Donald Trump potrebbe cambiare strategia in Afghanistan, decidendo di inviare al più presto nuove forze sul campo e con più poteri, per fronteggiare l’avanzata dei Talebani. A rivelarlo, è il Washington Post, che ha citato fonti provenienti direttamente dal Pentagono. Secondo il quotidiano americano, il piano previsto dai consiglieri militari dell’amministrazione americana prevedrebbe l’invio nel Paese di altri tremila uomini, che si andrebbero a sommare agli 8400 già presenti sul campo, oltre a una serie di regole più snelle per permettere al Pentagono di autorizzare raid aerei e blitz su tutto il fronte. L’annuncio potrebbe arrivare entro il 25 maggio, giorno in cui vi sarà la riunione della Nato a Bruxelles.Dopo la Siria e la Corea del Nord, ora è la volta del Paese che, dal 2001, vede i soldati statunitensi occupare il suo territorio per sconfiggere la minaccia jihadista, di Al Qaeda e Talebani. L’ultimo episodio, quello del lancio della Mother of All Bombs per distruggere un campo di addestramento jihadista nel Paese, aveva già chiarito come la nuova amministrazione americana non avrebbe rinunciato a un impegno pieno nel paese martoriato da ormai quindici anni di guerra interna. Una guerra che non sembra voler finire e che anzi, negli ultimi mesi, sta subendo anche una rapida escalation dovuta a un rinnovato impegno militare talebano su tutto il territorio. Nelle ultime settimane, i Talebani hanno annunciato, infatti, di voler intraprendere una nuova e decisiva campagna di liberazione del Paese per sconfiggere la coalizione internazionale e riconquistare il potere perso nel corso degli anni a seguito del conflitto.Il problema dell’Afghanistan per Trump è di triplice natura: economico, politico e propagandistico. Dal punto di vista economico, l’Afghanistan rappresenta un costo enorme per i contribuenti americani. Ed anzi, potrebbe essere proprio il costo della nuova strategia a frenare il presidente nell’invio di un nuovo contingente così numeroso, proprio per il rischio di far parlare di sé come un presidente che chiede ai suoi cittadini ancora più spese per guerre esterne. Però è anche vero che un’iniziativa di rafforzamento delle truppe per sconfiggere definitivamente i talebani potrebbe essere letta in una chiave diversa, ovvero come volontà di chiudere, finalmente, una guerra che per molti americani rappresenta ormai soltanto una spesa eccessiva.Dal punto di vista politico, sia interno, sia internazionale, la nuova strategia rappresenterebbe il rilancio del Pentagono in uno scenario di guerra in cui è fondamentale. Le forze armate americane rappresentano in Afghanistan la forza più presente e quella che ha un ruolo di primaria importanza. Niente a che vedere con la colazione internazionale in Siria ed Iraq, o altri impegni in altre parti del mondo. L’Afghanistan è la guerra americana per eccellenza, nonostante un impegno internazionale di moltissimi Stati, fra cui l’Italia. Trump potrebbe quindi decidere di attivarsi proprio per dare un segnale, e cioè che con lui, con “l’uomo nuovo” al comando, l’America chiude i conti con i suoi nemici. Un tema molto sentito da Donald Trump anche in campagna elettorale, quando accusava Barack Obama e Hillary Clinton di aver lanciato gli Stati Uniti in guerre infinite scatenando solo ondate di focolai in tutto il mondo. Il tycoon aveva un solo obiettivo in campagna elettorale sul fronte internazionale e delle guerre condotte dagli Stati Uniti, e cioè lo “start winning”, iniziare a vincere.Questo messaggio, lo “start winning” diventa di fondamentale importanza in ottica sia internazionale sia interna. Di fronte ai propri alleati e ai propri nemici, Donald Trump vuole dimostrare che il suo mandato sarà un mandato differente da Barack Obama, con il quale vuole scavare un solco molto profondo. L’idea trumpiana è quella di chiudere i conti e mostrare i muscoli. Una strategia tipica di un businessman che vuole concludere un affare, ma che in politica internazionale può spesso essere difficile da sostenere di fonte alle potenze emergenti e antiche del mondo.Dal punto di vista interno, il messaggio è rivolto al suo partito e ai suoi elettori. Al partito repubblicano sicuramente potrebbe piacere un cambio di strategia contro i Talebani, perché rappresenterebbe la chiusura del cerchio di un conflitto iniziato dal partito stesso e che lo stesso partito potrebbe concludere. Come i missili in Siria e le minacce alla Corea del Nord, l’impegno sul fronte di Kabul potrebbe avere un ottimo impatto sulla visione di Trump all’interno dell’establishment e del partito. E questo annuncio potrebbe anche rappresentare un grandioso messaggio propagandistico per tutto il suo elettorale. Donald Trump vuole terminare le guerre, e, in questo, vuole essere ricordato come un Presidente che decide le sorti del proprio Paese senza dover rendere conto a nessuno.
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