Vladimir Putin colpisce al cuore lo Stato ebraico comunicando che i resti di un soldato israeliano caduto in Libano nel 1982 sono stati recuperati dai suoi 007, e che presto il feretro verrà restituito a Israele affinché riceva gli onori militari e una degna sepoltura. Una storia assurda che congiunge Mossad, forze speciali russe, servizi segreti siriani e addirittura Hezbollah.

Durante l’incontro al vertice con il premier Benjamin Netanyahu, lo “Zar” ha dato la buona notizia, annunciando che i resti del sergente Zachary Baumel, scomparso nel 1982 durante la guerra in Libano, sono stati rinvenuti dagli agenti del servizio segreto russo impegnati nel portare avanti le ricerche nel territorio che era occupato dall’Isis. Il soldato “disperso” da trentacinque anni era stato seppellito a sud di Damasco insieme ad altri due militari che non sono stati identificati.

Il presidente russo aveva promesso che avrebbe fatto il possibile per restituire allo Stato d’Israele i suoi soldati scomparsi. Dei tre soldati, caduti in mano siriana dopo la battaglia di Sultan Yacoub non si era saputo più nulla. Quel giorno le forze armate israeliane avevano perso 20 uomini e quattro carri armati “Magach” nella valle della Bekaa nel 1982. Uno dei tank era stato restituito a Israele ma non si era avuta alcuna notizia sul destino dell’equipaggio. Fin da allora il Mossad cercò di ottenere informazioni sul destino dei soldati “dispersi” per sapere dove fossero stati portati e se mordi dove fossero stati sepolti.

L’intervento russo in Siria per appoggiare il presidente Bashar al Assad, nemico di Israele, ha dato allo Stato ebraico la possibilità di comunicare con un interlocutore sulla faccenda estremamente sentita dal popolo ebraico, e il presidente Putin ha mantenuto la parola data nei numerosi incontro avuti con il premier israeliano. Il recupero ha visto la cooperazione di tre servizi segreti, il Mossad, i servizio informazioni dell’esercito russo (il Gru), e gli omologhi siriani, che hanno individuato il luogo di sepoltura del soldato disperso nel campo palestinese di Yarmouk, a sud di Damasco. Quel territorio era caduto nelle mani dei jihadisti dell’Isis nel 2014, e dopo l’intervento russo che lo ha riportato sotto il controllo delle forze governative siriane, un’indagine era sta avviata per volere del Cremlino.

Ad avvertire i servizi segreti russi sulla presenza dei resti dei soldati israeliani furono proprio i colleghi sei servizi segreti siriani, ma caso strano:l’informazione partiva proprio da una fonte palestinese. Avvertendo che i miliziani dell’Isis erano entrati in possesso dei corpi di alcuni soldati israeliani morti, e che li avrebbero oltraggiati per l’odio nutrito dei confronti dello Stato Ebraico, i siriani hanno passato immediatamente l’informazione ai servizi russi, che a loro volta avvertono il Mossad.

Persino Hezbollah è stato coinvolto nella pericolosa missione di recupero – in sostegno del commando di Spetsnaz (forze speciali russe, ndr) scelto per penetrare dietro le linee dell’Isis e recuperare il corpo identificato nel sergenteBaumel. Una storia che ha dell’assurdo, e che sarebbe rimasta completamente segreta se non fosse stato per l’abbattimento dell’areo spia russo da parte di un cacca israeliano durante un raid sferrato sulla Siria lo scorso settembre. In seguito a quell’incidente il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov rivelò dettagli sulla missione “segreta”, per dimostrare come la Russia fosse stata vicina a Israele proprio a ridosso di quell’incidente internazionale.

Adesso il copro del soldato israeliano è tornato in Israele, dove la sua famiglia e il suo popolo possono finalmente seppellirlo in attesa della “resurrezione”. Il portavoce delle forze armate israeliane Ronen Manelis ha asserito che Israele “continuerà a fare il possibile per individuare”, e riportare a casa, anche i resti degli altri due soldati dispersi nella battaglia di Sultan Yacub: i sergenti Yehuda Katz e Zvi Feldman. Questo omaggio marziale del presidente russo nei confronti del premier Netanyahu potrebbe pesare positivamente nelle elezioni alle porte, poiché la commozione che ha colpito il popolo israeliano nel ricevere questa notizia sembra essere stata “forte”: lo Stato ebraico tiene molto ai suoi caduti.





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