Ci sono voluti ben 7 mesi per assistere ad un passo indietro del Sultano, dopo la linea dura intrapresa con la Russia all’indomani dell’abbattimento del caccia russo Su-24 avvenuto nel novembre dello scorso anno sul confine turco-siriano, ad opera di un F-16 dell’aviazione di Ankara. Le relazioni tra Russia e Turchia hanno subito un gelo immediato, con la cancellazione dei summit bilaterali, la reintroduzione del regime dei visti per i cittadini turchi, nonché severissimi controlli sulle aziende turche operanti su territorio russo, accompagnati da sanzioni sulle importazioni di prodotti provenienti dall’Anatolia.Il colpo subito da Ankara ammonta a circa 3,1 miliardi di dollari (l’Italia in due anni di sanzioni ne ha persi 3,6), dunque il peso specifico di tale mossa ha avuto una portata notevole, considerando quanto compenetrate fossero le relazioni tra i due Paesi. Ciò che ha messo particolarmente in crisi la regione è stato il contesto in cui tale gesto si è verificato.La Russia infatti ha giocato a carte scoperte circa i rapporti tra Daesh e la famiglia Erdogan, muovendo delle accuse dirette al figlio del Presidente turco, Bilal: secondo le autorità russe, infatti, sarebbe stato coinvolto nel riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti con il Califfato, quindi dal traffico di armi e petrolio attraverso il poroso confine turco-siriano. La posizione di Ankara rispetto allo scenario di guerra allo Stato islamico si è contornato di ulteriori ombre, a causa soprattutto della posizione dei curdi siriani, sostenuti dagli americani e spalleggiati sul campo dai russi, scoprendo nuovamente un nervo dolente della politica estera turca.Per approfondire: La Russia all’Onu: “La Turchia arma l’Isis”In ogni caso oggi la Turchia si apre ad una nuova stagione di rapporti istituzionali: nella giornata di ieri è giunta la lettera ufficiale da parte di Recep Tayyip Erdogan indirizzata al presidente russo Putin, nel quale il primo esprimeva cordoglio per la morte del pilota russo Oleg Peshkov, coinvolto nell’abbattimento del velivolo. La comunicazione ufficiale è giunta dal canale diretto del presidente Putin e per conferma verbale da parte del suo portavoce Dmitry Peskov, che ha sottolineato l’aspetto delle scuse per l’atto compiuto.Per approfondire: Usa e Israele in fuga dalla TurchiaPare piuttosto evidente che, qualora si fosse trattato di un gesto spontaneo ed autonomo, questa lettera sarebbe arrivata sicuramente con netto anticipo rispetto ad ora. Si tende dunque a pensare che la mossa dell’abbattimento del velivolo militare e le conseguenti ritardate scuse siano contestualizzabili in un determinato concerto politico internazionale: A novembre, durante i negoziati di Vienna sulla Siria, tale azione ha deteriorato gli equilibri costituitisi dopo le numerose conquiste russe sul campo. Oggi, in un contesto di revival politici, la Turchia vuole fare pace con alcuni dei suoi più importanti vicini: è stato infatti ufficializzato il disgelo tra Ankara e Tel-Aviv, dopo la rottura delle relazioni conseguente alla all’uccisione di nove cittadini turchi da parte della Marina israeliana al largo delle coste di Gaza. Inoltre, il primo luglio si terrà a Sochi un importante meeting dei Ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la Cooperazione dei Paesi del Mar Nero, per il quale il Ministero degli Affari Esteri russo ha fatto pervenire l’invito ufficiale anche al capo della diplomazia turca, in occasione del passaggio delle consegne alla presidenza serba dell’organizzazione, preludio a quella turca del 2017.Verso il vertice NatoVale inoltre la pena ricordare che l’8 e il 9 luglio si terrà a Varsavia il summit della NATO, al quale l’Organizzazione del Patto Atlantico vorrà sicuramente arrivare più compatta, concentrando gli obiettivi sulle basi dell’Europa centrale, al fine di ridurre il fronte di esposizione con la Russia ai soli confini continentali dell’Europa. La Turchia, dal suo canto, ha negli ultimi mesi cercato di recuperare le proprie relazioni con la Federazione Russa, ricordando come sia scomodo per entrambi intrattenere dei pessimi rapporti reciproci.Per approfondire: La Nato e l’accerchiamento della RussiaGià qualche settimana fa il Ministro degli Esteri Cavusoglu aveva avanzato la possibilità di avviare un tavolo di discussione bilaterale per cercare di sanare le fratture tra i due Paesi, ma anche in quell’occasione Erdogan non si era lasciato andare in dichiarazioni particolarmente felici, avendo accusato Mosca di finanziare e armare i ribelli del PKK, che in Turchia è denominata Organizzazione Terrorista. Pare però verosimile che i rapporti, per interessi economici reciproci, torneranno presto ad essere buoni, viste le enormi rinunce cui entrambi i Paesi hanno dovuto far fronte: l’interruzione del Turkish Stream, che doveva condurre 63 miliardi di metri cubi di gas russo in Europa, che ha fatto il paio con la crisi del turismo turco e con – ebbene sì – la carenza di pomodori a Mosca e dintorni.

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