Dubbi, esitazioni, perplessità. L‘Ucraina punta ad ottenere una fornitura di cacciabombardieri F-16 da parte dei Paesi occidentali ma, al momento, non sembrerebbe esserci all’orizzonte la volontà comune di accontentare Kiev sul fronte aereo.

Incassato l’ok per ricevere i carri armati richiesti – Abrams dagli Stati Uniti e Leopard dalla Germania – Volodymyr Zelensky è adesso tornato a chiedere caccia moderni per difendere i cieli dalle incursioni di Mosca. In particolare, alti funzionari del governo ucraino hanno spiegato che aspirerebbero ad ottenere 24 velivoli. La consegna ideale: gli F-16 statunitensi, ma in subordine Kiev accetterebbe volentieri anche i francesi Rafale o gli svedesi Gripen prodotti dalla Saab.

Se Zelensky appare deciso su cosa chiedere, dall’altra parte il blocco occidentale è ancora una volta bloccato sul da farsi. Così come per l’invio dei tank, non c’è affatto uniformità di giudizio per la spedizione di eventuali jet di ultima generazione.

Joe Biden, ad esempio, ha spiegato che gli Stati Uniti, il principale partner di Zelensky, non forniranno i suoi F-16 a Kiev, rispondendo con un secco “no” a una domanda in merito posta dai giornalisti alla Casa Bianca. Eppure, secondo quanto riportato dal sito Politico, un gruppo di militari statunitensi starebbe premendo sul Pentagono affinché venga approvato l’invio dei caccia all’Ucraina.

Le richieste di Kiev

Per meglio capire le richieste di Kiev può essere utile ascoltare le parole di Yuriy Sak, consigliere del segretario della Difesa ucraino.

Nel corso di un’intervista al quotidiano statunitense The Hill, Sak ha dichiarato che l’Ucraina è ottimista, crede di poter spingere gli Stati Uniti e i loro alleati ad un impegno ancora maggiore nel conflitto e, quindi, di ottenere moderni aerei da combattimento, come richiesto dallo scorso febbraio. “Faremo tutto il possibile per assicurarci che l’Ucraina ottenga aerei da combattimento di quarta generazione il prima possibile”, ha aggiunto il consigliere ucraino.

Per proteggere il suo spazio aereo, nello specifico, l’Ucraina ha bisogno di sostituire i velivoli sovietici ormai obsoleti con un unico tipo di caccia multiuso, preferibilmente l’F-16. Il portavoce dell’aeronautica delle forze armate ucraine, Yuriy Ignat, ha spiegato che ne servirebbero fino a 180 esemplari. Si tratta, ha detto alla stampa ucraina, dei numeri in possesso dei più grandi Paesi della Nato. Ignat ha inoltre sottolineato che l’Ucraina è uno dei Paesi più grandi d’Europa e che necessita dunque di copertura aerea sia in tempo di guerra che in tempo di pace.

Attenzione perché sino a questo momento i Paesi occidentali sono stati restii a inviare aerei da combattimento all’Ucraina, e questo proprio per non superare una linea rossa posta da Mosca contro l’invio di sistemi d’arma in grado di proiettare la forza ucraina sino alla Crimea e al territorio della Russia. Bisognerà capire, in prima battuta, quali sono le intenzioni di Washington.

Negli ultimi giorni, infatti, secondo alcune indiscrezioni la Casa Bianca avrebbe maturato l’idea di appoggiare eventuali attacchi ucraini contro la Crimea, in risposta ai preoccupanti progressi conseguiti dalle forze russe sul campo. Certo è che l’invio di aerei da combattimento all’Ucraina sarà quasi certamente oggetto delle prossime discussioni tra i Paesi membri della Nato.

I dubbi dei Paesi occidentali

Il blocco occidentale si è già frammentato in merito alle nuove richieste di Kiev. Niente da fare per Biden – anche se, come abbiamo visto, nel deep state Usa c’è chi la pensa altrimenti. E in Europa qual è la situazione?

Fumata nera anche dalla Germania. “È il momento sbagliato” per discuterne, ha detto la portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann, ribadendo le parole del cancelliere Olaf Scholz per cui in ogni caso “in gioco non ci sono” aerei da combattimento.

Più flessibile la Polonia. Il premier Mateusz Morawiecki ha infatti precisato che una decisione sarà presa solamente in “pieno coordinamento” con la Nato.

Diverso l’umore della Francia. Emmanuel Macron non ha escluso il semaforo verde sugli F-16 a Kiev, sottolineando però che ci sono dei “criteri” da rispettare prima di ogni decisione. In particolare, ha precisato il capo dell’Eliseo, servirebbe una “richiesta formulata” ufficialmente dall’Ucraina, l’assicurazione che “non vi sia un’escalation”, che “non si tocchi il suolo russo” e, infine, che “non si arrivi ad indebolire la capacità dell’esercito francese”.

Possibilista anche l’Olanda di Mark Rutte. L’Italia è invece concentrata sul probabile invio dei sistemi di difesa antiaerea Samp/T.

La Cina ha invece attaccato gli Stati Uniti. “Dovrebbero smettere di inviare armi e raccogliere i frutti della guerra”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Mentre per Mosca il continuo invio di armamenti a Kiev “è una situazione senza uscita che porta ad una significativa escalation“.

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