Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, in occasione della recente festa della Marina, ha tenuto un discorso in cui ha esposto quella che è la visione di Mosca per la flotta del futuro. In un passaggio, in particolare, Putin ha affermato che “il diffuso dispiegamento di tecnologie digitali avanzate che non hanno eguali al mondo, inclusi i sistemi di attacco ipersonici e i droni sottomarini, offriranno alla flotta vantaggi unici e maggiori capacità di combattimento”.
Il leader russo, qui, si sta riferendo ai missili ipersonici 3M22 Zircon e al supersiluro atomico Poseidon, già noto come Status-6 o Kanyon. L’introduzione in servizio di questi due nuovi sistemi porterà, date le loro caratteristiche, ad un aggiornamento del potenziale di deterrenza nucleare della Voenno Morskoj-flot.
Se sino ad ora la Flotta Russa poteva espletare questo concetto strategico solo tradizionalmente grazie ai sottomarini tipo Ssbn e Ssgn e alle unità di superficie lanciamissili da crociera, ora l’introduzione di un sistema ipersonico e di un drone sottomarino come il Poseidon ne rivoluzionano le capacità di attacco atomico, con delle criticità evidenti che approfondiremo nel corso della trattazione.
Il missile da crociera 3M22 Zircon è un vettore ipersonico (cioè in grado di sviluppare una velocità superiore a Mach 5) di tipo antinave, che recentemente ha sviluppato anche capacità di attacco terrestre. Lo Zircon sarebbe in grado di volare a Mach 8 (secondo fonti russe) e la sua gittata è stimata in 250/500 chilometri seguendo un profilo di volo lo-lo mentre aumenta a 740 in caso di hi-lo, ma secondo i media russi arriverebbe anche a 1000 km effettuando una traiettoria semi-balistica.
Il carico bellico del vettore è stimato in più di 200 chilogrammi facendo un raffronto dimensionale con un altro famoso missile da crociera russo (il P-800 Oniks) e si pensa che possa avere anche una carica atomica.
Lo Zircon si configura come un vero e proprio incubo per il naviglio nemico: la sua elevatissima velocità, che gli permette di viaggiare avvolto in un alone di plasma, lo rende praticamente invisibile ai radar e non intercettabile con i sistemi difensivi attualmente a disposizione sulle unità navali militari. Anche sistemi ad energia diretta, come laser e microonde, sebbene di alta potenza come quelli potenzialmente impiegabili su una nave, potrebbero risultare inefficienti nel caso del 3M22 proprio a causa della sua capacità di viaggiare avvolto nel plasma causato dall’attrito con l’aria alle altissime velocità.
Lo Zircon, quindi, soprattutto nella sua versione da attacco terrestre, si potrebbe configurare come un’arma per un primo colpo (in inglese first strike) atomico: un vettore ipersonico, attualmente, è praticamente non intercettabile e potrebbe colpire con una buona precisione obiettivi vitali come centri di comando e controllo, comunicazione, anche induriti, minando così seriamente la capacità di reazione del nemico. Se lanciato da una unità subacquea, come i sottomarini della classe Oscar o i nuovi Yasen, in navigazione a ridosso delle coste nemiche, lascerebbe solo una manciata di minuti di tempo all’avversario per reagire, molto probabilmente non sufficienti.
Il supersiluro atomico Poseidon, invece, si può considerare più come un’arma di rappresaglia.
Sviluppato dal bureau di progettazione Rubin di S. Pietroburgo, il siluro è lungo circa 24 metri con un diametro di 2 (stimato). La propulsione atomica è fornita da un piccolo reattore da 8 megawatt raffreddato a metallo liquido che gli permette di tenere una velocità di crociera di circa 30 nodi – pari a 55 km/h – ma con spunti di accelerazione sino a 70 nodi, pari a 130 km/h (le prime stime di velocità massima pari a 100 nodi sono state smentite successivamente). La gittata, nonostante il reattore nucleare, potrebbe essere compresa tra le 5400 e 6300 miglia (10 mila – 11500 km) ma alcuni ritengono sia illimitata, e può viaggiare ad una profondità di 1000 metri. La sua carica bellica è rappresentata da una testata nucleare da 2 megatoni.
Il Poseidon avrebbe come bersagli le città costiere nemiche, in particolare i porti commerciali e militari, ma verrebbe anche utilizzato per colpire obiettivi prettamente civili: il siluro può essere lanciato da un sottomarino classe Oscar modificato come il Belgorod (K-329), dirigersi immediatamente sul bersaglio, oppure restare in circuito di attesa nelle profondità marine, praticamente al sicuro dai tentativi di caccia del nemico, ma non passerebbe inosservato dai sistemi di rilevazione Sosus che sono in ascolto nelle profondità marine. Il supersiluro, una volta giunto sul bersaglio, farebbe detonare la sua potente carica atomica per colpirlo con un’onda di maremoto generata artificialmente e quindi spazzare via una vasta area: l’ipotesi che la testata atomica possa essere “sporca”, con aggiunta di cobalto, per aumentare la contaminazione e rendere impraticabili le aree bersaglio per molto tempo, non è al momento confermata.
Possiamo dire che l’introduzione di queste nuove tipologie di armamenti rivoluzionerà, aggiornando, il concetto di deterrenza della Marina Russa: ora sottomarini e unità di superficie armati di Zircon diventano un fattore destabilizzante proprio per le particolarità del missile, che potrebbe facilmente sfuggire alle capacità di difesa aerea dell’avversario. Lo stesso siluro, ma sarebbe meglio chiamarlo Uuv (Unmanned Underwater Vehicle), Poseidon diventa esso stesso un terribile strumento in grado di colpire ovunque nel globo con lo stesso raggio d’azione di un Icbm ma restando celato nelle profondità oceaniche, anche in attesa, per giorni.
L’ingresso in servizio di tali armamenti, soprattutto i vettori ipersonici a carica atomica, rappresenta una vera e propria spallata all’equilibrio del terrore che sino a qualche anno fa regolava ancora i rapporti tra le potenze atomiche. Abbia già avuto modo di spiegare, in un precedente articolo, come queste ed altri armi attualmente in sviluppo e prossime ad entrare in servizio, unitamente al cambio di dottrina di impiego che naturalmente ne consegue, possano turbare questo delicato equilibrio che ha garantito la pace globale dal secondo dopo guerra ad oggi. Esiste sempre però una legge del bilanciamento: quando entra in servizio una nuova tipologia di arma, oppure è allo studio, dalla parte opposta si pensa ai sistemi difensivi per neutralizzarla, e così ancora in un circolo vizioso: solo il tempo ci dirà quali meccanismi saranno – se lo saranno – realmente efficaci per neutralizzare questo nuovo tipo di minacce.