Le condizioni dei Rohingya in fuga dalla Birmania si fanno sempre più critiche.  Due mesi dopo il primo scoppio delle violenze nello Stato di Rakhine, in Myanmar, l’afflusso di rifugiati musulmani in Bangladesh continua a crescere. Ci troviamo davanti a un esodo di massa con più di 600mila persone hanno attraversato il confine. O, per usare le parole dell’artista cinese Ai Weiwei, ci troviamo davanti a un genocidio.

I profughi che hanno abbandonato la Birmania per raggiungere il vicino Bangladesh non hanno trovato alcuna consolazione. La vita nei campi profughi è tremenda. I centri sono sovraffollati, le condizioni di vita all’interno sono spaventose e i rischi derivanti dalla crisi sanitaria sono estremamente pericolosi.

“Azione contro la Fame”, una Ong presente in Bangladesh dall’inizio delle tensioni, afferma che a trovarsi nelle condizioni peggiori sono i ragazzi al di sotto dei 18 anni, che ora rappresentano oltre il 54% dei rifugiati. “Quello che abbiamo visto in entrambi i Paesi è molto inquietante. È stato un livello enorme di sofferenza a causare uno spostamento così rapido e massiccio della popolazione”, ha dichiarato Isabelle Moussard-Carlsen, direttrice delle operazioni di Azione contro la Fame.

Possibili sterilizzazioni volontarie nei campi Rohingya

Secondo quanto scrive il Guardian, il Bangladesh starebbe progettando di introdurre la sterilizzazione volontaria per i campi di Rohingya, dove quasi un milione di profughi vive in spazi ristretti e nella promiscuità, dopo il fallimento delle campagne per incoraggiare il controllo delle nascite.

Nei campi le condizioni sono disumane: mancano cibo e servizi igienico-sanitari e i funzionari locali temono che una mancanza di pianificazione familiare potrebbe erodere ancora di più le risorse.

Pinti Bhattacharjee, capo del servizio di pianificazione familiare nel distretto di Cox’ s Bazar, dove sono allestiti i campi, spiega come sia molto scarsa la consapevolezza del controllo delle nascite tra i  Rohingya. Le famiglie sono numerosissime: ci sono coppie che hanno addirittura 19 figli e molti uomini hanno più mogli. Finora sono state fatte campagna di contraccezione, che però non sono servite a nulla. 

Per questo le autorità sanitarie che si occupano di pianificazione familiare hanno chiesto al governo di approvare un piano per lanciare sterilizzazioni volontarie, quali vasectomia per gli uomini e legatura delle tube per le donne, ha riferito ancora Bhattacharjee, dicendosi però consapevole che, anche in questo caso, si tratterebbe di una strada in salita, ostacolata da pregiudizi e rifiuti, primi fra tutti quelli di tipo religioso.