Pechino da il via alla progettazione della prima unità navale a propulsione nucleare nella storia della Cina. Sarà una nave “rompighiaccio” che permetta un accesso semplificato all’Artico e alle sue risorse; ma dietro questa ricerca e sviluppo di carattere “civile”, potrebbe nascondersi una mossa prettamente militare: aprire la strada alla ricerca per la propulsione nucleare da portare sulle nuove portaerei della Plan Navy, la marina militare cinese.

Durante l’ultima decade di giugno, la China National Nuclear Corporation, un ramo del governo cinese, ha aperto l’appalto ai costruttori navali cinesi per il progetto di costruzione il primo rompighiaccio a propulsione nucleare. Secondo il Global Times, testata d’informazione gestito dallo stato, l’azienda che si aggiudicherà l’appalto sarà destinata a “ricercare, valutare, costruire e testare la nave e fornire supporto tecnologico” per conto del governo cinese.

Questa nuova necessità del governo cinese di possedere una nave rompighiaccio con grande autonomia deriverebbe da opzioni di carattere commerciale totalmente inaspettate. Il cambiamento climatico, che ha di fatto ridotto la quantità di ghiaccio nella regione artica, ha porta la possibilità di tracciare rotte marittime alternative, che permetteranno anche alla nuova super potenza asiatica di accedere e sfruttare risorse precedentemente preclusegli. Di concerto con questa decisione, gli analisti militare cinesi hanno dichiarato come la rompighiaccio “migliorerà la capacità della Cina di condurre esplorazioni scientifiche nelle regioni (artiche)”, senza però menzionare la ricerca che potrebbe trovare posto sulle prossime portaerei in progettazione.

La Cina possiede una piccola flotta di rompighiaccio, unità progettate e adibite ad aprire rotte marittime nel ghiaccio marino a fini commerciali o esplorativi, nel suo caso soprattuto nel nord del Mare di Bohai. Ad oggi però possiede solo una rompighiaccio di grosso tonnellaggio: la Xue Long (Drago di neve). Una seconda nave rompighiaccio di grosso tonnellaggio a propulsione convenzionale è in costruzione; con la prima unità a propulsione nucleare porterebbe la flotta a tre unità. L’energia nucleare consentirebbe alla nuova rompighiaccio di operare con enorme autonomia senza preoccuparsi dell’approvvigionamento di carburante, permettere di spingersi facilmente dove le sarebbe altrimenti precluso.

Il collegamento con la “ricerca e lo sviluppo” di una tecnologia che potrebbe essere portata a bordo di un’unità militare è stato suggerito dalla prima nave a propulsione nucleare posseduta dall’Unione Sovietica: la rompighiaccio Lenin di 16.000 tonnellate, commissionata nel 1957 e spunto tecnologico per future unità navali poi non realizzate. Lo sviluppo di un reattore nucleare capace di alimentare una nave di grosso tonnellaggio faciliterebbe la ricerca che potrebbe interessare la propulsione delle unità portaeromobili in via di progettazione. 

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