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Mentre la diplomazia si sta giocando le sue ultime carte per evitare un’operazione militare russa in Ucraina, che sembra sempre più possibile, il Donbass si infiamma sempre più col rischio di un’espansione, quasi naturale, del conflitto. In questo contesto, per nulla rassicurante, ci arrivano immagini, da fonti occasionali, di mezzi militari russi posizionati e in movimento lungo il confine ucraino su cui è stato dipinto uno strano segno distintivo.

Andiamo con ordine. Nelle prossime ore si terrà una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza russo sotto la presidenza di Vladimir Putin, mentre ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale alla Casa Bianca. Il tema principale è l’Ucraina e a quanto sembra i due leader sembrano disposti a un ultimo tentativo di dialogo per poter arrivare a una soluzione diplomatica della crisi che sta tenendo l’Europa col fiato sospeso. Sempre ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito telefonicamente il suo omologo russo per cercare di mediare, ma non abbiamo ancora la certezza dell’esito della telefonata che, a quanto sembra, è stata relativamente breve.

Questa mattina un comunicato dell’Fsb (Federalnaja Sluzba Bezopasnosti), il servizio di sicurezza russo che sovrintende anche alla sorveglianza dei confini della Federazione, ha reso noto che un colpo di artiglieria ucraina ha distrutto una postazione di controllo a ridosso del confine nella regione di Rostov. Si tratta del secondo incidente in pochi giorni, che segue i due colpi di mortaio indirizzati oltre confine, sempre nella stessa regione, dello scorso sabato. Azioni simili non sono nuove: nel 2014, nelle fasi iniziali della crisi che perdura sino a oggi, fonti russe riportano che sono stati decine i colpi di mortaio indirizzati in territorio russo dagli ucraini, ma in quegli anni le condizioni militari e strategiche erano molto diverse rispetto a quelle attuali.

A margine di questa situazione, ma per nulla da considerarsi su un piano secondario, sono stati notati diversi mezzi militari russi nella regione di Belgorod, quindi a pochi chilometri dal confine ucraino, con un particolare segno distintivo dipinto, anche frettolosamente, sulle fiancate o in posizione posteriore. Si tratta di una Z in un riquadro che potrebbe avere un significato molto particolare: si tratterebbe di un segno distintivo di identificazione “friend or foe” (amico o nemico) che si utilizza in battaglia per riconoscere otticamente i propri mezzi rispetto a quelli del nemico e così evitare casi di “fuoco amico”, che nella casistica recente russa hanno rappresentato un problema non indifferente. Nel conflitto georgiano del 2008, ad esempio, le forze russe hanno fatto registrare numerosi casi di fuoco amico proprio per una carenza di dispositivi elettronici affidabili “friend or foe”.

Tali segni ottici vengono apposti soprattutto quando, dai due lati “del fronte”, le forze militari che si affrontano utilizzano la stessa tipologia di mezzi militari, come è il caso di Russia e Ucraina che condividono nei propri arsenali carri T-72 o sistemi di artiglieria semovente come i 2S1 Gvozdika o i 2S19 Msta, per non parlare dei veicoli da trasporto truppe corazzati e altri Aifv (Armoured Infantry Fighting Vehicle). Questa scelta viene però comunque presa anche quando la differenza tra gli assetti coinvolti sia ben delineata: durante la Guerra del Golfo nel 1991, i mezzi corazzati statunitensi e altri veicoli avevano dipinta, sulla mimetizzazione “desert”, una chevron nera con lo spigolo verso l’alto in modo da rendere riconoscibile il mezzo nello sfondo omogeneo dell’ambiente desertico e identificarlo come “amico”, ma questa soluzione comunque non impedì qualche caso di fuoco fratricida.



Non è chiaro il perché della scelta della Z per i veicoli russi visti, per il momento, nell’oblast di Belgorod. La nostra Z non esiste nell’alfabeto russo, però, sapendo che spesso i russi usano anche l’alfabeto occidentale oltre che il cirillico, possiamo provare a pensare che sia un “gioco di parole” a indicare la parola Zapad (in russo scritto Запад), che significa “ovest”. Si tratta ovviamente di ipotesi che non hanno modo di essere confermate, così come quella che riferisce che possano essere veicoli utilizzati proprio durante l’esercitazione militare russo-bielorussa Zapad 2021, che si è tenuta tra il 10 e il 16 settembre scorso. Ci risulta molto difficile credere, invece, che si tratti della Z di Zelensky: una possibilità originata più dalla goliardia della rete che da effettive motivazioni di tipo militare.

Da questo punto di vista sarebbe interessante poter osservare se anche i cacciabombardieri da attacco al suolo Su-25, presenti su entrambe le sponde, oppure Su-34, hanno visto comparire qualche altro tipo di segno distintivo. In ogni caso c’è sempre la possibilità che quanto visto rappresenti, ancora una volta, la maskirovka russa, ovvero l’arte – in questo caso tattica – di confondere il nemico con false informazioni, continui movimenti di truppe e tutte le attività di propaganda che ben conosciamo per spostare l’attenzione su un settore del fronte piuttosto che su un altro. Se così fosse, la lente di ingrandimento posta verso l’oblast di Belgorod potrebbe coprire un maggiore schieramento di uomini e mezzi nel settore di confine con le repubbliche separatiste del Donbass, che potrebbero quindi essere il vero e principale obiettivo di un’operazione militare limitata russa in Ucraina.





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