Mentre nell’Ucraina meridionale i russi avanzano lungo il fiume Dnepr, giungendo a Energodar e a Zaporizhzhia, e anche oltre quella barriera geografica fluviale, arrivando alle porte di Mykolaiv, nel settore di operazioni intorno alla capitale sembra che manchi poco all’assalto finale.
L’assedio russo di Kiev dovrebbe portare, nei piani russi, al rovesciamento del governo Zelensky o, addirittura, metterlo davanti al fatto compiuto durante la prossima serie di negoziati che potrebbe già esserci domani o dopodomani, chiedendone quindi la capitolazione. Nelle scorse ore Mosca ha predisposto gli ultimi preparativi per l’offensiva che, si ritiene, eleverà al 90% le forze russe mobilitate per questo conflitto.
Foto satellitari da Isi (Israele).
Concentramento di caccia ed elicotteri russi in basi aeree bielorusse.#Russia #Ukraine #RussiaUkraineConflict pic.twitter.com/Fcv43OjtcU— Paolo Mauri (@PaoloMauri78) March 3, 2022
Presso gli aeroporti bielorussi di Baranovichi e Machulishchy la ricognizione satellitare open source ha osservato un ammassamento di velivoli russi di ogni tipo: MiG-29, Su-24, Su-27, Su-30 ed elicotteri come Mil Mi-8 e Mi-26. Le forze di terra stanno ricevendo corposi rinforzi sempre passanti dalla Bielorussia: un convoglio militare russo molto consistente, della lunghezza di decine di chilometri avanza verso Kiev. Stando a quanto osservato dai satelliti, il convoglio si estende dalla base aerea di Antonov — a circa 27 chilometri dal centro di Kiev — al nord di Pribyrsk, vicino al confine con la Bielorussia, ed è composto da blindati, tank, pezzi di artiglieria e altri veicoli logistici.
Le ultime novità sull’offensiva russa
Giova ricordare che questa massa di mezzi e truppe è stata già mobilitata nei giorni precedenti il conflitto: la Russia, infatti, ha scarse capacità di trasporto aereo e affida, anche per questioni legate alla sua estensione territoriale, il trasferimento di uomini e mezzi alla ferrovia, tanto da avere dei comandi militari per la gestione del traffico su rotaia. Ovviamente il trasferimento via treno richiede molto più tempo, soprattutto se interessa unità appartenenti ai distretti militari più lontani, come quello Orientale, da cui provengono alcuni dei reparti schierati per il conflitto.
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CAUSALE: Reportage Ucraina
L’avanzata, come sempre, è però cauta, ostacolata da fattori interni ed esterni: ormai i problemi tecnici legati alla logistica – ma non solo – sono risultati evidenti dall’elevato numero di mezzi abbandonati un po’ ovunque lungo le direttrici di avanzata russa, ma bisogna anche calcolare che la reazione ucraina, forse sottovalutata da Mosca, ha dato del filo da torcere ai gruppi tattici dell’esercito russo.
Utilizzando una tattica mista (di guerriglia e convenzionale) gli ucraini sono riusciti a imbastire alcune controffensive che avrebbero (il condizionale è d’obbligo non essendoci conferme ufficiali) anche permesso di impossessarsi per qualche ora del ponte alla periferia di Ivankiv, ritardando così ulteriormente l’avanzata russa verso la capitale.
A photo from the journalist Bogdan Butkevich (h/t @CalibreObscura) included a claim that after two days Ukrainian forces have pushed Russian troops substantially back from Kyiv. It's geolocated to the outskirts of Ivankiv, FAR behind the furthest Russian advance. pic.twitter.com/l6yfJ428qX
— Nathan Ruser (@Nrg8000) March 3, 2022
I successi di queste controffensive possono essere spiegati col fatto che agli ucraini vengono forniti tutti i dati di intelligence che Stati Uniti, Regno Unito e alleati possono ottenere, pertanto, utilizzando tattiche di guerriglia ma non solo, sanno quando e dove colpire, mentre i russi, che hanno rallentato l’avanzata di molto, sostanzialmente hanno perso il vantaggio tattico e possono fare affidamento ormai solo sulla superiorità numerica.
Gli sviluppi intorno a Kiev
Anche il fatto di non avere ottenuto la superiorità aerea incide nella dinamica dell’avanzata: i caccia russi restano nel mirino dei sistemi antiaerei ucraini, siano essi spalleggiabili o mobili, mentre l’aeronautica di Kiev è ormai pressoché sparita dai cieli nonostante fonti Usa riferiscano che “una maggioranza significativa” di aeromobili sia ancora disponibile. Sappiamo che due delle tre brigate ucraine coinvolte nei contrattacchi sono di tipo meccanizzato e non hanno avuto problemi a muoversi in fuoristrada, mentre i russi, dovendo “portarsi dietro” la logistica, quindi i camion, sono legati all’utilizzo delle strade, pertanto più vulnerabili.
Mosca sta cingendo d’assedio Kiev anche da oriente, dove le truppe che hanno avanzato dal confine nel settore di Kursk, oltrepassando la città di Sumy – ancora in mano agli ucraini – stanno puntando decisamente verso la capitale, supportate sul loro fianco destro dalle unità speciali cecene che, molto probabilmente, stanno operando nel settore nord-orientale rispetto a Kiev. Mosca ora sembra aver cambiato la sua tattica: se prima aveva risparmiato la maggior parte delle infrastrutture ucraine, per poter prendere il Paese senza fare terra bruciata, ora pare che stia colpendo le centrali elettriche, per rendere così difficoltose le comunicazioni.
Sul mare, dopo il concentramento di unità da assalto anfibio di ieri e i bombardamenti dell’aeronautica russa sulle posizioni costiere ucraine tra lo Dnepr e Odessa, ancora non si assiste al temuto sbarco, che potrebbe essere solo paventato da Mosca per costringere il governo ucraino alla trattativa, oppure solo in attesa delle migliori condizioni per effettuarlo.
Il fronte si espande, mentre, a ormai 8 giorni dall’inizio della guerra, sembra sempre più evidente che l’obiettivo di Mosca è attestarsi lungo la linea del fiume Dnepr, ottenere il controllo di una profonda fascia costiera dalla Crimea sino alla Romania, e cingere d’assedio la capitale, con, collateralmente, la volontà di interrompere le linee di rifornimento provenienti da occidente.