Uno dei risvolti più temuti della guerra in Ucraina riguarda l’eccessiva diffusione di armi, soprattutto in quei territori raggiunti dai combattimenti. Si tratta di una delle conseguenze più comuni ai Paesi in guerra. Basti pensare a quanto accaduto in Libia oppure in Iraq, così come in Siria. I timori sono stati in parte confermati dal ritrovamento a Kharkiv di un intero arsenale che, secondo i servizi di sicurezza ucraini, era pronto a essere immesso sul mercato nero delle armi. Una prova di come l’Ucraina potrebbe diventare nei prossimi anni un vero e proprio hub del contrabbando. Circostanza quest’ultima rilevante non solo a livello interno, ma anche internazionale.

La scoperta delle forze di sicurezza a Kharkiv

La notizia del ritrovamento di armi pronte a essere vendute è stata riportata direttamente dalla polizia regionale di Kharkiv. Secondo quanto dichiarato dai funzionari ai media locali, il 7 luglio gli agenti hanno effettuato una perquisizione di un apparentemente anonimo magazzino situato nella seconda città ucraina. In realtà, al suo interno gli inquirenti sapevano di poter rintracciare un imponente quantitativo di armi destinate al contrabbando. Il locale è infatti intestato a un uomo di 69 anni, sospettato di aver agito assieme ai figli per portare a casa diversi dispositivi militari rubati direttamente dal fronte.

Una volta svolta la perquisizione, si è scoperto che il magazzino nel corso degli ultimi mesi era stato trasformato in un deposito di armi. Al suo interno c’erano missili 9M1111-At, razzi termobarici Rpo-A Shmel, mitragliatrici bulgare e diversi lanciarazzi. Armi importanti, usate durante la battaglia andata avanti nella periferia di Kharkiv durante i primi mesi di guerra. I dispositivi in questione non fanno parte della lista di rifornimenti giunti dai Paesi Nato, si tratta di armi in dotazione sia agli ucraini che ai russi. La polizia non ha specificato a quale esercito è stato sottratto il materiale adesso sequestrato.

Gli inquirenti hanno specificato che i tre soggetti, i quali rischiano pene fino a 7 anni di reclusione, nel febbraio del 2022 si erano arruolati come volontari e per questo si erano recati al fronte. Ma piuttosto che combattere, hanno approfittato della situazione per rubare armi dalle prime linee e dalle aree di conflitto. La vendita sul mercato nero dei dispositivi trafugati avrebbe fruttato loro svariate migliaia di Dollari.

I timori per il futuro

L’ultimo caso rintracciato a Kharkiv ha quindi riacceso i timori per la presenza di un mercato nero di armi. Non si tratta del primo episodio del genere: a gennaio, sempre a Kharkiv, i servizi di sicurezza hanno rintracciato altri magazzini trasformati in depositi di munizioni e mezzi militari di ogni genere. In quel caso però si è trattato, secondo l’intelligence di Kiev, di un deposito messo a disposizione dei russi in caso di ingresso in città dei soldati di Mosca. Collaborazionisti dunque e non contrabbandieri.

Il sequestro operato nei giorni scorsi ha invece inequivocabilmente mostrato l’esistenza di un grande potenziale mercato nero. Magazzini del genere, è il sospetto degli inquirenti ucraini, potrebbero essere presenti un po’ in tutto il Paese. Soprattutto lì dove si è combattuto e dove centinaia di dispositivi abbandonati costituirebbero facile preda per potenziali contrabbandieri. L’allarme non è solo per Kiev. Decine di gruppi terroristici o di movimenti armati guarderebbero all’Ucraina come una miniera d’oro da cui attingere.

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