A dispetto di un clima apparentemente più disteso dopo i negoziati, con russi e ucraini che sembrano trovare la quadra almeno su alcuni punti, tra l’Europa e la Russia le diatribe diplomatiche continuano a essere molto evidenti. Il gelo tra est ed ovest iniziato con l’escalation in Ucraina non sembra destinato a finire. A dimostrarlo sono le “espulsioni eccellenti” di diplomatici decretate nelle ultime ore da Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Repubblica Ceca. In questi Paesi alcuni membri dell’ambasciata russa devono fare le valigie in quanto accusati di attività di spionaggio.
La mossa di Belgio e Paesi Bassi
A destare molto clamore è stata la scelta del governo di Bruxelles, arrivata nel pomeriggio di martedì, di decretare l’espulsione di un alto numero di diplomatici russi. Così come annunciato dal ministro degli Esteri belga, Sophie Wilmés, sono 21 le persone accreditate come membri del corpo diplomatico di Mosca a dover lasciare il Paese. “Hanno due settimane di tempo”, ha reso noto il titolare della diplomazia al quotidiano Le Soir.
Comme annoncé en commission, la Belgique a décidé d’expulser 21 personnes travaillant pour l’ambassade et le consulat de Russie, qui ont été identifiées en tenant compte de leur implication dans des opérations d’espionnage et d’influence menaçant la sécurité nationale.
— Sophie Wilmès (@Sophie_Wilmes) March 29, 2022
Secondo il governo belga, i 21 diplomatici in realtà operavano quali spie al soldo di Mosca e raccoglievano informazioni delicate sulle attività di sicurezza del Belgio. Alcuni diplomatici attualmente sono accreditati come operatori dell’ambasciata di Bruxelles, altri invece lavorano al consolato russo di Anversa. Altri dettagli per il momento non sono stati resi noti. Si sa comunque che l’esecutivo belga ha agito in coordinamento anche con le autorità dei Paesi Bassi.
Da L’Aja, dove ha sede l’ambasciata russa, devono fare le valigie 17 diplomatici russi. Anche per loro l’accusa è quella di spionaggio a favore di Mosca. Un altro segnale di grande tensione tra l’Europa e la Russia. Anche perché le sedi diplomatiche di Bruxelles e L’Aja sono posizionate nel cuore politico dell’Ue, dove si trovano le principali istituzioni comunitarie o da dove comunque è possibile raggiungere agevolmente i palazzi del potere dell’Unione Europea. La scelta, fanno notare alcuni media belgi, era nell’aria. Da tempo i governi in questione avevano messo nel mirino le attività svolte all’interno di sedi diplomatiche russe. E non è detto che nei prossimi giorni non possano arrivare altri simili provvedimenti.
Continua la tensione tra Europa e Russia
Quelli di Bruxelles e L’Aja non sono stati gli unici governi nelle ultime ore a determinare l’espulsione di alcuni diplomatici russi. Nel pomeriggio anche da Dublino è stato annunciato l’allontanamento di membri dello staff della locale ambasciata russa. Il ministero degli Esteri irlandese ha confermato che almeno quattro diplomatici russi hanno ricevuto l’avviso di dover lasciare quanto prima il Paese. Il motivo è sempre lo stesso: “Facevano – si legge chiaramente in una nota – attività di spionaggio”. Notizie dello stesso tenore sono arrivate da Praga, dove un diplomatico di Mosca è stato espulso: “Assieme ai nostri alleati – ha annunciato tramite una nota il ministero degli Esteri ceco – stiamo riducendo la presenza dell’intelligence russa nell’Ue”.
In quattro capitali europee dunque nel giro di poche ore è stato decretato l’allontanamento di complessivi 43 diplomatici russi. Azioni svolte, come ribadito dai governi interessati, in coordinamento. Significa cioè che sono state scambiate informazioni tra le diverse forze di intelligence dei Paesi europei interessati e che la mossa è stata decisa di comune accordo. Non si è trattato quindi di singole scelte affidate a singoli governi, ma di un’azione più vasta. Un ulteriore segno di come il disgelo tra Russia ed Europa sia, indipendentemente dall’andamento della guerra in Ucraina, ancora molto lontano.