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Dopo le pesanti incursioni missilistiche russe che hanno colpito diversi obiettivi in Ucraina effettuate come ritorsione per l’attacco al ponte sullo Stretto di Kerch, l’Occidente si prepara al più grande invio di sistemi da difesa aerea per proteggere i cieli di Kiev.

Ieri, Andriy Yermak, il capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato che i nuovi accordi rappresentano “un’altra Ramstein”, e che si tratta di un “evento storico, perché si decide di chiudere il cielo dell’Ucraina. Rafforzare lo spazio aereo e i sistemi di difesa missilistica è ciò di cui abbiamo bisogno. Siamo in costante dialogo con i nostri alleati. Ho discusso la questione dei moderni sistemi antiaerei e antimissile per l’Ucraina con Jake Sullivan”.

Le forniture dalla Francia al Regno Unito

La Francia, ad esempio, ha deciso mercoledì 12 di consegnare radar e sistemi di difesa aerea all’Ucraina nelle prossime settimane, in particolare per aiutarla a contrastare gli attacchi di droni e missili, come affermato dal presidente francese Emmanuel Macron. In un’intervista al canale televisivo France 2, Macron non ha fornito dettagli su quale tipo di missili antiaerei o quanti ne sarebbero stati consegnati, ma ha affermato che ci troviamo in “una nuova fase di bombardamenti provenienti da terra, mare, aria e droni contro infrastrutture essenziali e civili” che richiedono il rafforzamento delle difese aeree ucraine.

Parigi ha già fornito all’Ucraina missili antiaerei spalleggiabili Mistral (Manpads – Man Portable Air Defense System) e secondo una fonte di Reuters, la Francia potrebbe fornire i sistemi antiaerei a corto raggio Crotale, che vengono utilizzati per intercettare missili e aerei a bassa quota.

Anche il Regno Unito, nelle stesse ore, ha fatto sapere che si impegnerà nel medesimo scopo: il segretario alla Difesa Ben Wallace ha dichiarato che “gli ultimi attacchi indiscriminati della Russia sulle aree civili in Ucraina richiedono ulteriore sostegno a coloro che cercano di difendere la propria nazione. Quindi oggi ho autorizzato la fornitura di missili antiaerei Amraam all’Ucraina. Queste armi aiuteranno l’Ucraina a difendere i suoi cieli dagli attacchi e a rafforzare la sua difesa missilistica generale insieme ai Nasam statunitensi”. Si spera, in quel di Londra, che i nuovi missili aiutino a proteggere le infrastrutture ucraine dopo i pesanti attacchi lanciati da Mosca in questa settimana che hanno colpito le città e le centrali elettriche del Paese.

L’Ucraina ha già ricevuto il National Advanced Surface-to-Air Missile System, o Nasams ovvero la versione terrestre del missile AA (Air to Air) Amraam: due sistemi di questo tipo erano presenti nel pacchetto di aiuti militari da 820 milioni di dollari annunciato dagli Stati Uniti il primo luglio scorso.

Inoltre alcuni Paesi dell’Europa Orientale, facenti parte dell’Alleanza Atlantica, hanno ceduto a Kiev i propri sistemi antiaerei di fabbricazione sovietica/russa, come gli S-300 slovacchi.

Ora però stiamo assistendo al più grande sforzo, da parte dell’Occidente, per migliorare le difese aeree ucraine: il generale statunitense Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, ha affermato che l’Ucraina vuole che i suoi partner occidentali le forniscano un sistema di difesa aerea completo per far fronte agli aerei da guerra e ai missili russi. La dichiarazione di Milley è avvenuta dopo la riunione del Gruppo di Contatto per la Difesa dell’Ucraina, formato da circa 50 nazioni che si incontrano regolarmente per valutare le esigenze di Kiev e rifornirla di attrezzature. “Ciò che l’Ucraina chiede, e ciò che pensiamo possa essere fornito, è un sistema integrato di difesa antimissile. Quindi questo non controlla tutto lo spazio aereo sopra l’Ucraina, ma è progettato per controllare obiettivi prioritari che l’Ucraina deve proteggere”, ha poi precisato il generale.

Non si tratta, quindi, della “chiusura” dello spazio aereo ucraino come affermato troppo entusiasticamente da Yermak. Del resto, per poterlo fare, l’Occidente dovrebbe schierare un numero elevato di moderni sistemi antiaerei e soprattutto utilizzare i propri caccia, qualcosa che, come abbiamo avuto modo di raccontarvi nei mesi scorsi, la Nato ha sempre palesemente negato di voler fare, in quanto rappresenterebbe un coinvolgimento diretto nel conflitto in corso.

Nonostante questo l’Alleanza si prepara a rafforzare le difese aeree ucraine, e alcuni Paesi sono già da tempo in prima linea da questo punto di vista: i primi sistemi Iris-T messi a disposizione dalla Germania sono giunti in Ucraina proprio in queste ore.

Il giorno dopo che il ministero della Difesa ucraino ha annunciato l’arrivo del primo dei quattro Iris-T promessi da Berlino, il ministro della Difesa olandese ha dichiarato che il suo Paese consegnerà missili da difesa aerea per un valore di 14,5 milioni di dollari. Gli Stati Uniti dovrebbero fornire due ulteriori Nasams nelle prossime settimane.

Questo particolare sistema ha una buona capacità di ingaggio contro aerei, droni e missili da crociera, ma si limita a colpire obiettivi entro una distanza di circa 32 chilometri, ovvero meno della metà della portata dell’S-300. Anche l’Iris-T ha una portata massima di 25 chilometri (stimata) mentre il francese Crotale arriva sino a 12. Il problema è che la portata si riduce in caso di rilievi orografici, dietro i quali i missili da crociera o i caccia si potrebbero “nascondere”, e pertanto le capacità di ingaggiare e contrastare efficacemente gli attacchi russi potrebbe essere menomata per questioni legate al tempo di reazione.

Si tratta di sistemi per la difesa di punto, quindi, come affermato dal generale Milley, non in grado di coprire tutto lo spazio aereo ucraino, ma che possono essere efficaci nel proteggere le città e le infrastrutture strategiche, se forniti in numero sufficiente. Ancora una volta ci sarà bisogno di tempo per addestrare il personale ucraino, anche se, per quanto riguarda Iris-T e Nasams riteniamo che esso sia già stato adeguatamente formato per considerazioni legate alla tempistica della loro consegna, diversa rispetto ai Crotale, ad esempio, per i quali si parla genericamente di “prossime settimane”.

Possiamo immaginare, pertanto, che il governo di Kiev non sarà del tutto soddisfatto, al di là degli entusiasmi del capo dello staff, e che la presidenza, molto facilmente, continuerà a fare pressioni per la cessione di cacciabombardieri e di sistemi missilistici da difesa aerea a medio/lungo raggio.

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