“Un atto di aggressione senza precedenti”. L’Australia ha definito così la manovra “inusuale” effettuata da un’unità navale cinese con capacità di intelligence, avvistata al largo delle coste occidentali del Paese nell’atto di entrare nella zona economica esclusiva di Canberra.

La notizia è stata data dal ministro della Difesa australiano, Peter Dutton, secondo cui la vicenda sarebbe avvenuta nelle scorse ore, a circa 250 miglia nautiche a nord-ovest della città di Broome. “Si tratta di un atto aggressivo, in particolare perché la nave è andata così tanto verso sud”, ha spiegato il ministro Dutton, aggiungendo che l’imbarcazione era stata monitorata già una settimana fa, senza tuttavia specificare quando è avvenuto il primo contatto visivo con il mezzo di Pechino.

L’intenzione della nave, ha spiegato Canberra, era quella di raccogliere informazioni, visto che si trovava in prossimità di installazioni militari e di intelligence sulla costa occidentale dell’Australia. Canberra, non a caso, ha fatto sapere di aver rintracciato la nave spia mentre passava davanti alla stazione di comunicazione navale Harold E Holt a Exmouth, utilizzata dai sottomarini australiani, statunitensi e degli altri alleati.



La nave cinese avvistata da Canberra

Il dipartimento della Difesa ha affermato che la nave spia avvistata è la Haiwangxing, una nave dell’intelligence ausiliaria di classe Dongdiao, e che era già stata avvistata al largo delle coste australiane lo scorso anno.

L’Haiwangxing ha viaggiato lungo la costa occidentale dell’Australia fino alle vicinanze di Exmouth, prima di cambiare rotta e seguire la rotta verso est lungo la costa nord-occidentale.

“L’Australia rispetta il diritto di tutti gli stati di esercitare la libertà di navigazione e di sorvolo nelle acque internazionali e nello spazio aereo, proprio come ci aspettiamo che gli altri rispettino il nostro diritto di fare lo stesso”, ha affermato la Defence Force australiana in una nota. “La difesa continuerà a monitorare le operazioni della nave nei nostri approcci marittimi”, ha quindi concluso Canberra.

Tensione alle stelle

Le relazioni tra Australia e Cina sono andate deteriorandosi con il passare degli anni, tra battibecchi sul commercio, presunte violazioni dei diritti umani a Hong Kong e nello Xinjiang e la richiesta del governo australiano di avviare un’indagine indipendente sulle origini del coronavirus.

Nel recente passato, tra Canberra e Pechino non sono mancati episodi carichi di tensione. A febbraio, l’Australia ha accusato la Cina di comportamento “pericoloso e sconsiderato” dopo che una nave cinese ha puntato un laser su uno dei suoi aerei di sorveglianza. Pechino in quell’occasione ha negato ogni accusa.

L’anno scorso, Canberra ha affermato di aver monitorato le navi spia cinesi in due diverse circostanze. Una nave è stata scoperta mentre monitorava le esercitazioni congiunte Talisman Sabre tra Australia, Stati Uniti e altri alleati a luglio, mentre l’altra è entrata nella ZEE vicino a Darwin nel nord del Paese ad agosto, prima di navigare lungo la costa orientale fino a Sydney e poi in Nuova Zelanda.

Ricordiamo, inoltre, che a settembre Australia, Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato la formazione del nuovo patto di sicurezza Aukus, considerato dagli analisti un tentativo di rafforzare la forza militare regionale del blocco occidentale di fronte alla crescente presenza della Cina.

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