La tregua tra i leader dell’apparato militare russo e il capo dell’agenzia Wagner, Evgenj Prigozhin, è durata appena 24 ore. Ed è terminata proprio nel momento in cui a Mosca era in corso la parata per le celebrazioni del 9 maggio. Prigozhin ha nuovamente puntato il dito contro i vertici della Difesa russa, accusandoli di “ingannare Putin” e di non essere in grado di difendere la Russia. Oltre che con le parole, il fondatore della Wagner ha affondato il tiro anche dei video girati, non a caso, all’interno di cimiteri militari appena inaugurati. Un modo per rendere palese l’alto numero di perdite subite dalla propria compagnia.
I video girati all’interno del cimitero
Alcuni giorni fa il “cuoco di Putin” si era mostrato visibilmente adirato contro la leadership militare. In un video aveva denunciato la mancanza di rifornimenti, di armi e di munizioni. E si era addirittura spinto in una minaccia molto grave per Mosca: senza ulteriori rifornimenti, avrebbe dato ordine di ritirarsi da Bakhmut. Dalla città cioè che i russi stanno provando a conquistare da agosto e la cui avanzata è stata resa possibile in questi mesi soltanto grazie all’apporto della Wagner.
Da Mosca hanno capito l’antifona e hanno da un lato assecondato Prigozhin, promettendo l’invio immediato di munizioni. Dall’altro però il Cremlino ha messo in chiaro di non voler più sentirsi sotto ricatto, annunciando l’invio delle milizie cecene di Kadyrov se la Wagner avesse lasciato le proprie postazioni. Alla fine la crisi è rientrata. Ma solo per poche ore. Perché, per l’appunto, proprio alla vigilia della festa del 9 maggio il fondatore della Wagner è tornato a mostrarsi in video. Questa volta non ci sono toni agitati. Prigozhin entra in almeno due cimiteri militari e porge una corona alla base di monumento ai caduti. “Siamo abituati ai monumenti della Grande Guerra Patriottica – dichiara nel video – alle fosse comuni dei soldati. Ora il nostro paese ha ricevuto nuovi eroi e un nuovo ramo della nostra storia”.
I cimiteri, secondo fonti di Telegram, si troverebbero nelle regioni russe di Krasnodar ed Ekaterinburg. Sono ricavati all’interno di foreste dove uno spazio è stato riservato alle sepolture appena avvenute. Tombe scavate di recente che ospitano combattenti Wagner deceduti in battaglia. Prigozhin passeggia tra i sentieri dei cimiteri e le telecamere indugiano sulle tante croci da poco apposte. Le inquadrature non sono certo casuali. Sembra quasi che il leader della principale milizia privata russa voglia rendere partecipe lo spettatore del tributo di sangue dei suoi uomini. L’impressione è infatti quella di terreni interamente occupati dai corpi di chi è morto in trincea, un’immagine che evoca tante perdite e tante difficoltà incontrate sul campo. Non proprio un assist al Cremlino. Al contrario, il video sembra mettere ulteriore pressione a Mosca e al ministero della Difesa.
La nuova accusa contro i vertici della Difesa
Ed in effetti il video girato tra i caduti è servito come vero e proprio preambolo al nuovo attacco. Nel pieno delle celebrazioni del 9 maggio, Prigozhin è tornato a farsi vedere su Telegram. I toni non sono quelli dei giorni precedenti, non ci sono scatti d’ira come riscontrato la scorsa settimana. Il leader della Wagner appare calmo e seduto all’interno di uno studio. Indossa gli occhiali e legge alcuni fogli che tiene in mano. Le parole sono però ancora una volta lame affondate contro la leadership della Difesa.
“Lo Stato russo non è in grado di difendere il Paese – ha dichiarato – e la leadership dell’esercito di Mosca sta cercando di ingannare il presidente Vladimir Putin. Un soldato non può morire per la totale stupidità della sua leadership”.
Non solo, ma Prigozhin ha anche denunciato indietreggiamenti da parte dell’esercito. “Da Bakhmut – ha proseguito – il nostro esercito sta scappando. La 72esima brigata è fuggita da Bakhmut e ha lasciato tre chilometri quadrati, per i quali sono morti 500 wagneriani”. Poi un lungo elenco di promesse a suo dire disattese. “Il ministero della Difesa della Federazione Russa non ha mai fornito a Wagner le munizioni promesse – si legge ancora nelle sue dichiarazioni – è arrivato solo il 10 per cento delle munizioni richieste. La questione delle munizioni deve essere risolta perché gli ucraini lanceranno una controffensiva a breve”.
Infine, un’invettiva diretta contro le celebrazioni odierne del 9 maggio. “Basta con le comparse in tv, il Giorno della Vittoria è dei nostri nonni, noi non abbiamo meritato un singolo millimetro di questa vittoria”. Lo scontro è tutt’altro che chiuso. L’illusione di una “pax” tra Wagner e vertici della Difesa è durata poche ore. E si è rotta nel giorno più importante per la propaganda di Putin. A Kiev non si fidano: c’è chi parla di una strategia russa per confondere i generali ucraini. Ma di certo, le parole di Prigozhin non lasciano indifferenti. Soprattutto chi, tra i russi, inizia a vedere con una certa insofferenza il mancato raggiungimento degli obiettivi militari nel Donbass.