Via libera degli Stati Uniti agli alleati europei per l’invio dei caccia F-16 all’Ucraina. L’amministrazione guidata da Joe Biden avrebbe comunicato di non opporsi ad un eventuale trasferimento a Kiev dei suddetti jet, in dotazione a varie nazioni dell’Europa. L’indiscrezione, riportata dalla Cnn, è emersa da fonti della delegazione Usa presenti al G7 in corso a Hiroshima in Giappone.
La mossa della Casa Bianca arriva nel momento in cui l’amministrazione statunitense sta subendo pressioni da parte di Democratici e Repubblicani per aiutare Volodymyr Zelensky a procurarsi aerei in una fase delicata della guerra, mentre gli attacchi russi danno l’impressione di intensificarsi.
Eppure, fino a poche ore fa, Washington dava l’impressione di essere molto scettica in merito al dinamismo europeo mostrato, in particolare, dal primo ministro britannico, Rishi Sunak, e dal leader olandese, Mark Rutte. Direttamente da Londra, i due leader hanno infatti lanciato una coalizione internazionale per aiutare il governo ucraino a procurarsi gli aerei da combattimento F-16.
Un’iniziativa rilevante, ma che si sarebbe rivelata inutile senza la fumata bianca di Biden, visto che i jet in questione sono prodotti da Washington, e che i Paesi che li hanno in dotazione (25, per un totale di circa 3mila velivoli) devono ricevere l’autorizzazione Usa prima di trasferirli, eventualmente, all’Ucraina.

La decisione degli Usa su gli F-16
A quanto pare, l’azione congiunta di vari Paesi europei sugli Stati Uniti ha dato i suoi frutti. Washington, autorizzando l’invio degli F-16 all’Ucraina, ha così superato un’altra delle linee rosse che Biden aveva tracciato per evitare una escalation del conflitto. Come se non bastasse, questa mossa è rilevante perchĂ© la tecnologia a bordo di questi jet è di fabbricazione americana.
Nel frattempo, un portavoce del dipartimento della Difesa Usa consultato dal sito Politico ha dichiarato che la Casa Bianca, pur avendo escluso l’invio diretto di aerei da combattimento a Kiev, non si opporrebbe a iniziative in tal senso da parte di Paesi terzi.
Altri passi in avanti potrebbero essere fatti nell’addestramento dei piloti. Secondo quanto riportato da Yahoo News, che ha ottenuto in esclusiva una valutazione interna dell’aeronautica americana, servirebbero solo quattro mesi per addestrare i piloti ucraini nell’utilizzo dei caccia F-16, e cioè un lasso di tempo molto piĂą breve di quanto immaginato in un primo momento.
Il documento conterrebbe una valutazione dettagliata effettuata alla fine di febbraio e all’inizio di marzo presso la Morris Air National Guard Base di Tucson, in Arizona, sede del 162esimo Stormo della US Air Force.

Le ragioni dell’incertezza
Ci si potrebbe chiedere per quale motivo gli Stati Uniti abbiano cambiato idea sull’invio degli F-16 a Kiev soltanto adesso. L’analista militare Tom Cooper elenca alcune ragioni.
Innanzitutto, tra le varie analisi, c’è da fare un discorso economico, visto che, a seconda del loro equipaggiamento, gli F-16 revisionati costano 30-40 milioni di dollari ciascuno, mentre un’ora del loro tempo di volo si aggira sui 40-70mila dollari. Sono poi stati concepiti per essere utilizzati con il supporto di agenzie di intelligence e altri supporti, senza i quali la loro utilitĂ rischia di essere ridimensionata.
Certo è che l’obiettivo dell’Ucraina consiste nel rafforzare il suo sistema di protezione aerea. E gli F-16, agli occhi di Kiev, risultano i mezzi più ideali, visto che sono in grado di intercettare i missili russi o effettuare attacchi mirati.
Ricordiamo, infine, che Washington e altri Paesi della Nato hanno progressivamente inviato a Zelensky razzi guidati, droni, carri armati e da ultimo missili a lungo raggio. Adesso potrebbe presto arrivare la volta degli F-16.