un attacco americano contro dei civili, lontani da obiettivi terroristici, è insolito.
Agricoltori innocenti
I droni americani hanno colpito mentre sulla provincia orientale di Nangarhar cominciava a calare la notte. Oltre alle vittime, i droni americani hanno causato anche il ferimento di altri 40 lavoratori.
“Gli agricoltori avevano acceso un falò ed erano seduti insieme quando un drone li ha presi di mira”, ha detto l’anziano della tribĂą, Malik Rahat Gul, a Reuters.
L’attacco a Wazir Tangi aveva lo scopo di distruggere un nascondiglio di Daesh. I dettagli relativi a come invece abbia finito per colpire i coltivatori di pinoli non sono stati ancora rivelati, e forse non lo saranno mai. I residenti hanno espresso la loro rabbia per l’attacco, chiedendo scuse e rimborsi finanziari da parte di Washington.
“Tali errori non possono essere giustificati. Le forze americane devono rendersi conto che non vinceranno mai la guerra uccidendo civili innocenti”, ha detto Javed Mansur, un residente della cittĂ di Jalalabad dove, la mattina seguente, le vittime sono state sepolte.
Quest’anno, in Afghanistan, le vittime civili stanno per raggiungere un livello record. Le Nazioni Unite hanno stimato che nella prima metĂ dell’anno ci sono stati 1.366 morti e 2.446 feriti, ponendo i ritmi dell’anno in corso a un livello superiore a quello dei tre anni precedenti, ognuno dei quali ha fatto piĂą di 5mila vittime. Per essere chiari, l’Onu registra le vittime civili da tutte le fonti, compresi i gruppi terroristici come Daesh e le forze armate istituzionali, come l’America e i suoi alleati. Tuttavia, l’attacco dei droni sugli agricoltori ha messo l’America in cattiva luce, mentre il presidente americano Donald Trump continua a espandere il programma di droni statunitensi, e allo stesso tempo riduce la sua responsabilitĂ agli occhi dell’opinione pubblica americana.
Durante l’amministrazione dell’ex presidente Barack Obama, gli Stati Uniti hanno drasticamente intensificato l’impiego dei droni
Durante il suo primo anno di mandato, ha ordinato alla Cia e al Pentagono di lanciare piĂą droni di quanto avesse fatto il suo predecessore in 16 anni – 53 attacchi in Pakistan. Dopo aver esteso l’uso dei droni allo Yemen e alla Siria, anche Obama ha provocato la collera della stampa per la morte di civili. Per questo motivo, durante l’ultimo anno della sua presidenza, in Pakistan sono stati effettuati solo tre attacchi.
Sotto Trump nel 2017 nel solo Yemen ne sono stati effettuati 100, rispetto ai 44 di Obama nell’anno precedente, in questo stesso Paese. Inoltre, laddove i suoi predecessori hanno concentrato gli attacchi dei droni sui combattenti di Al Qaeda, l’esercito di Trump sta prendendo di mira tutti i militanti che si oppongono al governo afghano.
In Africa
Mentre tutti i rami dell’esercito americano in qualche misura usano i droni, è la Cia che, sotto Trump, ha ricevuto una rinnovata attenzione e non solo in Medio Oriente, ma anche in Africa. In Nigeria, i funzionari hanno detto che i droni americani hanno utilizzato l’aeroporto di Dirkou come base di fortuna per lanciare attacchi in Libia. Il maggiore Sheryll Klinkel, portavoce del Dipartimento della Difesa, ha negato che droni americani operino da Dirkou, nonostante un giornalista del New York Times li abbia visti decollare e atterrare.
La Cia ha anche aperto una base da 110 milioni di dollari ad Agadez, in Niger, diventata operativa all’inizio dell’anno. I droni delle basi in Niger sono usati anche in Somalia per colpire i terroristi di Al-Shabaab. Tra Cia e Pentagono nel 2017 sono stati effettuati 30 raid.
Quando Trump ha assunto l’incarico non ha solo incrementato gli attacchi dei droni, ma ha anche rimosso alcune delle responsabilitĂ civili, annullando un pezzo dell’ereditĂ di Obama. Quando Obama si è trovato sotto tiro per i danni collaterali, ha istituito diverse misure per mettere ordine nelle modalitĂ di svolgimento degli attacchi, che includevano un maggiore coordinamento tra i servizi segreti militari e la Cia, che dovevano condividere un unico database per analizzare i bersagli e valutarne i relativi livelli di minaccia.
Inoltre, ha creato quello che è noto come Presidential Policy Guidance (Orientamenti politici presidenziali). Questo manuale specificava che in caso di attacco in un’area al di fuori di una zona di guerra, l’intero gabinetto del presidente doveva essere d’accordo e, cosa importante, ci doveva essere la “quasi certezza” che i civili non sarebbero rimasti intrappolati nel fuoco incrociato.
Nessuna responsabilitĂ
Indubbiamente sotto Trump queste misure sono state bandite in quanto residui di un’epoca che cerca di cancellare. Se le regole fossero state scritte da George W. Bush, un presidente repubblicano, forse Trump sarebbe stato disposto a rispettarle.
In modo cruciale, Trump ha revocato un ordine esecutivo di Obama che ordinava alla Cia di riferire sulle vittime civili al di fuori delle zone di guerra. Secondo un portavoce del Consiglio di sicurezza delle Nazioni, questa azione rimuove “gli obblighi di informativa superflui, che non migliorino la trasparenza del governo, ma distraggano i nostri professionisti dell’intelligence dalla loro missione primaria”. Anche se è vero che il National Defense Authorization Act (Ndaa – Legge di Autorizzazione della Difesa Nazionale) richiede alla Casa Bianca di presentare un rapporto annuale sulle vittime civili, queste informazioni si limitano alle comuni zone di guerra, come l’Iraq e l’Afghanistan. Inoltre l’Ndaa non si applica alla Cia, come invece prevedeva l’ordine esecutivo dell’era Obama. Di conseguenza, un attacco della Cia in Africa non produrrebbe una relazione da presentare al Congresso.
La rimozione degli obblighi di segnalazione da parte della Cia arriva in un momento in cui la Casa Bianca sta aumentando la sua dipendenza dai velivoli senza equipaggio. Il Bureau of Investigative Journalism ha stimato che ci sono stati 2.243 attacchi di droni nei primi due anni del mandato di Trump. In confronto, ce ne sono stati solo 1.878 in tutti gli otto anni dell’amministrazione di Obama. Con la recente uccisione di innocenti agricoltori afghani e l’aggressiva irruzione della Cia in Africa, forse i rapporti informativi dovrebbero aumentare piuttosto che diminuire.