È stato un generale russo a ordinare la distruzione del simbolo della grandezza ucraina, l’Antonov-225 Mriya: l’aereo più grande mondo. Ad avvalorare e diffondere questa informazione è stato il servizio di sicurezza ucraino, la Sbu, che ha formalmente accusato un alto ufficiale dell’esercito di Mosca per aver espressamente ordinato ai suoi la distruzione del mastodontico aero cargo, custodito – ma non messo al sicuro per tempo come altri asset logistici – nell’aeroporto di Hostomel: obiettivo strategico e fondamentale nella prima fase dell’invasione, data la sua estrema vicinanza alla capitale Kiev.
Come si evince dal alcuni post scritti da diversi i canali ufficiali su Twitter e Telegram: “Il servizio di sicurezza ha raccolto prove sul vice comandante delle forze aviotrasportate della Federazione russa, il tenente generale Anatoly Kontsevoi, che sta partecipando a una guerra aggressiva contro l’Ucraina”. Ha riportare l’informazione è stato venerdì lo stesso canale della Sbu, acronimo di lužba bezpeky Ukraïny, che ha incalzato: “Fu su suo ordine che gli occupanti occuparono temporaneamente l’aeroporto di Hostomel all’inizio di un’invasione su vasta scala”.
Le foto del generale Anatoly Kontsevoi, comandante della formazione d’élite della 31esima Brigata d’assalto aerea della Guardia russa che assaltò Hostomel, compaiono nei post quasi a scopo segnaletico. In caso di cattura e condanna, la pena per aver dato l’ “ordine” viene quantificata in 15 anni di carcere.
Distruggete il Mriya
Quando gli spetsnaz e i paracadutisti russi hanno sconfinato seguendo direttiva più a nord delle quattro previste dagli strateghi del Cremlino, uno degli obiettivi principale erano le piste dell’aeroporto di Hostomel, a soli trenta chilometri da Kiev. La cattura e il completo controllo dell’aeroporto avrebbe consentito ai russi di fissare una testa di ponte per l’invio di rinforzi per via aerea, in modo da proseguire alla volta della capitale e portare a termine in poche battute quella che Putin presentò al mondo come “operazione militare speciale”. Un’operazione che sarebbe terminata in meno di una settimana (secondo i pieni iniziali).
Il generale Kontsevoi, che nelle foto sfoggia la tel’njaška – maglietta a righe tipicamente usata delle forze speciali russe del Vdv – sotto l’uniforme “ha guidato unità delle forze speciali delle truppe aviotrasportate e dell’aviazione dell’esercito” nell’assalto Hostomel, osservano gli agenti della Sbu.

Come sappiamo, le forze ucraine riuscirono a respingere i russi e inficiare il loro blitz grazie al sacrificio delle loro migliori forze speciali – e dopo essere state informate dall’intelligence estero delle intenzioni dei russi. Questo non avrebbe impedito comunque ai russi di distruggere il Mriya, che era indifeso nel sue hangar, con i serbatoi pieni. Ragione per la quale è in corso un’indagine per “sabotaggio” ai danni degli stessi dirigenti della compagnia aerea Antonov.
“Durante le ostilità attive, gli invasori russi hanno distrutto” il Mriya “volutamente” sembrerebbero accusare gli agenti dei servizi addetti al controspionaggio per conto di Kiev, che spiegano in breve carriera, specialità e ordini del generale Kontsevoi. “È stato stabilito che il generale russo fa parte del più alto comando militare della Federazione russa e ha preso parte direttamente alla pianificazione, preparazione e attuazione dell’aggressione armata contro l’Ucraina”, prosegue la Sbu, spiegando come Kontsevoi abbia personalmente organizzato l’addestramento di paracadutisti in Russia e Bielorussia fin dal 2019 “per distruggere e catturare obiettivi strategici terrestri sul territorio del nostro Paese“.
Le unità speciali aviotrasportate russe, tutte inquadrate nel Vdv – raggruppamento d’élite e indipendente delle Forze armate russe – contano sulla 31esima brigata aerea d’assalto; sul 247º reggimento paracadutisti e sul 56º reggimento d’assalto.

Tra guerra e sabotaggio
Come riportato scrupolosamente dal sito The Drive, l’intelligence ucraina afferma che in base alle “prove raccolte, gli investigatori del servizio di sicurezza hanno informato Kontsevoi del sospetto ai sensi di due articoli del codice penale ucraino che comprendono accuse di “violazione dell’integrità territoriale e inviolabilità dell’Ucraina” e “pianificazione, preparazione, scatenamento e condotta di una guerra di aggressione commessa per associazione a delinquere”.
Va tuttavia ricordato che la legge penale in caso di guerra segue iter differente e si affiderà ai tribunali speciali preposti. L’azione di Kontsevoi riguardo l’assalto all’aeroporto di Hostomel e alla conseguente distruzione del Mriya, se riconosciuta come azione di guerra, non rientrerà in determinati criteri di giudizio, sconfinando in altri.
Ben più importante, e scabroso per il controspionaggio ucraino, è invece il ruolo svolto dell’ex amministratore delegato di Antonov, arrestato in marzo dalla stessa Sbu “con l’accusa di aver preso decisioni che avrebbero consentito alle forze russe di distruggere l’aereo più grande del mondo, l’An-225 Mriya, durante i primi giorni dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina”. Lo riportò ufficialmente anche il Kyiv Post a suo tempo. “Serhiy Bychkov è accusato di aver vietato all’esercito ucraino di costruire fortificazioni difensive all’aeroporto di Hostomel bloccando l’accesso della Guardia Nazionale al territorio della struttura”, scrisse il quotidiano ucraino che venne ripreso della stampa internazionale di tutto il mondo.
Il vertice della Sbu Vasyl Malyuk ha ricordato come le indagini per appurare le cause e i colpevoli della distruzione del Antonov-225 Mriya, aereo dei record e simbolo amato da tutti gli ucraini, siano in corso per punire “coloro che hanno aiutato il nemico a distruggere uno dei simboli dell’Ucraina”, affermando che il controspionaggio di Kiev “farà tutto il necessario” per trovarli. Intanto il sogno di ricostruire il Mriya resta attuale; benché la conferma di un vero e proprio sabotaggio con “esecuzione” ai suoi danni rappresenti, almeno per il popolo ucraini un durissimo colpo da incassare.