Kim Jong-un e la Siria di Bashar al Assad. Cosa c’entrano tra di loro due Paesi così lontani geograficamente e così diversi per storia, tradizione e cultura? Secondo alcuni media occidentali i due Stati sarebbero in realtà più vicini che mai. Accomunati da un sentimento anti-americano i due leader avrebbero sviluppato relazioni diplomatiche sempre più crescenti, fino ad arrivare ad una vera e propria compra vendita di armi. Questa è almeno la versione riportata da alcuni media.

Militari nordcoreani in Siria?

Tutto sarebbe iniziato il 25 marzo del 2016, quando il Washington Post dava notizia della presenza in Siria di due divisioni armate provenienti direttamente dalla Corea del Nord. Chalma 1 e  Chalma 7 erano i nomi delle divisioni nordcoreane. La fonte di questo? Un funzionario saudita dell’opposizione siriana, tale Asaad az-Zoubi, che si trovava in quel momento a Ginevra. La presenza militare nordcoreana in Siria non è mai stata confermata da nessun altro media e nemmeno dai diretti interessati da Damasco e Pyongyang. Ci ha pensato poi la Reuters a rincarare la dose di accuse lo scorso agosto 2017.

Armi chimiche da Pyongyang verso Damasco

L’agenzia di stampa riportava infatti l’avvenuta intercettazione di due imbarcazioni nordcoreane dirette in Siria. Una fonte ignota delle Nazioni Unite avrebbe poi spiegato che le stesse imbarcazioni erano dirette all’agenzia governativa siriana che si occupa dello sviluppo del programma di armi chimiche. Nessun dettaglio venne però rivelato circa il luogo in cui le navi vennero intercettata e nemmeno sul loro contenuto. I media però diedero per assodata la collaborazione militare tra Corea del Nord e Siria all’ìnterno del programma KOMID (Korea Mining Development Trading Corporation”.

Il programma di “import/export” di armi di Pyongyang, ma soggetto alla totale interdizione da parte della comunità internazionale. Così oggi un altro media, la CNBC, coglie al volo il pretesto per collegare quel presunto trasferimento di armi chimiche con l’attacco condotto proprio con armi chimiche lo scorso aprile in Siria. “Il dittatore nordcoreano potrebbe anche raccogliere le lezioni di Assad sui presunti attacchi con le armi chimiche”, scrive la CNBC. La Corea del Nord avrebbe dunque rifornito Assad di armi chimiche, utilizzate poi contro la popolazione civile siriana?

Il sillogismo sembra un po’ forzato. Secondo Rod Barton, ex direttore dell’Intelligence australiana, “tutti i precedenti carichi arrivati dalla Nord Corea (e giunti in Siria) non contenevano armi chimiche”. Sembra strano dunque che Pyongyang abbia iniziato letteralmente “dal nulla” a inviare armamenti chimici a Damasco proprio quando la guerra era praticamente giunta alla conclusione. Anche la presunta presenza di consiglieri militari nordcoreani in Siria è stata smentita da entrambe le parti.

Un’amicizia che dura da cinquant’anni

Cosa c’è di vero dunque in questa vicinanza tra i due regimi a tratti un po’ fantasiosa? Tra Siria e Nord Corea c’è sicuramente simpatia e condivisione di quelli che sono considerati “nemici”. Le relazioni tra i due Paesi furono saldissime tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70 quando i “capi” erano i genitori degli attuali presidenti, Hafiz al-Assad e Kim Jong-il. Era tuttavia un altro periodo storico, quello della Guerra Fredda e i due Paesi si trovavano assieme dall’altra parte della “cortina di ferro”. Da allora le relazioni pur essendo sempre state amichevoli non sono mai sfociate in vere e proprie alleanze.

Messaggi di supporto e incoraggiamento sono stati scambiati tra Bashar al Assad e Kim Jong-un anche recentemente, mentre nel 2015 Assad sceglieva di chiamare un parco di Damasco “Kim Il-Sung”, nome del presidente “eterno” della Corea del Nord.

La Corea del Nord pronta a investire nella ricostruzione siriana

È in quest’ottica che va letta la volontà nordcoreana di “aiutare” la Siria nel lungo processo di ricostruzione del Paese. Lo ha dichiarato la scorsa settimana l’ambasciatore nordcoreano Jang Myong Ho in un incontro con il Ministro degli Affari sociali e del Lavoro siriano Rima al-Qadiri. Damasco e Pyongyang collaborano dunque attivamente sul piano diplomatico ed economico.

Una vicinanza che spaventa Washington e in generale la comunità internazionale che vorrebbe invece un isolamento totale ai danni della Corea del Nord. Forse è per questo che si cerca di forzare un po’ la mano sulla versione che vedrebbe Kim Jon-un rifornire di armi chimiche Assad. Una storia che però non è ancora supportata dalle dovute prove inappuntabili.

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