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La Royal Air Force ha avviato ufficialmente studi di fattibilità per dotarsi di un missile ipersonico made in Uk entrando così a tutti gli effetti nell’esclusivo club composto, ad oggi, da Russia, Stati Uniti, Cina, Francia e Giappone, gli unici Paesi al mondo ad essere dotati di vettori missilistici di velocità superiore a Mach 5.

La decisione del Regno Unito

L’annuncio è stato dato da Simon Rochelle, vice Air Marshal della Raf, che in un ciclo di conferenze tenutesi a Londra lo scorso mercoledì 17 luglio riguardanti l’Air and Space Power ha riferito che “Ho posto questa sfida al mio team e stiamo lavorandoci con altro personale in questo momento per vedere se saremo o meno capaci di raggiungere la tecnologia Mach 5 in quattro anni” quindi entro il 2023, come riportato da Aviation Week.

Sebbene l’impegno della Raf, al momento, si limiti solo ad uno studio formale, la decisione, presa in via definitiva, permetterà all’industria inglese un notevole balzo avanti in campo tecnologico azzerando il divario che la separa da quelle americana, russa, cinese o francese. La Mbda Uk, già coinvolta nella progettazione del missile Meteor insieme alle “sorelle” francesi, italiane e tedesche, sarà sicuramente l’attore principale insieme alla Rolls-Royce.

Proprio il progetto Meteor, un missile da Mach 4, servirà come base su cui lavorare per arrivare alla tecnologia ipersonica che al momento Londra non dice per quale tipologia di vettori possa venire impiegata: se per missili balistici, missili da crociera o addirittura veicoli di rientro tipo Hgv.

Parallelamente è allo studio anche un motore ipersonico denominato Sabre che nell’arco di due anni dovrà portare ad un primo dimostratore tecnologico per il futuro propulsore tipo ramjet che dovrà essere utilizzato da velivoli civili, ma che, come ventilato dalla Raf per bocca dell’Air Chief Marshal Stephen Hillier – capo di stato maggiore della Raf anch’esso presente all’evento londinese – potrebbe trovare spazio anche sul futuro caccia di quinta (o sesta) generazione Tempest, alla cui costruzione dovrebbe partecipare anche l’Italia.

Anche se non c’è ancora nulla di definitivo già si parla di soldi: il finanziamento iniziale per lo studio del progetto ipersonico della Raf è pari a 10 milioni di sterline (12,4 milioni di dollari), avulsi dal budget del programma Tempest che è ormai definitivamente avviato.

Un nuovo missile per F-35 ma anche per i Typhoon

Il nuovo sistema missilistico ipersonico andrà ad equipaggiare senza dubbio il presente della Raf, rappresentato dai caccia di quinta generazione F-35B, il futuro, col caccia Tempest, ma anche il “passato”: gli Eurofighter Typhoon saranno infatti in grado di lanciare il nuovo missile.

Del resto la flotta della Raf è ancora in massima parte composta da velivoli di quarta generazione (si stima per l’80%) e tale rimarrà almeno sino al 2030, pertanto in un’ottica molto pragmatica i Typhoon saranno aggiornati per poter essere armati con il missile ipersonico inglese.

Ogni ramo dell’ipersonico inglese, dalla produzione ai test passando per l’adeguamento di piattaforme già esistenti, sarà effettuato in un centro di eccellenza ex novo gestito congiuntamente dai partner del Tempest come Bae e Rolls Royce oltre che alla già citata Mbda.

In un comunicato congiunto la Bae, la Rolls Royce e Reaction Engines fanno sapere che l’investimento e la decisione di creare un centro di eccellenza “permetterà di concentrarci nello sviluppo di tecnologie innovative che miglioreranno le performance e le capacità dei nostri velivoli” lasciando quindi intendere che, sebbene non pensato per la “supercrociera” il Tempest potrebbe avere un nuovo motore che gli darebbe questa caratteristica. Alcuni parlano addirittura di una rimotorizzazione in questo senso per il Typhoon, ma restiamo nel campo delle ipotesi.

Quello che è certo è che il Regno Unito si avvia a diventare la sesta nazione al mondo che avrà in dotazione sistemi ipersonici e, se l’Italia saprà sfruttare il fatto di essere in partnership nel gruppo Mbda, potrebbe accodarsi e diventare, in futuro, la settima.