Non solo Baghdad, nel mondo arabo in queste ore brucia nuovamente un’altra capitale. A Tripoli un raid ha centrato in questo sabato sera un’accademia militare nella periferia sud della cittĂ . E si temono decine di vittime: il primo bilancio stilato da fonti del ministero della sanitĂ  libico, ha parlato di 8 vittime ma di un numero molto elevato di feriti. Dopo alcune ore, il bilancio ufficiale è salito a 26 morti ma c’è chi parla anche, come l’agenzia spagnola Efe, di 42 vittime. In ogni caso, si tratta di uno degli episodi piĂą cruenti dall’inizio della battaglia per la presa di Tripoli ed è destinato a far ulteriormente aumentare la tensione tra le varie parti in lotta nella capitale libica.

L’attacco delle forze di Haftar

L’accademia oggetto del raid è stata quella posta nel quartiere di al Hadhba, zona meridionale di Tripoli non lontano dal fronte in cui giorno dopo giorno le milizie vicine al governo di Al Sarraj si contendono pezzi di territorio con l’esercito guidato dal generale Khalifa Haftar. L’edificio bersagliato si trova talmente vicino alle zone degli scontri da poter essere raggiunto anche da colpi di artiglieria. Ed in effetti il sito Libya al Ahrar, come riferito da AgenziaNova, ha parlato di un attacco a colpi di mortaio portato a termine da alcuni uomini del Libyan National Army, per l’appunto l’esercito di Haftar. Ma c’è chi invece ha fatto riferimento ad un attacco aereo, portato a termine dai piloti dell’aviazione fedele al generale della Cirenaica.

Dagli ospedali di Tripoli sono arrivati video che ritraggono diversi corpi carbonizzati, molti con ancora la divisa dell’esercito addosso. Si presume dunque come le vittime siano in gran parte giovani studenti dell’accademia colpita. Il ministero della sanitĂ  del governo di Al Sarraj è in queste ore impegnato ad aggiornare il bilancio delle vittime, che potrebbe essere molto elevato. L’esecutivo con base a Tripoli, ha ovviamente puntato il dito contro Haftar, attribuendo al generale la responsabilitĂ  dell’attacco avvenuto non lontano dalle linee del fronte.

Raid anche nei pressi dell’aeroporto di Tripoli

Oltre al grave episodio sopra descritto, dalla capitale libica in questo sabato sera sono arrivate testimonianze anche di bombardamenti non lontano dall’aeroporto di Mitiga. Si tratta dell’unico scalo funzionante a Tripoli, usato anche come base per l’aviazione vicina ad Al Sarraj. Ma, secondo diversi esponenti dell’esercito di Haftar, in quest’area si troverebbero anche diversi droni consegnati nei mesi scorsi dalla Turchia. La violenza degli attacchi di queste ore, potrebbe essere ricollegata proprio all’eventualitĂ  sempre piĂą vicina dell’arrivo di soldati turchi dopo l’accordo tra Tripoli ed Ankara. 

Di certo gli episodi di questo sabato sera avranno come conseguenza quella di far aumentare la tensione non solo nella capitale libica, ma in tutto il paese. E questo in giornate cruciali per il futuro della Libia.

Possibili obiettivi turchi nel mirino dell’aviazione di Haftar

Intanto da Bengasi arrivano indiscrezioni secondo cui, nei bombardamenti avvenuti nei pressi dell’aeroporto Mitiga, sarebbero rimasti uccisi alcuni miliziani filo turchi. Anzi, come specificano alcuni media vicini al Libyan National Army, l’obiettivo dell’aviazione di Haftar era proprio quello di colpire i gruppi trasportati a Tripoli dalla Turchia. Si è parlato anche di vittime turche, ma questa ipotesi al momento non è stata confermata. Appare comunque sempre più certo che lo scalo della capitale libica è stato preso di mira proprio in vista dell’arrivo a Tripoli di miliziani portati dalla Siria. Tali gruppi, come già specificato nei giorni scorsi, sarebbero stati contattati da Ankara per essere trasportati dalla provincia siriana di Idlib fino alla Libia e dare manforte alle milizie vicine al governo di Al Sarraj. Ahmed Al Mismari, in una conferenza stampa tenuta a Bengasi poche ore prima dei raid, ha affermato che alcuni bus che trasportavano mercenari filo turchi sarebbero stati bombardati poco dopo il loro arrivo. Sempre in questo sabato pomeriggio, il parlamento libico riunito a Bengasi ha dato mandato all’esercito di intervenire nelle strutture usate dalla Turchia per trasportare propri militari o combattenti nel paese nordafricano. Il raid di questo sabato sera dunque, potrebbe essere stato il primo episodio strettamente collegato al mandato ricevuto dall’Lna dai parlamentari libici.

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