La Crimea di nuovo al centro della guerra in Ucraina. Le dichiarazioni rilasciate da Andrii Sybiha, vicecapo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, hanno scatenato un vero e proprio polverone. L’alto funzionario aveva aveva spiegato al Financial Times che il governo ucraino sarebbe stato pronto ad avviare un negoziato con la Russia sulla Crimea, nel caso in cui le forze di Kiev avessero avuto successo nella loro controffensiva primaverile.
Nel giro di qualche ora, sempre da Kiev, sono arrivate repliche piccate ad un commento che, evidentemente, non è affatto piaciuto alle alte sfere dell’esecutivo ucraino. Il portavoce del presidente ucraino, Sergiy Nikyforov, ha consigliato di tenere conto solo delle dichiarazioni di Zelensky, riguardo alle prospettive dei negoziati con la Russia.
Emblematiche anche le parole di Mykhailo Podolyak, consigliere dello stesso Zelensky, secondo cui le basi per un vero negoziato con Mosca coincidono con il ritiro completo dei militari russi oltre i confini riconosciuti internazionalmente dall’Ucraina nel 1991, Crimea compresa.
La posizione di Kiev sulla Crimea
Per ricostruire la vicenda vale dunque la pena partire dalle parole di Sybiha. “Se riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi strategici sul campo di battaglia e quando saremo al confine amministrativo con la Crimea, saremo pronti ad aprire una pagina diplomatica per discutere di questo problema”, ha detto, citato dal quotidiano britannico. Il funzionario ha anche osservato che l’Ucraina non esclude la possibilità di liberare la Crimea con mezzi militari.
Nelle ultime ore, non a caso, il consigliere Podolyak ha affermato che “la Russia non ha risorse sufficienti per reggere la situazione in Crimea” e che Kiev “riprenderà la penisola” entro massimo “sette mesi”. Certo è che l’uscita di Sybiha sulla Crimrea ha generato una replica ufficiale da Kiev.
“Questa questione dovrebbe essere guidata dalle parole del presidente ucraino e del comandante in capo”, ha puntualizzato il portavoce di Zelensky, Nikyforov. Secondo la traduzione inglese delle parole di Sybiha al Ft, Kiev valuterebbe negoziati con la Russia sulla Crimea quando le truppe ucraine raggiungeranno con successo il confine amministrativo con la penisola occupata.
Zelensky aveva però recentemente dichiarato, in occasione di un briefing congiunto con i leader di Moldavia, Slovacchia, Slovenia e Croazia, che avrebbe consentito colloqui di pace con la leadership russa solo se le truppe della Federazione si fossero volontariamente ritirate da tutti i territori occupati.
Negoziati e liberazione
“La base per un vero negoziato con la Federazione russa è il ritiro completo dei gruppi armati russi oltre i confini riconosciuti internazionalmente dall’Ucraina nel 1991. Compresa la Crimea. Non c’è alcuna questione di concessioni territoriali o di contrattazione dei nostri diritti sovrani”, ha tagliato corto Podolyak.
A giudicare dalle due posizioni sulla Crimea, quella di Sybiha e quella di Podolyak, Kiev sembrerebbe orientata ad escludere la prima, il negoziato proposto dal portavoce presidenziale al Ft, in virtù della seconda, coincidente con la riconquista totale della Crimea. Forse per evitare di lanciare segnali contraddittori, il governo ucraino ha prontamente aggiustato il tiro alle dichiarazioni dello stesso Sybha.
Nel frattempo, una fonte di Mosca ha escluso la possibilità di negoziati sulla Crimea tra Russia e Ucraina. “Questa è una dichiarazione frivola lontana dalla realtà. Non ci possono essere negoziati sulla Crimea e su altri territori della Federazione russa. L’integrità territoriale della Russia non è in discussione”, ha affermato la fonte, citata da Ria Novosti.