La Gran Bretagna non partecipa ufficialmente ad operazioni belliche dirette dal 2003, anno della guerra in Iraq. In quell’occasione, l’allora premier Tony Blair ha dato ampio appoggio al presidente Usa George W. Bush nel conflitto contro Saddam Hussein. Eppure, secondo un recente studio reso noto nei giorni scorsi dal Guardian, Londra dal 2011 in poi ha operato in almeno 19 Paesi. Il tutto con azioni segrete, usando le proprie forze speciali.
Perché il Regno Unito sceglie l’impiego delle forze speciali
Lo studio in questione è del gruppo di ricerca denominato Action on Armed Violence (Aoav). I membri hanno esaminato, non senza difficoltà, documenti e carte che hanno dimostrato la presenza britannica in Paesi in cui Londra ufficialmente non ha avviato operazioni speciali. Ed è proprio la segretezza il perno della questione. Mentre l’impiego di forze regolari e l’avvio di ogni operazione bellica prevede l’approvazione della Camera dei Comuni, l’uso delle forze speciali è esclusiva prerogativa del governo. Il primo ministro ne può disporre senza passare dal parlamento, tenendo quindi segreto il loro impiego.
Tra le forze speciali britanniche occorre annoverare in primo luogo il Sas, ossia lo Special Air Service, creata nel 1941 durante la seconda guerra mondiale. Ci sono poi i membri del Sbs, lo Special Boat Service, e dell’Srr, lo Special Reconnaissance Regiment. I membri di queste forze sono stati usati, secondo l’Aoav, in ben 19 Paesi e senza che opinione pubblica e parlamento ne fossero venuti a conoscenza. “L’ampio dispiegamento delle forze speciali britanniche in numerosi Paesi nell’ultimo decennio – ha spiegato al Guardian il direttore esecutivo di Aoav, Iain Overton – solleva serie preoccupazioni in merito alla trasparenza e al controllo democratico. La mancanza di approvazione parlamentare e revisioni retrospettive per queste missioni è profondamente preoccupante”.

Gli scenari dove ha operato Londra nell’ultimo decennio
Nello studio dei ricercatori dell’Aoav, si fa menzione in primo luogo del dispiegamento delle forze speciali del Regno Unito in Siria. Qui, nel 2012, Londra ha inviato propri uomini a supporto dei gruppi dell’opposizione al presidente Bashar Al Assad, nel contesto della guerra civile siriana. Una circostanza piuttosto controversa: se infatti Londra da un lato è sempre stata contro Assad, dall’altro però negli anni non è diventato più un mistero il fatto che dentro l’opposizione siriana fossero presenti molte sigle islamiste.
Altre operazioni sono state svolte in medio oriente dopo l’attentato compiuto sulla spiaggia tunisina di Sousse, nel 2015. In quell’occasione sono stati uccisi 30 turisti britannici e il premier di allora, David Cameron, ha dato mandato alle forze speciali di rincorrere e uccidere i leader jihadisti in tutta l’area mediorientale. Ci sono poi le operazioni attuate in Afghanistan, finite nel mirino di un’inchiesta dopo il sospetto di almeno 54 uccisioni sommarie avvenute tra il 2010 e il 2011. Tra le azioni menzionate nello studio dell’Aoav, c’è anche quella attuata in Nigeria nel 2012 per trarre in salvo un ostaggio britannico e italiano. Una simile operazione è stata svolta nelle Filippine nel 2019. Più di recente, nello scorso aprile le forze speciali sono state inviate in Sudan per permettere l’evacuazione dei cittadini britannici dal Paese sconvolto dai disordini scoppiati a Khartoum. Anche se in quel caso, secondo i resoconti del ministero della Difesa, il Regno Unito avrebbe usato i paracadutisti e reparti dei Royal Marines.
Nell’elenco dei Paesi dove hanno operato le forze speciali di Londra c’è anche la Russia. Qui nel 2014, per garantire la sicurezza degli atleti di Sua Maestà impegnati nei giochi olimpici invernali di Sochi, sono stati dispiegati membri del Sas. Sempre secondo i ricercatori dell’Aoav, il governo britannico ha autorizzato missioni segrete in Algeria, Yemen, Oman, Iraq, Libia, Kenya, Mali, Pakistan e Somalia. Nell’elenco anche due Paesi europei: Francia ed Estonia. Il Guardian ha fatto sapere di aver chiesto conferme al ministero della Difesa, ma non sono emersi commenti particolari. “È politica di lunga data dei governi di Londra – ha dichiarato un portavoce del ministero – non commentare le operazioni delle forze speciali del Regno Unito”.
La presenza britannica in Ucraina
Un capitolo a parte merita l’Ucraina. In primis ovviamente per l’importanza attuale del dossier in questione. Dall’inizio di quest’anno, sarebbero almeno 50 i membri delle forze speciali del Regno Unito schierati nel Paese in guerra contro la Russia. L’informazione è contenuta in uno dei documenti trafugati dal Pentagono e oggetto dello scandalo dei Leak esploso ad aprile.
Negli stessi rapporti, si legge che la presenza delle forze speciali Usa è invece limitata a 14 unità. La Francia, dal canto suo, avrebbe inviato non più di 15 membri delle proprie unità speciali. Londra appare quindi quella più attiva su questo fronte. Nei leak trafugati, non è stato però specificato il ruolo delle forze di Londra in territorio ucraino.