Raqqa, fino al 17 ottobre scorso, era la capitale dello Stato islamico in Siria. Era il regno del terrore da cui partivano gli tacchi verso l’Europa e dove vivevano i leader che guidavano le bandiere nere. Era la capitale del sangue e delle brutali esecuzioni che venivano filmate e poi diffuse sui social network.

A cinque mesi di distanza dalla caduta delle bandiere nere, i curdi hanno trovato, sotto un campo di calcio nei pressi di un ospedale della città, una fossa comune che potrebbe contenere fino a 200 corpi di civili e miliziani uccisi.

Il precedente iracheno

A novembre del 2016, le immagini delle fosse comuni dello Stato islamico a Hamam al Alil, in Iraq, avevano fatto il giro del mondo. Qui l’esercito di Baghdad aveva trovato i cadaveri di oltre cento persone uccise. In molti casi, le vittime era stato legate alle mani e ai piedi per esser poi brutalmente eliminate.

Scriveva Asia News: “I soldati hanno individuato la fossa ad Hamam al-Alil attirati dal forte odore che si avvertiva durante le fasi di avanzamento verso la città, che si trova circa trenta km a sud di Mosul. Testimoni oculari riferiscono che la fossa è localizzata ‘in un’area incolta’ e ‘assomiglia a una discarica”.

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Per rendere il recupero dei cadaveri ancora più difficile, i terroristi avevano trappolato l’intero perimetro della fossa. La tecnica di sterminio dello Stato islamico era tragicamente perfetta, come spiegò Abdul Rahman al-Wagga: i miliziani “torturavano le vittime e poi le conducevano all’esterno, nell’area agricola, dove le ammazzavano a colpi di pistola o sgozzandoli”.

“I martiri dell’aeroporto”

Li chiamano “i martiri dell’aeroporto”. Sono i soldati siriani che, fino all’ultimo, hanno cercato di resistere all’avanzata di Daesh. Di loro, almeno 150 persone, è rimasto poco o nulla. Solo qualche oggetto – carte d’identità, scarpe o bracciali – consumato e reso giallo dalla sabbia che circonda l’aeroporto di Tabqa. Anche loro sono spariti nel vuoto. Portati via dalla sabbia e dall’odio jihadista.

#Syria A mass grave that contains around 150 martyrs from the Tabqa airport garrison was found near Al-Wawi village in #Raqqa western countryside :
A part of the bodies of the martyrs from Tabqa airport garrison & the 17th division were pulled out from the FOURTH mass grave pic.twitter.com/2BEOT0XSmT

— Ivan Sidorenko (@IvanSidorenko1) 18 aprile 2018La fossa comune di Douma

Ma la Siria, tormentata da 7 anni di guerra, ha altre vicende nascoste da raccontare. Proprio in questi giorni, infatti, è stata trovata una fossa comune a Douma, con almeno trenta cadaveri. Si sa ancora poco di loro. Ma una cosa è certa: sono stati eliminati dall’Esercito dell’islam.

Ieri, fonti de Gli Occhi della Guerra a Damasco, parlavano di 117 persone uccise con un colpo di pistola dai jihadisti dell’Esercito dell’islam e portati in un ospedale della capitale per le autopsie e il riconoscimento.

La vita a Douma non doveva essere poi così diversa da quella di Raqqa, stando a quello che si può vedere dalle foto delle camere dell’orrore  diffuse dalle agenzie in questi giorni.

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