Secondo quanto riporta la Tass l’intera flotta di Tupolev Tu-160 “Blackjack” sarà rinnovata e portata alla versione M2 entro il 2030.

Il vice ministro della Difesa russo, Yuri Borisov, durante una visita agli stabilimenti Kuznetsov di Samara – i più importanti costruttori di motori d’aereo della Russia – avvenuta mercoledì, ha dichiarato in una conferenza stampa: “Stiamo per acquistare l’intera flotta dei nostri bombardieri strategici Tu-160 nella loro nuova versione e portando avanti importanti miglioramenti degli esemplari già operativi dove solo la fusoliera rimarrà inalterata mentre tutte le dotazioni elettroniche di bordo ed i motori saranno sostituiti. Ecco perché avremo a disposizione la flotta rinnovata di questo bombardiere strategico nel 2030”.

Il Tupolev Tu-160 (“Blackjack” in codice Nato) è un velivolo quadrimotore con ali a geometria variabile che ricorda molto nelle linee generali il B-1B americano, pur essendo un aereo molto più grande e, secondo quanto riporta la Uac (United Aircraft Corporation) il bombardiere “più pesante” al mondo, ovvero con il peso massimo al decollo maggiore tra tutti i bombardieri esistenti. L’aereo è un bombardiere intercontinentale multi ruolo, capace ovvero di utilizzare munizionamento – convenzionale o nucleare –  a caduta libera (come avvenuto in Siria) o montando missili da crociera, con profili di missione che possono variare dalla penetrazione in territorio nemico ad alta quota o a bassa quota.

I primi progetti di questo bombardiere da parte del Bureau Tupolev sono fatti risalire ai primi anni ’70 ed il primo volo del prototipo fu effettuato il 18 dicembre del 1981. I successivi test degli esemplari di preserie furono condotti a partire dal 1984 mentre nel 1987 entrarono in servizio nella base aerea di Priluki (Ucraina) – sede del 184° reggimento da bombardamento pesante – i primi 19 esemplari operativi di questo velivolo. La produzione continuò ininterrottamente sino al 1992 quando fu terminata per mancanza di fondi dopo che ne erano stati costruiti 39 esemplari, di cui alcuni andati persi per incidente ed altri messi a terra per essere “cannibalizzati” per mantenere attiva la linea di volo durante il difficile decennio post dissoluzione dell’Unione Sovietica.

La versione M2

Ancora poco si sa della nuova versione del velivolo ed oggettivamente è difficile anche capire che tipo di lavoro di aggiornamento sia stato fatto sui vecchi velivoli: già in fase di produzione erano state apportate diverse modifiche, anche strutturali, per ovviare ai diversi problemi che affliggevano la macchina, rendendo così ogni esemplare praticamente diverso dagli altri. Quello che sappiamo sin’ora è che nella versione M2 è stato apportato un notevole upgrade dell’avionica di bordo: la Uac ha dotato infatti il bombardiere di un abitacolo interamente digitale, di nuovi sistemi di navigazione inerziale e di un nuovo radar tipo “phased array” Novella NV-1-70.

L’aereo monta anche delle nuove turboventole Kuznetsov NK-32.2 che, secondo quanto riporta la Uac, hanno una efficienza migliorata del 10% rispetto ai precedenti che permetterà al bombardiere di vedere la propria autonomia incrementata di un migliaio di kilometri portandola quindi a più di 13 mila.

Sempre Borisov mercoledì ha riferito che “il lavoro sui motori sta procedendo, in linea generale, in accordo con le tempistiche preventivate” e la Uac ha fatto sapere, in occasione del primo volo della nuova versione, che il rateo di produzione a regime sarà di 2 o 3 macchine l’anno sino ad arrivare ad un totale di 50. Il Tu-160M2 sarà dotato di nuovi missili da crociera Kh-555 – As-15 “Kent C” – oltre a poter continuare ad utilizzare i già noti Kh-55 e Kh-101.

Problemi di fondi?

La Russia quindi punta tutto sul nuovo “Blackjack” e la questione non ci sorprende affatto. Le sanzioni internazionali stanno avendo il loro effetto sull’industria militare russa che si è trovata a cancellare e rimandare altri progetti non solo aeronautici. Già avevamo fatto una panoramica sulla cantieristica navale attanagliata da ritardi e problemi di approvvigionamento delle turbine marine, ora si evidenzia anche l’aspetto “aeronautico” delle sanzioni, che sono calate come una scure sull’intero programma Pak.

Pak è l’acronimo di Perspektivny Aviatsionniy Kompleks (Prossimo Programma Aeronautico) e prevedeva il rinnovo dell’intera linea di volo dell’aereonautica russa: dai bombardieri agli aerei da trasporto passando per i caccia. Ad oggi solamente il progetto Pak-Fa per un caccia di quinta generazione è diventato reale: il Sukhoi Su-57 è stato recentemente ordinato nei suoi primi esemplari, dopo aver accumulato anch’esso ritardi notevoli. Il Pak-Da, ovvero il progetto per il nuovo bombardiere strategico, segna ancora il passo essendo stato prodotto solo un simulacro in legno della nuova ala volante subsonica che dovrebbe costituire la spina dorsale dell’aviazione da bombardamento strategico. Secondo fonti russe un primo prototipo dovrebbe essere prodotto nel 2020, ma riteniamo che i tempi si allungheranno ulteriormente.
Per quanto riguarda il nuovo caccia intercettore che dovrebbe sostituire il vetusto Mig-31, ovvero il progetto Pak-Dp, si parla di uno sviluppo iniziale non prima del prossimo anno, mentre per il nuovo aereo da trasporto strategico, il Pak-Ta, addirittura non ne sono ancora stati formulati i requisiti.

A riconferma delle cattive acque in cui naviga l’economia russa e delle sue ripercussioni sull’apparato militare giunge oggi la notizia sempre dalla Tass che lo sviluppo e produzione del missile intercontinentale mobile Rs-26 “Rubezh” è stato sospeso sino al 2027, preferendo destinare i (pochi) fondi al progetto del nuovo sistema Hgv “Avangard”.

Dopo la cancellazione dell’Icbm mobile su rotaia “Barguzin” è un’altra tegola che si abbatte sulle Forze Missilistiche Strategiche russe.

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