Continua secondo il programma prestabilito la modernizzazione e il totale allineamento verso Occidente delle forze armate della Polonia, dove il ministro della Difesa Mariusz Błaszczak ha siglato il contratto per l’acquisizione di 32 Lockheed Martin F-35A Lightning II. All’azienda statunitense andranno 4,6 miliardi di dollari “spalmati” tra il 2024 e il 2030, anni nel corso dei quali saranno consegnati tutti gli aerei di quinta generazione all’aeronautica di Varsavia.

La firma della Letter of Acceptance è stata apposta lo scorso 31 gennaio nella base aerea di Dęblin, sede dell’accademia aeronautica. Da programma i primi 6 F-35A saranno consegnati tra il 2024 e il 2025 ma, come tutti gli altri Paesi che hanno acquistato o partecipato allo sviluppo del caccia multiruolo di sesta generazione, non saranno dispiegati subito in Polonia, perché i piloti e il personale tecnico saranno formati alla base aerea di Luke. In totale l’aeronautica statunitense e i tecnici di Lockheed Martin formeranno 24 piloti e 90 tecnici, ai quali si aggiungeranno quelli che in futuro frequenteranno il centro d’addestramento che sorgerà nella base di Dęblin.

Le opportunità per l’Italia

Gli F-35A che saranno consegnati alla Polonia saranno tutti parte del quarto blocco e non è ancora stato annunciato dove avverrà la produzione. L’Italia guarda con forte interesse al contratto di acquisizione, specialmente per sfruttare i buoni rapporti economico-industriali con il governo di Varsavia allo scopo di produrre gli F-35 nello stabilimento di Cameri, dove nello scorso ottobre è avvenuta la visita del sottosegretario alla difesa polacco Marek Lapinski accompagnato dall’italiano Angelo Tofalo. Per l’Italia, oltre che per Leonardo, sarebbe fondamentale assemblare gli F-35 polacchi, anche perché darebbe modo di aumentare l’attività produttiva affiancandoli a quelli destinati anche all’aeronautica olandese. Un ritorno economico importante che genererebbe molti effetti positivi al bilancio di Leonardo e delle altre Pmi impegnate nel programma F-35.

Oltre all’esperienza maturata nello stabilimento di Cameri a giocare a favore dell’Italia c’è anche il rapporto che ha Leonardo con la Polonia, dove ha diversi impianti di produzione di elicotteri derivanti dall’acquisto del 2010 di PZL Świdnik. Non solo però, perché il governo di Varsavia negli ultimi anni ha siglato molti contratti per acquistare tecnologie, armi e aerei dall’Italia; il principale di questi si completerà nel 2022, quando tutti i 16 velivoli da addestramento avanzato M-346 Master saranno consegnati alla Polonia.

Il contenimento alla Russia

Gli F-35A polacchi, sulla falsariga di quelli norvegesi, avranno la caratteristica unica essendo equipaggiati di un paracadute frenante sul posteriore che permetterà ai piloti di atterrare senza problemi anche su piste con fondo ghiacciato. Una capacità che permetterà all’aeronautica polacca di operare in qualsiasi condizione climatica. Una possibilità considerata fondamentale per assicurare la piena operatività degli F-35 polacchi, specialmente per far garantire la difesa dei cieli da potenziali incursioni russe anche nel corso dell’inverno. L’acquisto degli F-35, infatti, non è solamente volto a modernizzare la flotta di Sukhoi Su-22 e Mikoyan-Gurevich MiG-29, ma anche per avere la possibilità tecnologica di difendersi e di affrontare la Russia in un conflitto. Un timore, quello di Varsavia, tornato alla luce dopo gli eventi che hanno coinvolto l’Ucraina nel 2014. Da quel momento in poi il governo polacco ha iniziato uno sforzo economico per ampliare le capacità delle forze armate, andando così a incrementare i rapporti con gli Stati Uniti.

Quello degli F-35 è il secondo contratto miliardario firmato con gli Stati Uniti, dopo quello del 2018 da 4,75 miliardi di dollari per l’acquisto del sistema di difesa missilistica Patriot. Lo sforzo economico per assicurare la difesa del “fronte orientale” della Nato, l’amministrazione a guida Donald Trump ha deciso di incrementare il proprio supporto alla Polonia tramite l’invio di militari e di droni nel Paese, nell’ottica ovviamente di contenimento alla politica estera russa.

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