In questa foto non c’è un morto. Non ci sono né carne, né muscoli, né polpa né scheletro. C’è solo un lettino bianco in una stanza squallida sperduta chissà dove nel Donbass, in quella regione martoriata da due anni di guerra. Questo morto per l’Europa non esiste: è un’illusione ottica.[Best_Wordpress_Gallery id=”160″ gal_title=”Donbass”]La sua storia poteva essere la storia di qualsiasi uomo che calcava la terra ucraina. Magari era innamorato, forse era un soldato o forse un cittadino comune che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il cecchino che ti mette nel mirino, quella scheggia impazzita che ti trancia via gli organi…Basta un secondo per morire in Ucraina. O nel Donbass, terra ancora contesa. Ufficialmente ancora ucraina, ufficiosamente già russa. Confini labili come quello tra la vita e la morte.Già, la morte. È quella cosa che tutto livella: il ricco e il povero, il bello e il brutto, il filo-russo e il filo-Kiev. È una brutta bestia la morte: ti chiama all’improvviso e tu non hai nemmeno il tempo per guardarla in faccia perché ti ha già preso. E questo in Ucraina succede ogni giorno e a qualsiasi ora del giorno e della notte. Succede al filo-russo come al filo-ucraino. E non lascia scampo. Ma ancora peggio della morte è l’indifferenza del mondo. Dopo gli accordi di Minsk le grandi potenze si sono voltate dall’altra parte e hanno smesso di guardare ai morti.Per questo quello che avete davanti agli occhi non è un morto. E non è neppure carne, muscoli, polpa e scheletro. È solo un’ombra su un tavolo bianco di uno squallida stanza del Donbass.
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