Nella regione di Kherson, conquistata da Mosca e adesso controllata da un’amministrazione filorussa, si terrà un referendum per l’annessione alla Russia dal 23 al 27 settembre, ovvero negli stessi giorni in cui si svolgeranno analoghe consultazioni negli oblast di Donetsk e Lugansk. A dare l’annuncio è stato il governatore separatista Volodymyr Saldo. Sempre nei giorni 23-27 settembre si terrà un medesimo referendum di annessione anche nella regione di Zaporizhzhia, come dichiarato da Evgeny Balitsky, capo dell’amministrazione militare-civile del territorio.

La richiesta di referendum è arrivata in un momento molto particolare del conflitto. Le truppe di Kiev avanzano e, dopo aver recuperato la provincia di Kharkiv, nelle ultime ore hanno anche conquistato un piccolo ma importante villaggio nella regione di Lugansk. “I russi hanno deciso di rispondere in modo asimmetrico alla controffensiva ucraina. Pensare che il ‘referendum’ illegale impedirà agli Himars e alle forze armate di Kiev di distruggere gli occupanti sulla nostra terra… Volete davvero impiegare il tempo necessario per scappare in un nuovo spettacolo?”, ha tuonato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak.

“Tenendo conto delle richieste delle organizzazioni pubbliche e degli abitanti della regione, i vertici dell’amministrazione della regione di Kherson hanno deciso di tenere un referendum sull’adesione della regione di Kherson alla Federazione russa”, ha scritto su Telegram Saldo, secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass. “Sono certo che la leadership della Federazione Russa accetterà i risultati del referendum e la regione di Kherson diventerà parte della Russia”, ha concluso il governatore nel suo messaggio.

La mossa di Mosca

Le parole di Saldo sono arrivate dopo che il Consiglio civico di Kherson, messo in piedi dalle autorità filorusse, ha chiesto alle autorità locali di “tenere immediatamente un referendum sull’ingresso della provincia di Kherson in Russia”. In un comunicato riportato dalla citata Tass, il Consiglio ha affermato di essere “certo che gli abitanti della regione di Kherson sosterranno pienamente l’iniziativa di adesione alla Russia”.

“Siamo certi che l’iniziativa verrà sostenuta con forza dagli abitanti della regione di Kherson e l’adesione alla Russia non sarà solo il trionfo della giustizia storica, ma proteggerà anche il territorio della regione, aprirà nuove opportunità nel percorso per la rinascita e il ripristino del potere della nostra terra e il ritorno a una vera vita pacifica”, ha aggiunto il presidente del Consiglio civico, Vladimir Ovcharenko.

Ma perché annunciare un referendum proprio adesso? Per provare a rispondere alla domanda può essere utile tornare ad analizzare quanto sta accadendo sul campo di battaglia. La Cnn ha scritto che, durante l’attuale controffensiva, le forze ucraine hanno ripreso il controllo di aree di Kherson, anche se i centri principali restano in mano ai russi.

In seguito all’annuncio del referendum dei separatisti del Donbass, l’indice Moex della Borsa di Mosca è crollato e segna adesso -5,4%.

La situazione militare a Kherson

Senza ombra di dubbio la Russia intende legittimare i territori conquistati, e dunque un referendum per la loro annessione era preventivabile. Il fatto è che adesso Mosca potrebbe impiegare il referendum come strumento di pressione per cercare di limitare l’offensiva ucraina. Se Kiev, infatti, dovesse attaccare il territorio russo, il Cremlino si sentirebbe legittimato a rispondere colpo su colpo.

In ogni caso, secondo quanto riferito dal capo del centro stampa congiunto, Nataliya Humenyuk, i russi a Kherson sono stretti tra le forze di difesa ucraine e la riva destra del fiume Dnipro, e alcuni comandanti russi stanno cercando di mettersi in contatto con i rappresentanti delle forze armate ucraine per deporre le armi e arrendersi. A detta di Humenyuk (ma l’informazione è da verificare), le forze avversarie sarebbero demoralizzate. “Ci sono informazioni che sono davvero demoralizzati, davvero non vedono lo scopo del loro soggiorno in questa direzione. Vedono che è più facile deporre le armi che spostarsi al confine, perché la regione di Kherson è lontana dal confine con la Russia, a differenza della regione di Kharkiv, e hanno un ostacolo significativo sulla loro strada, il Dnipro”, ha aggiunto.

Nel frattempo, a Mosca la Duma di Stato ha approvato emendamenti per modificare il codice penale in tema di diserzione, mobilitazione, legge marziale, tempo di guerra e resa come prigioniero di guerra. I legislatori russi hanno aumentato le pene ai soldati per “la resa volontaria” e per il saccheggio (rispettivamente a 10 e 15 anni di carcere); e hanno anche definito legalmente i termini “mobilitazione”, “legge marziale” e “tempo di guerra” nel codice penale della Federazione Russa. La camera alta del Parlamento russo, il Consiglio della Federazione, dotrebbe approvare definitivamente il pacchetto domani, dopo di che Putin se lo ritroverà sulla scrivania per la firma.