Si intensificano gli assalti russi contro Severodonetsk. La città, che potrebbe cadere nelle prossime ore, è il prossimo obiettivo delle forze del Cremlino. Non è tuttavia ancora chiaro quale sia la situazione sul campo di battaglia, visto che si susseguono notizie tra loro discordanti.

In un primo momento sembrava che gli uomini di Vladimir Putin avessero circondato il centro urbano. Dopo qualche ora, l’amministrazione militare di Severodonetsk aveva chiarito che la città era occupata per quasi due terzi dalle truppe russe e che stava ancora resistendo.

A notte fonda è invece arrivato l’annuncio di Ramzan Kadyrov. “Severonetsk è sotto il nostro completo controllo. La città è stata liberata. D’ora in poi gli abitanti non sono più in pericolo”, ha dichiarato il leader ceceno, alleato della Russia, sul suo canale Telegram. Altre fonti ucraine parlano di una città non ancora tagliata fuori e di non meglio quantificati gruppi di militari russi presenti in periferia, in controllo dell’albergo Mir e della stazione degli autobus.



Obiettivo Severdonetsk

Gli ultimissimi aggiornamenti, dati dallo Stato Maggiore delle Forze armate dell’Ucraina, parlano chiaro: “Con l’uso di artiglieria, le forze russe stanno compiendo operazioni d’assalto nell’area della città di Severodonetsk”. Gli ucraini, inoltre, affermano di essere “in una posizione difensiva difficile“.

In ogni caso, Mosca sta cercando di conquistare Severodonetsk da quasi due settimane. Per il momento il centro urbano situato nel quadrante orientale del Paese continua a resistere, anche se il suo futuro appare sempre più segnato. Eppure è importante analizzare nel dettaglio l’azione russa contro Severodonetsk.

Secondo quanto riportato dal think tank Institute for the Study of War (ISW), l’esercito russo sta scagliando uomini e munizioni a volontà contro l’ultimo grande centro abitato rimasto nell’oblast di Lugansk, quasi come se la tanto imminente quanto probabile presa di Severdonetsk dovesse consentire alla Russia di vincere la guerra.

Un prezzo elevato

A detta dell’ISW, ci sono elevate probabilità di assistere ad una significativa sconfitta tattica da parte dell’esercito ucraino (anche se un simile esito, ripetiamolo, è probabile ma non scontato). Attenzione però, perché se anche questo dovesse succedere, i russi pagheranno comunque un prezzo altissimo in cambio di un successo assolutamente sproporzionato rispetto a qualsiasi reale vantaggio operativo ricevuto. Certo, Severodonetsk rappresenta un obiettivo importante in questa fase della guerra, principalmente perché è l’ultimo centro abitato significativo nell’oblast di Lugansk che i russi non controllano.

Una volta che Mosca assumerà il controllo della città, gli uomini di Putin dichiereranno di essersi assicurati completamente l’oblast di Lugansk. Ma la Russia non riceverà nessun altro vantaggio militare o economico significativo. È vero, infatti, che la presa di Severdonetsk potrebbe consentire al Cremlino di aprire una linea di comunicazione terrestre per supportare altre operazioni ad ovest. Ma è altrettanto vero che Mosca ha concentrato forze, equipaggiamenti e materiale prelevato da tutti gli altri assi militari su questo unico obiettivo. Di conseguenza, difficilmente l’esercito russo sarà in grado di capitalizzare al meglio la conquista di Severdonetsk per effettuare altre missioni. E questo perché sta spendendo tutta la sua potenza di fuoco, in modo frivolo, per prendere il controllo di quella stessa città.





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