È caccia agli hacker” negli Stati Uniti. Il Federal Bureau of Investigation vuole arrestare sei agenti del Gru, il servizio di spionaggio militare russo, colpevoli di aver lanciato una serie di attacchi cibernetici negli ultimi cinque anni. Tra i bersagli degli agenti segreti di Vladimir Putin ci sarebbero la casella mail del capo di Stato francese, e i terminali di Corea del Sud e Giappone. L’obiettivo era quello di bloccare i computer per danneggiare le importanti manifestazioni sportive che hanno escluso gli atleti della Federazione Russa per doping.

I sei agenti dell’intelligence di Mosca, che farebbero parte di una unità speciale per compiere attacchi attraverso il world wide web – collegata secondo i servizi britannici alla postazione 74455 – avrebbero cercato di hackerare l’indirizzo mail di Emmanuel Macron durante le elezioni presidenziali del 2017 e i terminali su quali si stavano predisponendo le Olimpiadi di Tokyo 2020. Un altro reato grave cui gli agenti del Gru sono stati collegati sembrerebbe essere l’attacco cyber subito da numerose aziende americane situate in Pennsylvania – forse un allenamento, dicono gli esperti – oltre a un ente sanitario: l’Heritage Valley Health System. La violazione dei terminali, secondo l’Fbi, avrebbe arrecato gravi danni a molti pazienti. Il sospetto potrebbe essere addirittura quello dell’eliminazione di qualche paziente “sgradito”. Ma si tratta soltanto di congetture sulla scia dell’avvelenamento dell’oppositore politico di Putin, Aleksej Navalny, raggiunto da un  corretto con il Novichok mentre era in volo sulla Siberia.

Una lunga scia di crimini “occulti” alla quale l’Occidente sembra aver deciso di volersi opporre con fermezza ora che l’Fbi ha trovato le prove per supportare questa decisione di dissuadere il Cremlino dal commettere ulteriori illeciti a livello internazionale. “Sono stati chiari. Non accettano le norme riconosciute da tutti e invece intendono continuare con il loro comportamento cibernetico distruttivo e destabilizzante”, ha dichiarato senza abbandonarsi a giri di parole il vicedirettore dell’Fbi David Bowdich.

La dura affermazione del vertice del Bureau giunge dopo una lunga lista di accuse mosse nei confronti dell’intelligence russa – una delle più esperte e attive nel campo degli attacchi cibernetici alle potenze avversarie, e non meno in quello delle eliminazioni in stile Guerra Fredda. Gru e Fsb (l’erede del Kgb) sono considerati i protagonisti di numerose operazioni condotte oltre i confini nazionali: dall’eliminazione di ex-spie alle frodi bancarie che prosciugano i conti degli americani, al tentativo di rubare dati sensibili dalle mail di personalità di altissimo livello, a quello di influire sulle elezioni di potenze avversarie – come le presidenziali statunitensi del 2018. Il Gru avrebbe inoltre tentato di violare server del governo britannico per “controllare”, e all’occorrenza cancellare, le informazioni collegabili all’avvelenamento di Skripal, avvenuto sul suolo britannico.

Il fattore non trascurabile delle “prove” acquisite dall’Fbi, che accusano gli operativi dei servizi segreti russi di essere colpevoli di un numero non trascurabile di crimini, dimostrerebbe, come ipotizza sul Corriere della Sera Fabrizio Dragosei, che gli agenti di Mosca non siano affatto infallibili. Anzi. Secondo gli esperti di spionaggio questi fallimenti sarebbero il sintomo di grandi cambiamenti all’interno del servizio segreto russo. Un’entità che secondo il Cremlino è ingiustamente sottoposta ad una sorta di “ciaccia alle streghe” fomentata da Washington e che sarebbe puntualmente impegnata, sempre secondo Mosca, ad alimentare una perenne campagna anti-russa nell’America contentale e in tutto l’Occidente.