L’esercito russo sembra preparare l’attacco principale che permetterebbe, qualora dovesse avere esito positivo, di conquistare tutta la regione del Donbass spingendosi sino al fiume Dnepr e di puntare, possibilmente, su Odessa dopo aver eliminato la resistenza nella zona di Mykolaiv.
Osservando le attuali direttrici dell’avanzata russa, che ancora procede a rilento, possiamo notare che la manovra si sta concentrando ancora per eliminare il saliente di Severodonetsk, attraverso diversi attacchi lungo gli assi di Izyum e Lyman a nord, e da Rubizhne e Popasna da sud. Contemporaneamente i russi stanno attaccando da Donetsk verso nord in direzione di Kostyantynivka, ma potrebbe trattarsi di una manovra di alleggerimento per stornare le truppe ucraine da quello che sembra essere l’obiettivo principale di questa parentesi della seconda fase del conflitto: la conquista della città di Kramatorsk per tagliare le retrovie delle truppe ucraine asserragliate nel saliente di Severodonetsk. Parallelamente i russi sono tornati a colpire con intensi bombardamenti di missili da crociera le città di Mykolaiv e Odessa: queste azioni potrebbero essere il preludio a un secondo tentativo di avanzata verso la città portuale sul Mar Nero.
Resta però il dubbio che l’operazione nel meridione ucraino non vedrà mai la luce, stante una serie di considerazioni tattiche: la prima riguarda la difficoltà intrinseca della manovra in sé, che porrebbe i battaglioni russi in condizione di esporre il loro fianco destro ai contrattacchi ucraini, essendo stretti tra l’entroterra del Paese e il mare, la seconda riguarda la consistenza delle forze che si stimano essere presenti in quel settore del fronte, che attualmente è poco presidiato rispetto a quello orientale.
Risulta che sulla riva occidentale del fiume Dnepr, tra il mare e la città di Novovorontsovka siano presenti elementi della 49esima Armata consistenti in 3 brigate meccanizzate e una di fanteria a cui si aggiungono una brigata di fanteria aviotrasportata, una di esploratori, una di esploratori paracadutisti e due reggimenti di fanteria motorizzata insieme a uno di fanteria aerotrasportata. Davanti a loro gli ucraini oppongono elementi della 60esima brigata di fanteria meccanizzata e della 28esima. Il rapporto di forze, però, potrebbe essere ancora diverso, considerando che non sappiamo esattamente i movimenti delle truppe ucraine e che il fronte in quel settore è lungo circa 160 chilometri.
Sempre nel settore meridionale, ma a est del fiume Dnepr, Mosca schiera elementi della 58esima Armata pronti a un eventuale attacco verso nord in direzione di Dnipro, in modo da circondare tutto l’oriente ucraino e, possibilmente, far crollare il fronte e ogni resistenza “al di là” dello Dnepr. Qui, su une linea di circa 130 chilometri, ci sono sei reggimenti di fanteria meccanizzata e uno di carri, senza considerare le unità di fanteria di marina (sei reggimenti) schierati sulla costa tra Berdyansk e Mariupol sino all’interno. Le unità di fanteria fanno parte della 19esima e 42esima brigata che molto probabilmente verranno impegnate solo quando (e se) il saliente di Severodonetsk verrà eliminato e comincerà la “grand strategy” su Dnipro in una manovra a tenaglia da sud e da nord.
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A oriente, come detto, si sta concentrando la maggiore attività dell’esercito russo: nel Donbass occupato, i russi possono contare sulle forze della Quinta Armata e su quelle dei separatisti, organizzati nella Prima Armata. In questa zona, che fronteggia gli ucraini lungo su un fronte di 140 chilometri, si trovano orientativamente 3 reggimenti di fanteria meccanizzata e quattro battaglioni, alle dipendenze del Primo Corpo d’Armata, della Settima Brigata e della 150esima Divisione.
A nord, sino a Kharkiv, sono presenti forze, da sud a nord, della 41esima, Seconda, Ventesima e Sesta Armata disposte su una linea lunga circa 260 chilometri. Qui i russi sembrano aver concentrato il grosso dell’esercito che può contare su almeno 9 brigate meccanizzate e diverse altre unità meno consistenti (battaglioni e reggimenti) di fanteria meccanizzata, fanteria di marina e fanteria semplice. Davanti a loro l’esercito ucraino dispiega 5 brigate di fanteria meccanizzata, una di fanteria leggera, una di fanteria, tre corazzate, tre blindate d’assalto, una da montagna e una aviotrasportata.
Qual è la composizione delle forze russe
Per chiarire meglio la consistenza delle forze russe è bene precisare in cosa consistono le unità base dell’esercito, ovvero i Btg, definiti “gruppi tattici di battaglioni”. La composizione di un Btg di fanteria meccanizzata consiste in un battaglione di fucilieri (circa 700 uomini), due compagnie di carri armati, un battaglione di artiglieria di obici semoventi, una batteria di artiglieria, un plotone anticarro con Atgm (Anti Tank Ground Missile), insieme a un battaglione di artiglieria anticarro, una squadra da ricognizione per il tiro di artiglieria, un plotone di controllo e ricognizione radar per la difesa aerea, una batteria missilistica antiaerea, un plotone con Manpads, una compagnia di esploratori e due equipaggi per Uav a corto raggio nonché un plotone di cecchini, uno di genieri, uno lanciafiamme dei reparti Nbcr infine un gruppo per l’Electronic Warfare facente capo a un battaglione per le trasmissioni. A questi si affiancano le compagnie/battaglioni di mezzi per la logistica. Tale unità si dispiega su un’area geografica profonda sino a 10 chilometri, mentre in una condizione difensiva è possibile schierarla su una linea di 5/8 chilometri lungo il fronte e fino a 5 di profondità.
Secondo stime approssimative, il raggio di avanzamento di un Btg russo è 250 chilometri, ma un’operazione su larga scala da parte delle forze armate della Federazione non può essere eseguita senza una vasta preparazione logistica, che è mancata in questo conflitto. Il “gruppo di battaglioni tattici” aumenta notevolmente il livello di autonomia dell’esercito e offre maggiore libertà di scelta al personale comandante (posizioni occupate da ufficiali nei ranghi di maggiore e tenente colonnello). L’uso diffuso dei Btg, però, ha portato a una riduzione dei collegamenti tra il quartier generale del gruppo e le unità tattiche effettivamente combattenti, causando quindi una carenza di coordinamento che è stata fatale nell’attuale conflitto.