La Turchia ha bollato le pressioni mosse da Washington per l’annullare l’acquisto del sistema missilistico S-400 russo come un “ricatto” che potrebbe svelare un collegamento con l’eventuale ritardo nella consegna del primo jet di produzione americana F-35, attesa per il 21 giugno.
Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Tass, il ministro della Difesa turco Nurettin Canikli ha definito la richiesta degli Stati Uniti di rinunciare al sistema di difesa aerea offerto dalla Russia come un “ricatto”, affermando che la Turchia si rifiuta fermamente di cedere a tali pretese.
“Tale richiesta va al di là di ogni norma permissiva della diplomazia e delle relazioni commerciali: il soddisfacimento di questa richiesta è inaccettabile e la situazione può essere caratterizzata come un ricatto”, avrebbe dichiarato davanti alla stampa.
Canikli ha anche affermato che la Turchia “sta adempiendo a tutti i suoi impegni” e si aspetta “puntualità nella consegna del primo caccia di quinta generazione F-35 Joint Strike Fighter”, promessa dall’alleato americano per il 21 di giugno. Tale connessione nelle dichiarazione del ministro hanno acceso il sospetto che un’eventuale posticipazione della consegna all’aviazione turca del velivolo potrebbe essere considerata come un’ ulteriore presa di posizione di Washington intesa a far naufragare l’affare del pacchetto S-400 turco.
Washington si è sempre detta contraria all’acquisto da parte di Ankara del sistema missilistico noto anche – ironia della sorte – come “F-35 Killer” prodotto e offerto dalla Russia. Thomas Goffus, viceministro della difesa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, riferì al Consiglio Atlantico che “l’acquisto di missili S-400 da parte della Turchia non sarebbe utile” , proseguendo: “Gli Stati Uniti preferirebbero che l’alleato non procedesse con l’acquisto”. Nonostante tutti questi avvertimenti, sembra che il Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti non abbia una reale intenzione di impedire alla Turchia di ottenere il suo primo F-35 o di escluderla da programma che la porterebbe ad acquisire secondo l’ordine oltre 100 unità (in diverse tranche) del nuovo caccia prodotto della Lockheed Martin; decisione che causerebbe indubbi danni all’industria statunitense. Nonostante questo, un manipolo di senatori americani ha avanzato al Congresso la necessità di ostacolare Ankara nell’acquisire armamenti da un partner non convenzionale come la Russia con altri metodi.
Il Sistema Missilistico S-400
Il sistema Surface-to-Air S-400, classificato dalla Nato come il nome in codice “Growler”, comprende per ogni unità otto lanciatori con una dotazione di 112 missili. Capace di tracciare oltre 36 obiettivi contemporaneamente ha un raggio d’azione di oltre 400 km e raggiunge una velocità di Mach 2.3/9. Secondo fonti russe l’S-400 sarebbe efficace anche contro i caccia stealth di quinta generazione F-35 Joint Strike Fighter. Il prezzo unitario di questo sistema missilistico di difesa aerea è 400 milioni di dollari. L’acquisto da parte di Ankara di questo sistema missilistico deriverebbe dall’essere stata completamente ignorata dalla Nato quando in passato era stata avanzata dalla Turchia la richiesta del necessario ammodernamento delle proprie difese antiaeree. La Nato non propose alcuna opzione.