È giallo sul raid che ha colpito nelle ultime ore la Siria orientale, nei pressi del confine con l’Iraq.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sarebbero 52 i miliziani fedeli al presidente siriano Bashar al Assad rimasti uccisi nell’attacco condotto domenica ad Al Hiri, tra Abu Kamal ed Al Tanf, nella provincia siriana di Deir Ezzor. I combattenti sarebbero quasi tutti di origine irachena, ma la stessa Ong legata all’opposizione non esclude che possano aver perso la vita nel bombardamento anche sedici militari siriani e alcuni militanti libanesi. “Postazioni e obiettivi delle milizie di Hezbollah e di altre milizie fedeli alle forze del regime di nazionalità non siriane sono stati colpiti”, comunica l’Osservatorio.

Secondo il governo siriano l’attacco sarebbe stato portato a termine “da un drone americano”. A lanciare l’accusa attraverso l’agenzia di stampa governativa Sana è una fonte anonima dell’esercito di Damasco, che accusa la coalizione internazionale guidata da Washington di aver preso di mira le posizioni governative, dopo l’avanzata dei giorni scorsi su un asse di 40 chilometri che va dalla strada di Haqel al-Wared ad Ibn Mwain’e.

A puntare il dito contro le forze americane sono anche le milizie sciite irachene filogovernative, Hashd al-Shaabi, che hanno confermato la perdita di diversi uomini nel raid di domenica. “Gli aerei americani hanno sparato due missili teleguidati contro una postazione permanente delle Hashd al-Shaabi lungo il confine con la Siria, uccidendo 22 combattenti e ferendone 12”, riferiscono in una nota le milizie sciite. L’area bombardata, secondo i miliziani iracheni, si troverebbe “700 metri all’interno del territorio siriano”. 

L’Osservatorio ha precisato però come non risulti ancora chiaro chi abbia realmente condotto l’operazione. A smentire un coinvolgimento americano nell’attacco, è anche il maggiore Josh Jaques, portavoce del Centcom, che, interpellato dall’agenzia Reuters ha assicurato che “nessun membro della coalizione internazionale a guida americana ha effettuato bombardamenti vicino ad Abu Kamal”. Non è ancora del tutto chiaro, insomma, chi ci sia dietro l’attacco.

Intanto nell’area di Abu Kamal vanno avanti gli scontri tra l’esercito siriano, affiancato dai miliziani sciiti iracheni e libanesi, e le ultime sacche della resistenza jihadista. La zona era stata strappata agli uomini dell’Isis lo scorso anno, ma negli ultimi mesi i militanti del Califfato stanno lanciando diversi attacchi contro le truppe governative. Solo dieci giorni fa un’incursione di almeno dieci attentatori suicidi aveva provocato la morte di 25 militari dell’esercito di Assad e delle milizie alleate.

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