La portaerei britannica Hms Queen Elizabeth non è ancora operativa, ma la dimostrazione che può lanciare e recuperare con successo i cacciabombardieri imbarcati F-35 B dal bel mezzo dell’Oceano Atlantico riporta al Regno Unito una capacità che le è mancata per più di un lustro.

Le sessioni di test portati a termine con successo, che hanno visto il nuovo vettore portaereomobili della Royal Navy superare le manovre in alto mare e il lancio e recupero della forza imbarcata, ad ala rotante questo inverno e ad ala fissa in questa ultima settimana, palesano i progressi nel raggiungimento della piena operatività di un vettore strategico che, insieme alla nuova flotta di sottomarini d’attacco classe Astute, riporterà al Regno Unito lo status di potenza nei mari.

Controllati dall’isola di comando appositamente adibita al controllo del traffico aereo (quella di poppa), i due F-35 Joint Strike Fighter del Fleet Air Arm che sono balzati dallo sky-jump sul quale culmina un ponte più lungo di due campi da calcio, hanno finalmente messo in banca i 3 miliardi di sterline investiti dalla Gran Bretagna per riportare nelle file della Royal Navy un’unità da battaglia capace di lanciare aerei da combattimento e non solo elicotteri come negli ultimi anni di servizio della portaerei Illustrious.

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Adesso un nuovo capitolo della secolare storia navale del Regno Unito si apre alla volta delle minacce globali che vengono continuamente citate dal segretario della Difesa Gavin Williamson e dal ministero degli Esteri di Boris Johnson, oggi passato a Jeremy Hunt. “La Queen Elizabeth è la più grande nave da guerra della storia britannica, e sta congiungendo le sue forze con quelle jet da combattimento più avanzati del pianeta”, ha detto il segretario alla Difesa Gavin Williamson. L’ex ministro degli Esteri Boris Johnson, nelle fasi di massima tensione registrate del Mar Cinese, aveva dichiarato che in caso di necessità, l’ammiraglia sarebbe stata immediatamente inviata all’azione con la sua forza aera imbarcata di sottomarini per la lotta anti-sommergibileMerlin Mk.2 “Submarine Hunter”.

Per il 2021 “Big Lizzie” – come è stata soprannominata dai suo equipaggio – imbarcherà una componente aerea “completa” di 36 caccia multiruolo di quinta generazione F-35B, ma già oggi la Gran Bretagna dispone di 16 unità del Jsf delle 138 ordinate alla Lockheed Martin; unità che potrebbero essere testate in gran fretta per essere messe nelle mani dei piloti della Marina, per fornire una deterrenza in caso di escalation. L’opzione sarebbe sicuramente rischiosa. 

Questo non ha impedito però alla Royal Navy di brindare con il grog per l’essere ritornata in possesso di una capacità di deterrenza che, sommata agli 11 vettori portaerei statunitensi analoghi, alla portaerei francese De Gaulle, e presto alla portaeromobili della Marina militare italiana Cavour ammodernata per lanciare anch’essa i caccia F-35 B , porta l’Alleanza Atlantica ad una proiezione di potenza navale mai vista prima. L’unità gemella Hms Prince of Wales si unirà alla flotta nel 2025.

Appena tornata in Gran Bretagna, la Queen Elizabeth verrà dotata dei sistema d’arma per le minacce ravvicinate “Phalanx”,  la piattaforma antimissile close-in weapon system che difenderà il vettore dai missili a corto medio raggio. Ai sistemi missilistici “Sea Dart”( Surface-to-air/surface-to-surface), che lancia missili capaci di raggiungere la velocità supersonica mach 2.5 per abbattere jet ed elicotteri, e al “Sea Viper”, capace di scongiurare minacce come missili da crociera o di scongiurare attacchi a ‘saturazione’, verrà affidata la difesa del vettore quanto prima.

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