Gli Stati Uniti proseguono nella loro strategia di dissuasione contro l’Iran che non vuole cedere alle condizioni imposte da Washington sul nucleare. Il Pentagono, dopo l’approvazione del segretario della Difesa Patrick Shanahan, ha deciso di schierare altri missili Patriot in Medio Oriente, dopo che l’intelligence ha riscontato possibili minacce per le forze e gli interessi statunitensi. L’obiettivo è quello di innalzare uno “scudo” che impedisca ogni azione/reazioni di Teheran nel caso di una escalation.

Intanto il gruppo da battaglia della portaerei Uss Abraham Lincoln, e la nave per operazioni d’assalto anfibio Uss Arlington, sono in rotta per il Golfo dell’Oman. Dirette verso il Golfo Persico dove incroceranno proprio a largo dell’Iran, se necessario. I bombardieri strategici B-52 sono invece tornati nelle basi aeree del Qatar.

La via negoziale non è esclusa, lascia trapelare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha confidato ai giornalisti incrociati davanti alla Casa Bianca: “Mi piacerebbe che mi chiamassero”, riferendosi agli ayatollah che governano la Repubblica Islamica iraniana; ma ha ribadito la posizione ferma e sbrigativa del governo statunitense sul programma nucleare iraniano: “Semplicemente non vogliamo che abbiano armi nucleari, non chiedo molto”, riferendosi alla volontà dell’Iran di raggiungere la capacità di arricchire l’uranio e aumentarne le riserve. Intanto il segretario di Stato Mike Pompeo si è recato a Bruxelles per discutere con i rappresentati di Gran Bretagna, Germania e Francia – tutte potenze coinvolti nei negoziati sul nucleare iraniano – dei “dossier” definiti “urgenti”. È la seconda volta che il segretario di Stato americano modifica i suoi programmi in maniera repentina. Questa volta ha dovuto annullare la visita prevista a Mosca prima di recarsi a Sochi dove incontrerà Vladimir Putin ed il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

Secondo quanto riportato dall’Cnn, fonti dell’intelligence statunitense avrebbero dimostrato che l’Iran sta spostando missili balistici a corto raggio e missili da crociera a bordo di imbarcazioni della guardia rivoluzionaria iraniana nel Golfo Persico. Questi missili, imbarcati su queste piccole imbarcazioni conosciute come dhow sono ritenute una minaccia rivolta alla portaerei Uss Lincoln che verrà portata in mezzo allo Stretto di Hormuz per inviare un segnale chiaro a Teheran e rispondere alle numerose provocazioni e minacce lanciate nei confronti degli Stati Uniti negli ultimi mesi.

Per parte sua Teheran, che non ha comunque smentito formalmente le dichiarazioni delle fazioni estremiste sulla possibilità di “affondare con un solo colpo” le portaerei americane, definisce quelle riportate dal governo Usa delle “false accuse”. Il portavoce del Consiglio supremo Keyvan Khosravi ha parlato di  “un maldestro tentativo di utilizzare un evento già conosciuto per la loro guerra psicologica”, aggiungendo però che l’Iran, se minacciato, è pronto a reagire con durezza ad un eventuale “uso della forza” da parte di Washington. “I negoziati con gli americani non avranno luogo e gli americani non avranno il coraggio di intraprendere un’azione militare contro di noi”, ha invece dichiarato il generale Yadollah Javani della Guardia Rivoluzionaria iraniana.

Il sistema Patriot

Le batterie Patriot sono sistemi mobili di difesa aerea e missilistica progettati per la proteggere obiettivi focali – quali basi militari o siti sensibili – innalzando una griglia di difesa che copre un’area relativamente piccola. La versione più recente del Patriot, il Pac-3 (Patriot Advanced Capability-3 Missile Segment Enhancement), è un intercettore hit-to-kill che elimina i bersagli attraverso una collisione cinetica, mentre le varianti precedenti facevano affidamento su testate a frammentazione esplosiva – che diffondevano una ‘rosa’ di shrapnel come la cartuccia di un fucile a pompa.

I funzionari del Pentagono hanno definito questo spiegamento una “opzione in caso di fallimento della deterrenza” nel caso fosse necessario “rispondere” a una minaccia. Il sistema Patriot è “pensato per essere un’arma di natura difensiva“, pertanto come tale va considerata, hanno tenuto a precisare i funzionari del Pentagono. Lo stesso non vale per le unità navali inviate nel Golfo, che invece sono proprio le piattaforme necessarie a sferrare un’operazione offensiva su vasta scala.

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