Nella giornata di mercoledì 22 marzo, sono apparse online immagini di carri armati russi T-54 e T-55 caricati su treni che potrebbero essere diretti verso il fronte ucraino. Nella fattispecie, si tratta di due versioni del T-54: la 3 (del 1951) e la B (del 1959). A tal proposito è singolare che, nelle riprese, il fondo sia stato oscurato, come a voler impedire qualsiasi tipo di geolocalizzazione da parte di esperti di Osint (Open Source Intelligence).
Attualmente non possiamo sapere se i tank siano in viaggio verso l’Ucraina oppure in movimento per raggiungere la Uralvagonzavod, la principale fabbrica russa (situata nella zona degli Urali) che produce gli Mbt (Main Battle Tank) per l’esercito di Mosca, o sue affiliate, per effettuare lavori di modernizzazione.
La storia del T-54
Il T-54 entra a far parte dell’Armata Rossa a partire dal 1949 e ha un disegno originale che risale al 1944. Ne sono state costruite alcune varianti in numerosissimi esemplari: in totale circa 35 mila T-54 sono usciti dalle fabbriche sovietiche per equipaggiare gli eserciti del Patto di Varsavia e di altri alleati e partner dell’Urss sparsi per il mondo. In particolare la versione nota come T-54-3 risale al 1950 entrata in servizio l’anno successivo. La torretta, in questo carro armato, è stata rimodellata dandole la caratteristica forma a cupola e dotata di un nuovo mirino telescopico, ma il pezzo principale è rimasto il cannone da 100 millimetri della serie D-10, con le rispettive munizioni stoccate in torretta, come classicamente avviene per i carri sovietici/russi, e nello scafo.
L’armamento secondario è costituito da una mitragliatrice antiaerea da 12,7 millimetri e una coassiale rispetto al cannone da 7,62. Anche qui l’equipaggio è di quattro uomini (capocarro, artigliere, servente e pilota) e il motore è rappresentato da un diesel V12 raffreddato a liquido da 520 cavalli di potenza. Il peso complessivo in assetto di combattimento si aggira intorno alle 38 tonnellate per una velocità su strada di 55 Km/h e un’autonomia di 340/400 chilometri. La produzione totale per questo modello si è estesa dal 1952 al 1955.
Il T-54B viene ideato nel 1957 ed entra in servizio due anni più tardi. L’innovazione principale, in questo carro armato, risiede in un sistema di stabilizzazione del tiro su due assi che però non risolve i problemi di precisione della serie “54”, il cui pezzo principale (sempre da 100 millimetri) è molto impreciso durante il tiro in movimento. Nel 1959, ai T-54B viene fornito un sistema a infrarossi per la visione notturna ed è stato prodotto sino a tutto il 1958.
A metà degli anni Cinquanta un’ulteriore modernizzazione del T-54 dà vita al T-55: questo carro armato possiede un nuovo propulsore (il V-55 da 581 cavalli), una corazzatura più spessa e un sistema di protezione NBC (Nuclear Biological Chemical) di base per l’equipaggio. Si stima che ne siano usciti 27 mila esemplari dalle fabbriche sovietiche complessivamente, quindi per tutti i Paesi utilizzatori, e forse rappresenta il carro più longevo per quanto riguarda la produzione, che è terminata solo nel 1981.
Entrambi i carri armati possono usare munizionamento He (High Explosive) e il T-55 anche l’Heat (High Explosive Anti Tank). I carri hanno una spessa corazzatura ma non sono dotati di protezione reattiva, quindi risultano vulnerabili ai colpi Ap (Armour Piercing) e a un certo tipo di munizionamento a carica cava. Innumerevoli le guerre e i conflitti a cui hanno partecipato: dai più sconosciuti sino alla Prima guerra del Golfo del 1991, dove peraltro hanno dimostrato tutti i loro limiti in combattimento insieme ai T-62 trovandosi ad affrontare carri moderni come gli statunitensi M1A1 Abrams.
Tank obsoleti e inadeguati?
Sia i T-54/55 sia i T-62 hanno poche chance di sopravvivere anche a uno scontro coi più moderni T-72, utilizzanti munizionamento HEAT e APFSDS (Armour Piercing Fin Stabilized Discarding Sabot) in più i T-54/55 non potendo utilizzare la stessa tipologia di colpi (eccezion fatta per gli HEAT) sono quasi del tutto inutili in un confronto tra carri armati.
I T-62 sono già presenti da tempo sul campo da battaglia ucraino: a fine maggio vi avevamo raccontato dell’arrivo di questi tank al fronte. I T-62 sono stati tenuti in servizio attivo fino all’inizio degli anni 2010, pertanto rimangono il tipo di Mbt che ha la prontezza operativa più alta nei depositi di carri armati russi. Negli anni ’80, sul finire della Guerra fredda, i T-62 erano stati ritirati dalle divisioni sovietiche di prima linea e vennero assegnati a unità di seconda e terza linea: in quegli anni questi carri erano in servizio nei distretti militari della parte asiatica dell’Urss, lasciando quindi quelli più moderni a occidente.
La Russia, grazie alla filosofia di immagazzinamento dei propri veicoli corazzati e blindati, può contare su immensi depositi ereditati dall’Unione Sovietica che li ospita in tre diversi livelli di prontezza. Pertanto è ragionevole pensare che, qualora i T-54/55 siano diretti verso l’Ucraina, l’esercito russo abbia già provveduto da mesi al loro ricondizionamento per poter essere impiegati in battaglia.
Come detto, questi carri armati non sono molto utili per affrontare gli Mbt avversari, infatti la Russia in questo conflitto sta usando i T-62 principalmente come “pezzi di artiglieria campale mobili”, ovvero come i normali obici e cannoni trainati.
Questo, se da un lato permette di ammassare un notevole volume di fuoco in breve tempo, a discapito di penetrazione (che per truppe e ricoveri improvvisati non serve) e precisione (quest’ultima però ovviata dalla concentrazione di fuoco stesso), dall’altro accorcia rapidamente la vita utile delle canne. Il pezzo principale di un carro armato non è concepito per un volume di fuoco sostenuto, come la canna di un obice ad esempio, quindi la sua anima si consuma più velocemente e necessita di essere cambiata con più frequenza obbligando a far rientrare il carro in fabbrica (o centro logistico principale), ove si procede al sollevamento della torretta e alla sostituzione del pezzo. Risulta pertanto probabile che anche i T-54/55 verranno impiegati, se vedranno il fronte, allo stesso modo.