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La tregua informale in Iraq tra le milizie filoiraniane e la Coalizione a guida Usa che durava da ottobre è finita nella notte tra martedì e mercoledì, quando la Green Zone di Baghdad è stata oggetto di un attacco con razzi che ha provocato la morte di un bambino ed il ferimento di altre cinque persone.

L’attacco, diretto verso quella che è la zona più fortificata della capitale irachena sede delle legazioni e degli uffici del governo, è avvenuto poco dopo l’annuncio da parte di Washington del ritiro di ulteriori contingenti di truppe dal Paese devastato da anni di guerriglia.

Come riporta la Cnn, il segretario alla Difesa ad interim, Christopher Miller, ha annunciato martedì che gli Stati Uniti ritireranno un altro migliaio di truppe dall’Afghanistan e dall’Iraq entro il 15 gennaio 2021, pochi giorni prima che il presidente eletto Joe Biden si insedi.

Miller ha detto che il ritiro, che lascerà circa 2500 soldati in Afghanistan e più o meno lo stesso numero in Iraq, non equivale ad un cambiamento delle politiche o degli obiettivi degli Stati Uniti, ma non ha fornito dettagli sul piano e ha rifiutato di rispondere a ulteriori domande dopo l’annuncio di martedì al Pentagono. Attualmente ci sono circa 4500 soldati statunitensi in Afghanistan e 3000 in Iraq, questi ultimi disseminati in alcuni snodi chiave nel Paese, tra cui proprio la Green Zone, a difesa della legazione statunitense.

Almeno uno dei razzi lanciati la scorsa notte risulta essere caduto proprio nei pressi dell’ambasciata Usa, lasciando quindi supporre che fosse tra gli obiettivi principali dell’attacco.

L’esercito iracheno, come riporta Associated Press, ha detto che tre razzi sono arrivati fuori dalla zona protetta: uno ha colpito vicino all’ospedale di Baghdad, uno all’ingresso di un parco pubblico e un terzo è esploso in aria. Dei cinque feriti due, militari iracheni, erano all’interno della Green Zone, mentre gli altri, insieme alla vittima, erano all’esterno.

Durante l’attacco è entrato in funzione il sistema difensivo Centurion, che ha intercettato alcuni razzi diretti verso l’ambasciata americana a Baghdad.

Il Centurion è un sistema C-Ram (Counter Rocket Artillery Mortar) automatico, derivato dal Ciws (Close-In Weapon System) Phalanx installato su tutte le unità navali maggiori della U.S. Navy per la difesa di punto.

Sebbene entrambi i sistemi si affidino alla mitragliatrice a canne rotanti (Gatling) da 20 millimetri M61A1 Vulcan, c’è qualche differenza tra i due oltre al fatto che uno è montato su un rimorchio a pianale mobile mentre l’altro poggia su un robusto supporto per armi navali: è il fatto che il Phalanx spara proiettili tipo Mk 149 con anima in tungsteno perforante a perdita di involucro (Apds), mentre il Centurion utilizza proiettili M-940 Multipurpose Tracer-Self Destruct (Mpt-Sd) appositamente progettati per autodistruggersi a una certa distanza in modo che la raffica sparata non spazzi via un isolato di un centro abitato a chilometri di distanza. Una “filosofia” profondamente diversa: mentre per il Phalanx si cerca la penetrazione per distruggere missili e velivoli in arrivo, per il Centurion si cerca il minimo impatto per evitare i “danni collaterali” pur mantenendo l’efficacia distruttiva sui colpi di artiglieria i o razzi in arrivo.

Entrambi i sistemi sono però dotati di un simile radar di ricerca in banda Ku (la cupola in alto) e di un radar di tracciamento (situato sopra le canne dei cannoni nella parte anteriore del cilindro). Il Centurion utilizza sensori di acquisizione del bersaglio, tra cui il radar Firefinder a corto raggio An/ Tpq-36 della Northrop Grumman e il radar Lightweight Counter Mortar, per rilevare e tracciare i colpi sparati. Il sottosistema di controllo del fuoco, sempre di Northrop Grumman, previsto per il C-Ram utilizza software modificato dal sistema di comando e controllo da difesa aerea di area avanzata (Faad-C2) che interconnette i sensori e le armi dei battaglioni da difesa aerea a corto raggio dell’Esercito statunitense. La differenza sostanziale, quindi, sta proprio qui, nel software, poiché le minacce che devono affrontare i due sistemi sono diverse, così come l’ambiente in cui si trovano ad operare.

Entrambi presentano anche il medesimo sistema elettro-ottico per l’identificazione del bersaglio, il tracciamento e la valutazione dei danni. Il Centurion è un sistema autonomo che può funzionare da solo senza essere collegato in rete a un sistema difensivo integrato più ampio, sebbene possa comunque esserlo.

È stato sviluppato rapidamente proprio a seguito del conflitto iracheno, e da quando è entrato in servizio, nel 2004, è stato utilizzato per difendere installazioni delicate o importanti, appunto come nella Green Zone di Baghdad, e anche sistemi da difesa aerea più sofisticati, come le batterie di missili Patriot.

Ha un raggio d’azione abbastanza limitato, all’incirca sotto un miglio, proprio perché pensato non per abbattere velivoli o missili da crociera, bensì per spazzare via dal cielo, tramite i suoi proiettili autodistruggenti, colpi di mortaio o razzi, pertanto i tempi di reazione sono minimi.

Da quando è stato installato, all’inizio di quest’anno, a Baghdad, è entrato in azione almeno un’altra volta, a luglio, sempre in occasione di un attacco diretto verso l’ambasciata Usa, ed altri obiettivi nella capitale, effettuato con una salva di razzi.

L’attacco della scorsa notte non è affatto casuale proprio perché arriva a poche ore dall’annuncio dell’ulteriore ritiro delle truppe americane dal suolo iracheno: le milizie filoiraniane ne stanno approfittando per passare all’offensiva, come avvenuto anche al confine tra Israele e Siria, per riaffermare il loro controllo del territorio e minare la credibilità della Coalizione, nel contempo per mettere pressione sul parlamento di Baghdad che, in passato, davanti ad una recrudescenza di questo tipo di attacchi aveva chiesto a gran voce che gli Stati Uniti si ritirassero dall’Iraq.





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