Una storia curiosa quella che arriva da Cuba, l’isola un tempo considerata l’avamposto russo nel cuore del “cortile di casa” degli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri de l’Avana ha infatti annunciato di avere scoperto e smantellato un’organizzazione russa che reclutava cittadini cubani da inviare in Ucraina. “I tentativi sono stati neutralizzati e sono stati avviati procedimenti penali nei confronti delle persone coinvolte in queste attivitĂ ” ha detto il ministero cubano. “Cuba ha una posizione storica ferma e chiara contro i mercenari e svolge un ruolo attivo all’interno delle Nazioni Unite nel ripudio di questa pratica, essendo l’autore di diverse iniziative approvate in quel forum” ha continuato il governo dell’isola caraibica. E dopo avere riaffermato la propria neutralitĂ nel conflitto russo-ucraino, L’Avana ha anche ribadito di non ammettere qualsiasi tipo di traffico di cittadini nĂ© di arruolamento per impiegarli in Paesi in guerra. E questo vale sia per i cubano che vivono nell’isola sia per coloro che hanno scelto di vivere nella Federazione Russa.
La notizia sorprende non tanto per l’arruolamento di mercenari o anche solo lavoratori cubani al fianco delle forze armate russe, quanto per la reazione assertiva del governo di Miguel Diaz-Canel rispetto alle mosse di uno storico partner come Mosca. L’Avana, sin dai tempi dell’Unione Sovietica, è un fedele alleato del Cremlino. E, come raccontato alla Cnn da Sergei Radchenko, storico della Johns Hopkins School of Advanced International Studies, non va dimenticato che i cubani hanno avuto un ruolo nella Guerra Fredda anche come combattenti paramilitari in molte delle guerre che vedevano coinvolta in via indiretta Mosca. E questo avveniva in particolare nel continente africano.
Questo asse tra i due Paesi è stato confermato anche dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Cuba, pur non supportando a livello materiale le forze russe, non ha mai condannato l’invasione sostenendo anzi la tesi della reazione di Mosca all’assedio da parte dell’Occidente (e in particolare della Nato) nei confronti della Federazione Russa. Al massimo si è astenuta su alcune risoluzioni delle Nazioni Unite, mantenendo una posizione mai nettamente contraria a Mosca. A luglio, dopo molti anni dall’ultima volta, una nave della marina militare russa ha attraccato a Cuba nell’ambito di una crociera che serviva a mostrare i legami tra i due Paesi.
Cosa abbia provocato la reazione così stizzita de L’Avana rispetto alla rete di reclutamento russa per i cubani è difficile da individuare con certezza. Probabilmente il governo di Diaz-Canel non considera tollerabile il metodo usato dai russi, specialmente in una fase di grande crisi economica nell’isola. Oppure, Cuba ha voluto inviare un segnale agli apparati della Federazione Russa della necessitĂ di un maggiore supporto in termini commerciali e militari. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, ma soprattutto con le sanzioni agli idrocarburi russi da parte dell’Occidente, Cuba ha visto aumentare la quantitĂ di petrolio da Mosca. Ma la crisi non sembra finire e L’Avana, come altri alleati del Cremlino, potrebbe aver voluto mostrare a Vladimir Putin che presa nei confronti del Paese caraibico può cambiare, specie se si toccano nervi scoperti dell’autoritĂ dell’isola.