La controffensiva ucraina potrebbe essere una realtà tra aprile e maggio. “È già pianificata e in diverse direzioni” ha detto il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, secondo il quale i tempi dell’avanzata dipenderanno dal “momento più adatto” e dalle condizioni meteorologiche, soprattutto per quanto riguarda il temuto fango ucraino. Questo elemento, che contraddistingue il suolo del Paese a causa dell’umidità nelle prime fasi della primavera, è decisivo soprattutto per quanto riguarda lo spostamento dei carri. Tra questi, come spiega Kiev, dovrebbero esserci anche i Leopard di fabbricazione tedesca. “In primavera abbiamo un terreno molto umido. Possono essere utilizzati solo veicoli cingolati. Penso che il momento giusto possa essere verso aprile-maggio” ha precisato il ministro ucraino.
L’annuncio di Reznikov detta i potenziali tempi di una controffensiva che in questa fase della guerra, specialmente a est, può essere cruciale, se non decisiva. Le forze russe hanno continuato ad avanzare lentamente strappando territori e villaggi all’esercito ucraino. Kiev ha resistito all’urto di Wagner e reparti delle forze regolari russe, ma le battaglie sono estremamente cruente e le perdite – per quanto impossibili da valutare in modo preciso – sono state importanti da entrambe le parti. Il tributo di sangue e il dispendio di mezzi e munizioni pesa sull’offensiva russa quanto sulla controffensiva ucraina. Ed è per questo che da Kiev chiedono rinforzi e hanno frenato su possibili avanzate nel tardo inverno.
Ad ammetterlo è stato lo stesso presidente Volodymyr Zelensky, che in un’intervista al quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, ha descritto la situazione sul fronte orientale “difficile”, in attesa di munizioni e aerei da parte degli alleati. “Stiamo aspettando munizioni dai nostri partner”, ha chiarito il capo dello Stato ucraino.
A questo proposito, la Polonia ha già emanato un provvedimento per aumentare la produzione di munizioni a favore di Kiev. Il premier Mateusz Morawiecki, in conferenza stampa, ha incoraggiato “le aziende private, le aziende statali, le entità straniere a raccogliere rapidamente la sfida di creare nuovi impianti di produzione di munizioni sul territorio polacco”. Il ministro francese Sebastien Lecornu ha detto al quotidiano Le Figaro che Parigi raddoppierà la fornitura di proiettili da 155 mm all’Ucraina, utili per gli obici Caesar e Panzerhaubitze 2000. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha confermato, come espresso già nell’ultimo summit di Bruxelles, che l’Ue si è impegnata a consegnare un milione di munizioni entro l’anno.
Intanto, anche da parte di Mosca si attende la controffensiva di Kiev e le notizie riportate dalla Federazione confermerebbero l’arrivo delle forniture occidentale all’esercito ucraino. La notizia rilasciata dalla Difesa russa sull’abbattimento di una bomba Glsdb conferma che l’annuncio sulla consegna di questi ordigni dato a gennaio si è già concretizzato. E mentre gli Himars continuano a colpire le linee russe, alcuni giorni fa era stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitri Medvedev, a dire che lo Stato maggiore di Mosca era consapevole della prossima controffensiva.
Uno scenario che Mosca teme soprattutto per le tempistiche: le battaglie in Donbass hanno fiaccato le truppe, che necessitano di un ricambio e di rifornimenti. L’arrivo dei mezzi occidentali, inoltre, può essere un grande banco di prova per tutti: tanto per le unità ucraine che per quelle russe. Pochi Leopard (Berlino ne ha consegnati 18) non possono rivoluzionare il corso di una guerra, ma rappresentano una novità importante per la possibile spinta verso est delle unità di Kiev e un messaggio anche politico. In che modo saranno utilizzati e se l’addestramento sarà stato sufficiente, lo deciderà il terreno.