L’Estonia, come tutti i Paesi baltici, guarda alla Russia come a un gigante con cui dovere necessariamente fare i conti. Dall’inizio della guerra in Ucraina, Tallinn non ha mai fatto mancare il proprio sostegno a Kiev, chiedendo inoltre un rafforzamento della presenza Nato ai confini orientali e sul proprio territorio. Ma per il Paese, si tratta di un problema che nasce ben prima dell’invasione iniziata a febbraio del 2022: la preoccupazione su un possibile conflitto con la Russia è connaturata alla stessa esistenza della nazione estone. E proprio per questo motivo, i servizi di intelligence sono da sempre alle prese con lo studio e l’analisi di qualsiasi informazione provenga da oltre confine. A maggior ragione ora che la Federazione Russa è impegnata in quella che definisce “operazione militare speciale”.
Di recente, i servizi segreti estoni hanno rilasciato alcune dichiarazioni importanti. E su di esse vale la pena soffermarsi perché se è vero che Tallinn ha bisogno di alzare il livello di attenzione sull’area baltica, dall’altro lato l’Estonia sembra non volere aderire a una visione “semplicistica” della condizione della Russia, manifestando anzi un certo timore che Mosca sia ancora perfettamente in grado di condurre la guerra anche smentendo le più rosee previsioni di certi osservatori.
Secondo il colonnello Margo Grosberg, capo dell’intelligence militare estone, le sanzioni non hanno ancora prodotto quel colpo letale all’industria bellica di Mosca. Come riportato dalla European Pravda, Grosberg ha spiegato che i bombardamenti continueranno sicuramente per altri mesi, con la “valutazione più ottimista” che ipotizza almeno altri tre o quattro mesi di raid missilistici con questa cadenza e quella “pessimista” che identifica un arco temporale tra i sei e i nove mesi.
A detta dell’intelligence di Tallinn, inoltre, i frammenti che sono stati trovati di missili russi in territorio ucraino “indicano che la Russia continua a produrre missili durante la guerra oltre a quelli di cui dispone nei depositi”. E, come riporta Adnkronos, le analisi indicano che se Mosca ha prodotto 65 missili X-101 in sei mesi è perché “in Russia continuano ad arrivare componenti hi-tech”. Cosa che dimostrerebbe pertanto che sono stati trovati modi per eludere le sanzioni e che, in ogni caso, pur diminuendo il ritmo dei lanci, la Russia può continuare a colpire dal cielo l’Ucraina almeno fino a tutta l’estate.
L’avvertimento estone aiuta a capire tre questioni. La prima è che la Federazione, pur con l’enorme pressione occidentale nei suoi confronti, ha ancora modo di sostenere le forze armate con una produzione industriale che non comporta il blocco delle operazioni. Questo, inoltre, conferma non solo la possibile elusione delle sanzioni ma anche quanto già riferito a inizio di gennaio da Repubblica sul fatto che secondo alcuni analisti la capacità di produzione russa sarebbe stata sottostimata
In secondo luogo, Tallinn conferma l’importanza dello scudo antiaereo come elemento cardine degli aiuti militari nei confronti di Kiev. Nel caso in cui gli scenari dell’intelligence estone si dovessero verificare, l’Ucraina sarebbe oggetto di raid per diversi mesi. E, pur riducendo la quantità di attacchi al giorno, questi riuscirebbe comunque a infliggere colpi molto duri alle forze armate alle infrastrutture strategiche del Paese, colpendo inevitabilmente la popolazione civile. Mesi in cui non sarebbero ancora operativi né i Patriot né i carri armati occidentali, dal momento che, come spiegato su questa testata, per far sì che tutti questi sistemi siano impiegabili in Ucraina occorrerà molto tempo.
La terza questione è, invece, quella che riguarda l’ipotesi più positiva data dai servizi di Tallinn, e cioè che la Russia potrebbe avere gli arsenali vuoti sostanzialmente a fine primavera. In questo caso, l’invasione dovrebbe certamente cambiare di nuovo i piani, comportando o un’ulteriore paralisi delle manovre, oppure la possibilità che Mosca, spinta dalla necessità di non poter fare affidamento sui raid, riprenda l’offensiva via terra o da altri fronti. La tempistica indicherebbe che tutto questo potrebbe accadere in piena primavera. Una stagione che potrebbe essere drammaticamente decisiva per le sorti del conflitto.