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Nelle scorse ore, mentre Kiev e altre città dell’Ucraina venivano colpite dai missili russi, nel Paese è iniziata a circolare una foto, poi ripresa da tutti i media occidentali: secondo fonti ucraine, sulla capitale era stato abbattuto un missile Kh-55, vettore aria-superficie a lunghissimo raggio solitamente caricato con una testata nucleare, m questa volta con una testata inerte. Le analisi dei dati finora sono molto scarne: pochissime sono le fonti dirette che aiutano ad avere un quadro complessivo del relitto immortalato e risulta difficile trovare anche altre fonti rispetto a quella originale, che sembra essere il sito ucraino Defense Express. Proprio per questo motivo, gli analisti tendono a utilizzare molti condizionali, pur sottolineando che la fotografia sembra plausibile così come verosimile l’impiego di un missile Kh-55 senza il suo tradizionale e terrificante armamento.

La domanda che sorge è perché la Russia abbia utilizzato questo tipo di missile: uno dei pezzi più comuni e noti del suo arsenale balistico ma non certo per questo tipo di impiego. E in questo caso, le ipotesi sono almeno tre – ammettendo, va ripetuto, che quella foto sia verificata.

1. L’ipotesi dell’avvertimento

La prima ipotesi – che appare più giornalistica che reale – è che Mosca abbia voluto mandare un avvertimento all’Ucraina e all’Occidente. Nel momento in cui avviene la ritirata da Kherson, in cui le truppe di Mosca sembrano ormai ferme sulla difensiva e in cui Kiev ribadisce la volontà di proseguire la controffensiva escludendo un accordo di compromesso che invece piace al Cremlino, le forze russe avrebbero così “avvertito” Kiev e i suoi alleati delle possibili conseguenze di mettere alle corde la Federazione “ricordando” l’ipotesi dell’impiego dell’arsenale nucleare.

Tuttavia, questa ipotesi sembra ben poco verosimile perché non solo la Nato e Kiev conoscono perfettamente l’arsenale nucleare russo, ma anche perché le forze di Mosca hanno già impiegato missili che possono essere muniti di testata nucleare o bombardieri strategici e sottomarini impiegabili anche per questo scopo.

2. Arsenali russi sempre più vuoti

La seconda ipotesi è che la Russia abbia terminato, o quasi terminato, i suoi missili da crociera, iniziando quindi a colpire il territorio ucraino con armi non ideate per questo scopo ma modificate. L’ipotesi sarebbe in linea con diverse analisi di esperti che, vedendo il modo in cui è stata condotta finora la guerra e monitorando l’impiego dell’arsenale missilistico in rapporto ai numeri dell’industria bellica russa, ritengono che le scorte di missili da crociera russi siano ormai in procinto di raggiungere il livello critico. L’utilizzo del missile Kh-55 con testata convenzionale – e questo viene ripetuto anche nella testata che ha rilanciato la notizia – sarebbe in sostanza una extrema ratio per un Paese che faticherebbe a mantenere alto l’impiego dell’arsenale balistico.

Cosa che sarebbe dimostrata anche dall’utilizzo del droni iraniani in diversi fronti della campagna missilistica attuata dal generale Surovikin. A tal proposito, gli specialisti del portale The Drive ricordano anche che “un numero imprecisato di Kh-55, forse circa 40, è stato convertito in Kh-555 a metà degli anni 2000. Sembra che questo stock fosse già esaurito durante l’operazione russa in Siria quando, nel novembre 2015, i bombardieri Tu-95MS e Tu-160 lanciarono 35 missili Kh-555”. Questa versione è appunto quella convenzionale del missile.

3. Consumo di missili obsoleti

Terza ipotesi è che in queste questo non sia né un inquietante avvertimento né un segnale di allarme sull’esaurimento delle scorte, ma un modo per sfruttare i missili più obsoleti e prossimi alla loro fine naturale modificandoli, sì, ma senza “sprecarli”. Questa scelta rientrerebbe in parte nella seconda ipotesi, cioè in quella del graduale esaurimento dei depositi di missili, ma con un’accezione meno negativa per i russi. Mosca potrebbe avere deciso di colpire Kiev e le altre città del Paese invaso con missili vecchi costringendo comunque la contraerea ucraina ad utilizzare i sistemi di difesa forniti dall’Occidente.

In questo modo, spiegano alcuni analisti occidentali, la Russia potrebbe provare a “saturare” il sistema di difesa antimissile ucraino senza per questo impiegare i proprio missili più pregiati. Vettori che effettivamente potrebbero iniziare scarseggiare. Un metodo che ad alcuni potrebbe ricordare – mutatis mutandis – quello applicato dai miliziani palestinesi contro l’Iron Dome israeliano: a fronte dell’enorme divario tecnologico, la pioggia di razzi e missili dai territori palestinesi obbliga la cupola antimissile israeliana ad attivarsi, con la speranza che l’enorme quantità di ordigni buchi la rete di difesa di Israele. Mosca potrebbe avere deciso di fare lo stesso con l’Ucraina andando a utilizzare armi ormai sempre più vecchie ma ancora mortali, facendo sì che Kiev debba utilizzare i preziosi sistemi angloamericani.