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Sembrava che fosse ormai fuori dai radar, arroccata dietro la statua di Caterina II che guarda il mare. E invece, proprio da quel mare, il Mar Nero, Odessa potrebbe presto (il condizionale è d’obbligo) dover respingere un ipotetico assalto russo.

Gli indizi non mancano, a cominciare dagli ultimi movimenti di sei sottomarini russi, che avrebbero lasciato Sebastopoli, in Crimea, per avventurarsi in mare aperto. Pare, inoltre, che il Cremlino stia cercando di dispiegare sistemi di difesa aerea sull’Isola dei Serpenti, a conferma di come Mosca voglia prepararsi ad ogni evenienza.

Insomma, il quadrante meridionale, lato marittimo, torna improvvisamente al centro dei riflettori. Considerando che l’esercito russo ha conquistato gran parte della fascia costiera fino a Kherson, in teoria il prossimo obiettivo papabile rischia di essere proprio la citata Odessa. In tal caso, verrebbe confermata la strategia secondo cui la Russia vorrebbe creare un collegamento tra Donbass, Crimea e Transnistria.

Sottomarini in azione

Per quanto riguarda i sottomarini, sei mezzi facenti parte della flotta russa del Mar Nero (B-261 Novorossiysk, B-237 Rostov-on-Don, B-262 Stary Oskol, B-265 Krasnodar, B-268 Veliky Novgorod e B-271 Kolpino) avrebbero lasciato Sebastopoli. La notizia è stata data dalla Pravda, che ha ovviamente calcato la mano sulle intenzioni dei suddetti sottomarini, ma anche da fonti completamente opposte, come Radio Liberty.

In ogni caso, i media russi hanno fatto presente che i sottomarini attivati possono lanciare missili sull’Ucraina. Scendendo nello specifico, i sottomarini in questione possono raggiungere una portata fino a 7.500 miglia e lavorare per circa 45 giorni impegnando un equipaggio di una cinquantina di persone.

Oltre a siluri e altre armi, trasportano solitamente missili da crociera Kalibr. Nei giorni scorsi il Kyiv Independent ha scritto che la Russia aveva schierato nel Mar Nero, vicino alle coste ucraine, sei navi con oltre 50 missili da crociera in dotazione e due sottomarini.



La prossima mossa di Mosca

Nel frattempo il portavoce dell’amministrazione militare regionale di Odessa, Serhii Bratchuk, ha fatto sapere che i russi stanno dispiegando sistemi di difesa area sull’Isola dei Serpenti, un punto strategico dal quale poter teoricamente controllare le 12 miglia nautiche che circondano il minuscolo isolotto, che coincidono con quel corridoio che consente di dominare le rotte commerciali della regione.

L’ultima notte, intanto, a Odessa è trascorsa nella calma e senza bombardamenti. Tra l’8 e il 9 maggio scorsi, invece, la città ha ricevuto 25 attacchi missilistici, la maggior parte dei quali neutralizzata. Ricordiamo che lo scorso 10 maggio, invece, sette missili sono stati lanciati sulla città, colpendo un “bersaglio di infrastrutture turistiche” e causando un morto e diversi feriti. Poche ore prima, sempre a Odessa, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in visita nella città ucraina, è stato costretto a recarsi nei rifugi a causa dei bombardamenti.

Unendo tutti i punti del puzzle, c’è chi sostiene che la Russia possa puntare avviare un assalto su Odessa, via mare e via terra, e chi, invece, ipotizza che Mosca non abbia né forza né situazione a favore per tentare un’operazione simile.

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