La Russia e gli Emirati Arabi Uniti stanno continuando i colloqui per l’acquisizione da parte di Abu Dhabi di cacciabombardieri russi Sukhoi Su-35S “Super Flanker”. “I negoziati proseguono, sia per la fornitura di Su-35, sia per lo sviluppo di un nuovo caccia di quinta generazione” sono state le parole di Dmitry Shugaev, direttore del Servizio Federale per la Cooperazione Tecnico-Militare di Rostec, così come riporta l’agenzia russa Spuntnik.
Non è la prima volta che gli Emirati Arabi dimostrano interesse per il velivolo di Sukhoi. Già nel 2017 lo stesso Shugaev, durate la manifestazione internazionale Idex, aveva affermato che l’Aeronautica di Abu Dhabi era interessata a “parecchie dozzine” di Su-35. Sergey Chemezov, direttore di Rostec, in quella stessa occasione ebbe e dire che un accordo preliminare era stato siglato e che il programma di acquisto sarebbe dovuto essere “un progetto di lungo termine”.
Come parte dell’accordo era da subito stato stabilito che la Russia si dovesse adoperare per lo sviluppo di un velivolo di quinta generazione in collaborazione con gli Eau. La Russia, tramite la Uac, il colosso statale che progetta e fabbrica i velivoli militari di Mosca, dovrebbe provvedere alla cessione di tecnologia e fabbricazione in loco di un nuovo velivolo leggero di quinta generazione molto probabilmente una variante del Mig-29/35. La necessità di Abu Dhabi di rivolgersi a Mosca è stata determinata dalla volontà occidentale di non fornire agli Eau tecnologia di quinta generazione ma al massimo di generazione 4++: sul piatto infatti c’erano solo i Typhoon e i Rafale con gli Stati Uniti che avevano rifiutato di vendere gli F-35.
I contatti con la Russia, avvenuti per i Su-35, sono proseguiti nel corso di questi due anni e sembra che ormai si sia giunti in dirittura d’arrivo per la firma del contratto di acquisto e di costruzione per un nuovo caccia. A ottobre la Tass riportava che gli Emirati Arabi erano vicini al raggiungimento dell’accordo per l’acquisto di “più di uno stormo” di “Super Flanker”.
“Lo vogliono davvero tanto. Più del numero necessario per uno stormo ma l’esatto quantitativo sarà specificato nel corso delle negoziazioni che si terranno a novembre durante il Dubai Air Show” erano state le parole – allora non ufficialmente confermate – di una fonte anonima dell’agenzia stampa di Stato russa.
Oggi, proprio da Dubai, sembra che arrivino voci di conferma sul raggiungimento di un accordo preliminare, ma per il momento non c’è ancora nessuna conferma da parte delle autorità russe o degli Emirati.
Gli Emirati Arabi sembrano così allinearsi a una tendenza diffusa: guardare alla Russia per l’acquisizione di sistemi moderni, con cessione di tecnologia, là dove l’Occidente – ed in particolare gli Stati Uniti – si rifiutino di cedere questo tipo di tecnologia.
Il caso turco, che abbiamo ampiamente enucleato per la sua importanza geopolitica, è emblematico: la cessione di tecnologia è per Ankara un requisito fondamentale e imprescindibile per acquistare un sistema d’arma straniero. Ora sembra che anche gli Emirati Arabi si siano posti nello stesso solco richiedendo a Mosca collaborazione per un velivolo di quinta generazione oltre all’acquisto dei Su-35, che sembrano riscuotere un discreto successo sul mercato internazionale essendo stati richiesti anche dalla Turchia.
L’eventuale acquisto dei Su-35 da parte di Abu Dhabi farebbe rientrare gli Emirati Arabi nel raggio d’azione del Caatsa, il provvedimento del governo americano entrato in vigore nel 2017 che impone sanzioni a chiunque sia in affari con la Russia (ma anche con Iran e Corea del Nord) con particolare attenzione alla vendita di armi di ogni tipo.
Non sappiamo se, come avvenuto per la Serbia o per la stessa Turchia, gli Stati Uniti cerchino di evitare diplomaticamente che gli Emirati Arabi si affidino alle “armi di Mosca”: la presenza militare americana sul territorio – la base aerea di al-Dhafra – ne fa uno dei Paesi chiave dell’area del Golfo Persico e Washington potrebbe cercare di mediare in qualche modo la possibilità di elevare sanzioni così come avvenuto per l’India. D’altra parte non sarebbe la prima volta che un Paese alleato degli Stati Uniti, in quell’area, decida di acquistare armamento russo: l’Arabia Saudita è in trattativa da tempo (2017) con Mosca per i sistemi da difesa aerea S-400 e, come riporta Ria Novosti in uno stringato comunicato datato 17 novembre, sembrerebbe che le condizioni finali del contratto di fornitura siano in fase di discussione.