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Sembra che si sia giunti ad un primo importante passo verso il rinnovo e l’ingrandimento della componente subacquea della Marina Militare. Come riportato da Il Sole 24 Ore, i ministeri del Tesoro, della Difesa e dello Sviluppo Economico si sono accordati, nelle scorse settimane, per giungere ad una convenzione per assicurare la copertura finanziaria di tutti i programmi delle Forze Armate ed in particolare sono stati determinati i fondi, approvati dalla Corte dei Conti, per la costruzione, da parte di Fincantieri, di quattro nuovi sottomarini di tipo U-212 Nfs (Near Future Submarine).

Il progetto vale 2,3 miliardi di euro in totale, di cui 1,3 per le prime due unità, con una soluzione in tranche “1+1+2” per cercare di far fronte alla scarsità di fondi disponibili. Il primo battello, la cui costruzione dovrebbe partire subito, sarà affiancato, nel lotto di acquisizione, da un simulatore e dai sistemi di supporto logistico.

Già a marzo del 2018 il ministero della Difesa, allora retto da Roberta Pinotti, aveva dato il via libera per la firma del contratto di acquisizione di due U-212 Nfs che erano stati inseriti nel Dpp Difesa (Documento Programmatico Pluriennale) 2018-2020 e compresi nei 7,2 miliardi di euro di investimenti sbloccati il giugno successivo di concerto con il Mise.

Ora il nuovo corso della Difesa del ministro Lorenzo Guerini sembra voler percorrere la stessa strada anche aumentando il numero di vascelli da due a quattro, in modo tale che si possa ovviare al pensionamento dei vecchi sottomarini classe Sauro di terza e quarta serie (Pelosi, Prini, Longobardo e Gazzana Priaroggia) che sarà probabilmente effettuato entro il 2025.

A fine ottobre era giunto il via libera delle commissioni parlamentari competenti alla bozza del decreto ministeriale che conteneva il programma pluriennale di sviluppo, acquisizione e sostegno logistico decennale per i primi due U-212 Nfs derivanti dalla serie U-212A, o classe Todaro in Italia, che vede attualmente schierate quattro unità: il Todaro, lo Sciré, il Pietro venuti ed il Romeo Romei.

Le risorse finanziarie sono state messe in campo dal Mise sfruttando il fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, anche detto “fondone”, e i tre dicasteri hanno raggiunto l’intesa sulla prima delle due convenzioni per il piano di acquisto alla fine dell’anno passato.

L’iter procedurale ora prevede la risoluzione delle pratiche amministrative che porteranno alla firma del contratto tra la Marina Militare e Fincantieri, che costruisce su licenza della tedesca Thyssen Krupp Marine Systems.

I sottomarini U-212A

I sottomarini classe U-212, o classe Todaro per la Marina Militare, nascono dal Memorandum of Understanding (MoU) Italia-Germania firmato il 22 aprile 1996 che prevedeva la costruzione di 6 battelli (4 per la Germania e 2 per l’Italia). Successivamente, in data 3 agosto 1999 è stata esercitata l’opzione prevista dal MoU per la costruzione di ulteriori 2 unità classe U-212A  seconda serie.

Attualmente la Marina Militare ha in servizio quattro U-212A. Il Todaro, capoclasse, entrato in linea nel 2006, lo Sciré l’anno successivo, il Romeo Romei ed il Pietro Venuti nel 2016.

Si tratta di unità di dimensioni medio-piccole con compiti hunter/killer (definite Ssk) che però, a differenza di altri sommergibili della stessa categoria, hanno un sistema di propulsione indipendente dall’aria, detto Aip, che permette ai battelli di restare in immersione per lunghi periodi rispetto ai classici dotati di motori diesel-elettrici.

Gli U-212A hanno un’autonomia in immersione che consente loro di operare per almeno due settimane senza venire in superficie a quota snorkel: si tratta di un valore circa 6-7 volte superiore a quello che poteva fare un sottomarino convenzionale senza Aip e ad oggi sembra che si sia arrivati alle tre settimane.

Come si diceva i Todaro sono unità relativamente di medie dimensioni: sono lunghi 55,9 metri fuori tutto per un diametro massimo di 7, hanno un dislocamento in immersione di 1727 tonnellate (1522 in superficie). La velocità massima in immersione è di 22 nodi (12 in superficie) ed il gruppo propulsore è composto da un motore diesel-generatore MTU Piller e un motore elettrico a magneti permanenti Siemens con sistema Aip a celle a combustibile da 8 + 1 moduli batteria di accumulatori.

Il sistema di combattimento, che ruota intorno al sonar DBQS-40 dotato di base circolare, flank-array, towed-array, intercettatore Asm e sistema di rilevamento del rumore, comprende sei tubi lanciasiluri da 533 millimetri per siluri tipo Whitehead A184 mod.3 gestiti dal sistema integrato di comando e controllo armi MSI90U.

Si tratta di sottomarini di medie/piccole dimensioni caratterizzati dall’impiego di tecnologie innovative che permettono prestazioni molto avanzate, particolarmente notevoli nel settore della navigazione occulta, delle segnature, del sistema elettroacustico e di lancio delle armi. Lo scafo è formato da due cilindri di diverso diametro, collegati tra loro da un tratto tronco-conico lungo due metri; il corpo prodiero è a scafo singolo; il corpo poppiero è a doppio scafo per l’esistenza di uno scafo leggero che inviluppa i contenitori di ossigeno ed idrogeno necessari per il sistema Aip.

Gli U-212 Nfs

I nuovi U-212 Nfs differiranno leggermente dai precedenti secondo quanto trapelato da fonti specializzate. Innanzitutto saranno leggermente più lunghi, questo per fare spazio a nuove celle a combustibile che potrebbero così aumentare la potenza complessiva del sistema di propulsione e quindi offrire spunti di velocità massima più elevati, ma anche per alloggiare un’antenna in più per fornire nuove capacità di guerra elettronica Ecm-Eccm.

Soprattutto avranno un maggiore contenuto industriale italiano. Per esempio i sistemi per la guerra elettronica, comprendente anche la parte Cems, sarà di Elettronica. La propulsione sarà ancora di tipo Aip, basata sempre sulle celle Pem della Siemens, ma con batterie agli ioni-litio di produzione italiana piuttosto che con batterie al piombo-acido.

Ai nuovi battelli U-212 Nfs verrà inoltre applicato allo scafo un nuovo rivestimento in fluoro-polimero che riduce le incrostazioni e la resistenza idrodinamica attraverso regolazioni al design della prua. Grazie alle nuove batterie, alla vernice a base di “metamateriali”, al nuovo disegno della prua ed ai miglioramenti alle celle a combustibile, l’autonomia dei nuovi battelli sarà molto incrementata.
Per quanto riguarda i sistemi di combattimento i nuovi sommergibili saranno progettati per essere in grado di lanciare missili mare-mare e mare-terra, facendone quindi a tutti gli effetti delle unità multiruolo come altre già in servizio in altri Paesi più “ricchi”. Anche queste unità saranno in grado di operare a stretto contatto con gli incursori del Comsubin e utilizzare veicoli a pilotaggio remoto o autonomo Auv e Uuv.